E’ lunedì, una giornata di campionato alquanto rocambolesca è ormai finita e dopo il weekend riparte la routine di lavoro di tanti tifosi. Ci immaginiamo gli juventini andare a lavoro con un bel sorriso sul volto, sicuri e felici della loro squadra che vince anche giocando male. I milanisti, invece, devono avere tanta rabbia in corpo, soprattutto verso Higuain e Mazzoleni, i quali sono stati additati dai più come i due colpevoli dell’ ultima sconfitta del Milan. Gli interisti saranno intimoriti, dopo la sconfitta per 4 a 1 a Bergamo, perché rivedono i fantasmi dell’anno scorso, quando i nerazzurri ebbero un crollo e cominciarono una striscia negativa durata diverse partite.

I romanisti dovranno essere sognanti dopo la bella vittoria contro la Sampdoria e sperano di rivedere la bella squadra della passata stagione, mentre fiorentini e i laziali saranno delusi per non essere riusciti a portare a casa tre punti dalle abbordabili trasferte di Frosinone e Sassuolo.

Per quanto siano diversi questi tifosi e diverse sono le loro emozioni, c’è un pensiero che attanaglia e unisce tutti: “ Ma la prossima giornata contro chi giochiamo? “

Ma poi... “ Ah già…C’è la sosta...Che p….! “.

Stesso pensiero attanaglia anche in club, i quali ogni volta che c’è la sosta, si vedono ritornare i loro uomini affaticati, stressati e spesso infortunati.
Insomma, la sosta non piace a nessuno e spesso le partite che si giocano non sono nemmeno delle più entusiasmanti, anzi. Con la Nations League il livello della qualità e l’importanza delle partite giocate è migliorata un po’, ma il punto non è questo.

Nessuno ne parla, ma la realtà è che le soste condizionano i campionati.

Ci sono squadre che sono costrette a vedere tanti giocatori della propria rosa partire per giocare con la propria nazionale e alcuni di essi sostengono anche lunghe trasferte, per esempio i giocatori sudamericani.

Queste differenze condizionano inevitabilmente alcune squadre, le quali spesso sono obbligate a far sedere il loro giocatori migliori in panchina per dargli la possibilità di rifiatare dagli impegni appena affrontati. Questo però quando va bene, molto spesso i club si trovano a dover curare giocatori infortunatisi altrove.

Come si potrebbe cambiare la situazione?
Basterebbe cambiare la formula delle qualificazioni in modo che queste ultime non vadano ad accavallarsi con le competizioni dove sono impegnati i club
. Come?

L’ idea è quella di prendere spunto dalla formula di qualificazione che veniva usata fino a qualche anno fa nel basket, ovvero dare la possibilità alle nazionali di potersi qualificare nella competizione stessa. Per esempio, prendiamo i prossimi europei di calcio che si disputeranno nel 2020, si potrebbe inserire la qualificazione diretta ai Mondiali per le prime 8 squadre ( prendendo atto che a Russia 2018 le squadre europee erano 14 ), in modo già da avere una buona parte di squadre già qualificate.
Le restanti squadre per qualificarsi alla competizione, invece, potrebbero giocare mini tornei a eliminazione diretta, dove solamente il vincitore potrà qualificarsi alla competizione mondiale.
Ovviamente nelle federazioni dove si registrano meno squadre ( es. CAF, AFC ecc) le modalità di qualificazione sarebbe identiche, ma ridimensionate al numero di posti disponibili per quella confederazione.
Stesso modus operandi potrebbe essere applicato per gli europei: le migliori 4 squadre europee ai mondiali, direttamente qualificate e le restanti 50 squadre della UEFA verranno divise in 10 gironi da 5 squadre, senza andata e ritorno, nei quali le prime due di ogni girone saranno qualificate alla competizione europea.

Naturalmente queste sono solamente ipotesi e hanno bisogno di studio e perfezionamento, anche perché ci possono essere delle variabili di volta in volta.
D’aiuto potrebbe essere la riduzione da 20 a 18 squadre dei campionati maggiori, i quali con le abolizioni delle soste, durerebbero molto meno e si avrebbe più tempo per i tornei di qualificazione estivi, la cui durata non deve comunque superare il mese.
Lo scopo di tutto ciò è di creare ai club le condizioni per poter disputare un campionato più equo, dove i giocatori rimangono a disposizione della squadra e di evitare possibili infortuni e affaticamenti che fino ad oggi influiscono negativamente su alcuni club.
Sarebbe quindi fondamentale dividere la stagione di ogni giocatore in due periodi: quello dei club e quello della nazionale, così da dare la possibilità ad ogni calciatore di esprimersi al meglio nei due periodi, cosa che nella situazione attuale spesso non accade e crea anzi, vantaggi e svantaggi tra i vari club. Lo spettacolo migliorerebbe molto e si eviterebbe di giocare amichevoli inutili nel corso dei campionati. 

Insomma tutti ne guadagnerebbero, quindi perchè non abolire finalmente le soste?