Il Milan di questa stagione sta dimostrando non solo di avere qualità e idee di gioco, ma anche di aver finalmente trovato una solidità societaria e finanziaria che, purtroppo per il nostro calcio, negli ultimi anni era venuta a mancare. Gattuso sin qui ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto proteggendo i giocatori nei momenti difficili e ridonando la grinta ad un ambiente che si era ormai scoraggiato. Nonostante i buoni risultati raggiunti e il buon mercato estivo, al Milan pare mancare ancora qualcosa per diventare a tutti gli effetti una squadra vincente. Sicuramente manca un po' di esperienza, la rosa è una delle più giovani della nostra Serie A, ma soprattutto manca un trascinatore, che tenga la squadra unita e concentrata nei momenti di difficoltà fuori e dentro dal campo. Difatti il Milan, in questa stagione, ha lasciato qualche punto per strada e che avrebbe potuto tranquillamente portare a casa. La sconfitta a Napoli (dopo essere andati in vantaggi di due gol) e il pareggio con l’Atalanta, sono i due esempi più palesi. Il Milan per correre ai ripari sembra aver aver avviato i contatti con...Dio. O meglio con il giocatore cui, con molta modestia, piace chiamarsi così. Esatto, parliamo proprio di lui: Zlatan Ibrahimovic. I contatti tra il club rossonero e Ibracadabra, dopo uno scetticismo iniziale, sembrano essere sempre più concreti e le voci si fanno sempre più insistenti. Ma lo svedese serve veramente al Milan? Analizziamo la situazione.

Il Milan, in estate, ha ceduto ben tre attaccanti (Kalinic, Bacca e Andrè Silva) e nella rosa attuale ha solamente Higuain e Cutrone, i quali due settimane fa si sono dovuti fermare contemporaneamente per infortunio, lasciando a Gattuso l'unica scelta di adattare un'ala a prima punta. Pare chiaro che il club rossonero non voglia più rimanere in una situazione del genere e l’acquisto di un'altra punta pare scontato. Sicuramente il nome Ibrahimovic suscita sempre molte emozioni nei cuori degli appassionati di calcio, ma lo svedese è il giocatore giusto per un Milan così giovane e non ancora pronto a vincere? Ha una tenuta fisica per poter affrontare al top il calcio europeo? Sarà disposto a stare in panchina?

Andiamo per ordine. Qualche giorno fa un infastidito Gattuso in conferenza stampa ha dichiarato: "Ibrahimovic è un giocatore molto esigente, anche in allenamento vuole che dai il massimo. Mentalmente se non sei forte ti distrugge e qualcuno rischiamo di perderlo per strada". Parole chiarissime: Zlatan in una squadra così giovane potrebbe destabilizzare alcuni giocatori meno "pronti" e rallentare il progetto basato sui giovani della società rossonera. D'altro canto Ibrahimovic in campo potrebbe dare quella scossa di cui la squadra ha bisogno, tenendo la concentrazione alta e reggendo palloni decisivi nella metà campo avversaria durante il finale di partita. Sotto questo aspetto lo svedese sarebbe fondamentale per il Milan e lo stesso giocatore ha dimostrato di non essersi dimenticato nemmeno come si fanno i gol decisivi.

Un altro grande quesito sullo svedese riguarda la sua tenuta fisica. Ibrahimovic ha sempre avuto una forma invidiabile, ma poco più di un anno fa ha subito un gravissimo infortunio al legamento del ginocchio, costringendolo a saltare quasi tutta l’ultima stagione. Da qui la decisione di rescindere consensualmente il contratto con il Manchester United e firmarne un nuovo con i Los Angeles Galaxy, con i quali è tutt’ora impegnato. Negli Stati Uniti Ibracadabra ha collezionato 21 reti in 25 presenze, numeri eccellenti, ma la Major League Soccer è un campionato molto meno competitivo rispetto al calcio europeo d’elite e le cose per lui potrebbero essere molto più complicate in Europa.

C’è chi dice che Ibrahimovic sappia che se va al Milan sarà considerato terzo attaccante e che lo aspetta la panchina, ma a lui andrebbe bene lo stesso. Sicuramente sono dichiarazioni azzardate se si va a vedere nel passato del giocatore: Ibrahimovic si è sempre sentito il miglior giocatore al mondo e non lo ha mai nascosto, anzi lo ha dichiarato più volte e non senza frecciate ai suoi colleghi. L’unica squadra dove ha fatto più panchina è stata il Barcellona, e sappiamo tutti come è andata a finire con Guardiola. Quindi la risposta è no: anche se gradirebbe molto tornare a Milano, Zlatan difficilmente accetterebbe la panchina, soprattutto in un Milan come questo.

Concludendo, l’operazione Ibrahimovic sarebbe identica a quella che ha portato Beckham al Milan: prestito da gennaio fino alla fine della stagione per poi riaccasarsi a Los Angeles. Un ritorno pieno di interrogativi quello dello svedese, ma che infiammerebbe ancora di più la piazza riportando un entusiasmo ultimamente sbiadito nella Milano rossonera. La qualità non manca di certo e nemmeno la voglia di Ibrahimovic, il quale non ci sta a farsi chiamare finito, ma tutto sta nella sua voglia di adattarsi e nella sua tenuta fisica. O la va o la spacca insomma, e al Milan (se l’operazione si farà) non resterebbe che affidarsi alla Divina Provvidenza.