Era una fredda serata di Gennaio nel 2005, alla tv trasmettevano “Controcampo” e uno degli ospiti della serata era nientemeno che il pluripremiato campione del Milan, Paolo Maldini.

Verso la fine della trasmissione, venne fatta una domanda proprio a Maldini: << Paolo, ma chi è stato il giocatore più difficile da affrontare per te in questi venti anni di carriera? >>

Alla domanda l’ex capitano del Milan e della nazionale cominciò a pensarci su e nello studio televisivo calò un profondo silenzio di curiosità, tutti aspettavano impazienti la risposta di Maldini.

Sarà stato Ronaldo? Beckham ? Maradona? Figo? Nessuno di questi.

<< Rocco Pagano >> rispose il capitano del Milan. Nello studio si alzò un po’ di brusio, tutti erano perplessi, addirittura scioccati: “ Ha detto Rocco Pagano? E chi diavolo è Rocco Pagano!? “ avranno pensato in molti.

 

Rocco Pagano, è cresciuto nelle giovanili della Juventus, ma non riuscì a raggiungere mai la prima squadra e dopo tre anni in serie C, tra Alessandria e il Derthona, venne acquistato dal Pescara nel 1985, che in quell' anno militava in serie B .

Fondamentale per la sua carriera fu mister Angelo Domenghini, il quale quando lo ha allenato al Derthona lo spostò dal centrocampo sulla fascia, ruolo che gli ha permesso di arrivare a giocare nei due maggiori campionati italiani.

Nella stagione successiva, in Serie B, Pagano si rese protagonista della promozione in Serie A degli abruzzesi ed infatti esordisce nel massimo campionato nel 1987, sempre con la maglia del Pescara.

Tra i momenti più entusiasmanti della prima stagione di Pagano in Serie A, ci sono il rigore procuratosi contro l’ Inter di Trapattoni, dopo una grande azione personale e il gol del 2 a 0 nella vittoria contro la Juventus, dopo una splendida cavalcata partita dal centrocampo e conclusasi con un preciso destro alle spalle di Tacconi.

Dopo due stagioni consecutive in Serie A e una in Serie B, Pagano venne acquistato dall’Udinese in Serie A, ma in Friuli trovò una concorrenza spietata e per lui fu difficile trovare spazio da titolare, concludendo la stagione in anonimato.

Da lì la decisione di tornare ancora a Pescara, dove nella stagione 91-92 raggiunse un’altra storica promozione in A, contribuendo con 10 reti e rendendosi protagonista nel torneo cadetto.

Passò poi al Perugia, dove ottenne altre promozioni: una in serie B e una in A ( una fu annullata per illecito sportivo.)

La sua carriera prosegui in categorie inferiori, tra Teramo e Ancona, fino ad arrivare poi a concludere la carriera nei campionati dilettantistici abruzzesi.

Chi lo ha allenato ha dichiarato che Pagano era un vero incubo per i difensori avversari, poiché era veloce e aveva una finta di corpo semplicemente diabolica e avave tutti i numeri per diventare la migliore ala destra del campionato.

Volente o nolente, Maldini ha reso Rocco Pagano un esempio di questo sport, il quale spesso non dà mai quello che un giocatore meriterebbe.

Un esempio anche di vita che dimostra che spesso per arrivare ai massimi livelli, in qualsiasi settore ci si trovi, non basta solamente essere bravi e talentuosi, a volte serve essere al posto giusto e al momento giusto e cogliere l’attimo. Carpe Diem.

Rocco Pagano questo lo sa bene, fu lusingato da tante grandi squadre, fu addirittura vicino a passare all’ Inter di Trapattoni e al Napoli, ma poi non se ne fece niente e la carriera dell’ala destra di San Nicardo Garganico non esplose mai definitivamente, complice anche un calcio che cambiò molto a quei tempi.

Amatissimo dai tifosi locali, al giorno d’oggi Rocco lavora come rappresentante di vini in quel di Pescara, città che ormai lo ha adottato e ancora ricorda le sue giocate e i suoi successi con la maglia biancoceleste.

Nonostante nella sua carriera abbia raccolto meno di quanto avrebbe meritato, può togliersi una soddisfazione che in pochi possono permettersi: è stato "l’incubo" di uno dei difensori più forti e ammirati di sempre, Paolo Maldini.