In questo primo scorcio di stagione, si sono consumate osservazioni e commenti in ordine alle poche ed opache apparizioni in campo di Dybala. Premesso che lo scrivente non è un estimatore dell’argentino, occorre precisare, a giustificazione delle prestazioni, che il numero 10 bianconero è, da una parte, reduce da una ricaduta da infortunio muscolare e, dall’altra, da problemi vari di salute (da affezioni gastrointestinali a genito - urinarie) che non potevano non condizionare negativamente l’attuale stato di forma.

Ciò posto, ritengo che Dybala, anche al massimo della condizione, sia stato e sia, soprattutto, poco funzionale al gioco bianconero, per cui auspico che si possa addivenire ad una sua cessione, con reciproca soddisfazione delle parti in causa.

Di seguito, elenco i motivi per cui, a parere dello scrivente, dovrebbe essere ceduto.

Il ruolo atipico
Non ho ancora compreso quale sia il ruolo di Dybala:
punta, mezza punta, rifinitore, uomo di raccordo tra la linea del centrocampo e dell’attacco? Boh! Ferme le indubitabili doti tecniche ed aerobiche del calciatore, la sua atipicità lo rende poco funzionale agli schemi, nel senso che la sua presenza in squadra determina, a cascata, una serie di conseguenze tattiche. Se messo in coppia con Ronaldo, la Juve è priva di qualsiasi riferimento centrale di peso, perché il portoghese rende al meglio partendo dalla sinistra (e così in area non ci sta nessuno. Da qui lo squallore dello scorso anno, quando attaccavamo gli avversari a difesa schierata con stucchevoli passaggi in orizzontale). Se inserito alle spalle delle due punte (Ronaldo – Mandzukic ieri, Ronaldo e Morata oggi) la squadra si sbilancerebbe pericolosamente in avanti e l’argentino, svariando sul fronte dell’attacco, andrebbe ad intasare gli spazi).
In questa stagione, l’antitesi è ancora più evidente. Gli acquisti di Kulusevski e Chiesa sono stati dettati dalla necessità di “allargare” appunto il campo, creando a destra e a sinistra, opzioni di attacco uno contro uno. In tale contesto Dybala sarebbe ed è totalmente inutile.

La richiesta d’ingaggio
A prescindere dalla circostanza della grave crisi economica, che stanno incontrando tutte le principali società calcistiche europee per effetto della pandemia in corso (il Real Madrid, che non ha acquistato un calciatore; il Barcellona che ha scremato la rosa dagli ingaggi più onerosi e ha concluso solo scambi; la stessa Premier, dove sostanzialmente solo il Chelsea ha fatto mercato), la richiesta di aumento dell’ingaggio dagli attuali Euro 7,5 milioni netti a 15 milioni netti (se le notizie sono corrette) appare del tutto ingiustificata.

Che cosa avrebbe fatto l’argentino per “meritare” un simile incremento? E’ stato decisivo in campionato? Sì, ci ha fatto vincere diverse partite ma l’unico elemento imprescindibile era ed è CR7. Anche senza Dybala ma con un’altra punta più sinergica a Ronaldo, avremmo rivinto lo scudetto. Anzi, se fossimo riusciti a cederlo in Premier e avessimo preso Lukaku, non saremmo mai usciti dalla Champions con il Lione e avremmo vinto matematicamente lo scudetto prima del lockdown.

La concessione a Dybala di un ingaggio nettamente più alto rispetto all’attuale (a proposito, già l’offerta di Euro 10 milioni netti è assurda, fatta eccezione in una logica di prossima cessione) avrebbe solo l’effetto di destabilizzare l’ambiente, perché gli altri calciatori se possono accettare l’emolumento dell’Extraterrestre CR7, non sarebbero in grado di digerire per l’argentino un ingaggio “over the top” rispetto al resto della rosa

Talento inespresso
A voler essere generosi, potremmo continuare ad etichettare Dybala come “talento” ma saremmo molto più onesti se lo identificassimo più correttamente solo come “inespresso”. In questi anni di Juventus (e con la stagione odierna, siamo già a sei anni, ovvero un’eternità), personalmente rammento solo una partita nella quale, il talento dell’argentino risaltò in modo cristallino, ovvero in Juventus/Barcellona dell’11 aprile 2017 (quarti di finale di Champions).
Onestamente, non ne ricordo altre, in cui mi sentirei di affermare che Dybala sia stato realmente determinante. Anzi, potrei sentenziare come sia stato sempre il contrario.

Ribadisco che non pongo in discussione le qualità tecniche di Dybala, che sono di assoluto livello. Ciò che asserisco è che nella Juventus tali qualità non sono mai assurte ad elemento sostanziale. A parere dello scrivente, l’argentino avrebbe bisogno di un altro contesto per esprimere al meglio le proprie attitudini, ovvero di una squadra che presenti schemi, che possano essere consoni alle caratteristiche di un calciatore come Dybala. Anche se, a pensarci, non mi viene in mente alcuna squadra europea di livello top, che possa incontrare le caratteristiche dell’argentino.

La necessità di completare la rosa
Ove la Juventus riuscisse a monetizzare al massimo la vendita di Dybala, ciò sarebbe funzionale a due direttrici. La prima è relativa al fatto che la rosa della squadra difetta di un regista e di una punta centrale di peso; mentre la seconda è legata al fatto che la Società deve necessariamente pianificare il post CR7, in quanto considero ormai giunta al capolinea l’esperienza del portoghese in Italia. In merito alla prima, l’ideale sarebbe riuscire a cedere (bene) Dybala (magari già a gennaio 2021 anche se l’ipotesi è remota quanto auspicabile), per acquistare un regista, giovane ma già calato in un contesto di elite europea (personalmente sono rimasto letteralmente impressionato da Aouar del Lione) e una punta centrale, (Milik a parametro zero nel 2021 non sarebbe affatto un’idea peregrina).

A margine, con la (possibile ma auspicabile, perché sarebbe l’ultima possibilità per monetizzare) cessione di Ronaldo al termine dell’odierna stagione, cercherei di investire tutto su Haaland, perché il norvegese rappresenta il futuro e sarebbe un tipico calciatore da Juve.
Provate ad immaginare la rosa 2021/2022 con quanto ipotizzato e ditemi se non sarebbe una Juve intrigante e con una fisionomia di gioco finalmente chiara.

Il momento giusto
Infine, un pensiero rivolto ai tantissimi sostenitori bianconeri che al solo paventare la possibile cessione di Dybala insorgono nel momento in cui l’argentino sfodera una prestazione di livello, con un goal da antologia, magari contro il Benevento (con tutto il rispetto per i campani).

La storia della Juventus insegna che - a parte Del Piero (di un altro pianeta rispetto all’attuale numero 10) nella storia recente e Platini (nell’iperspazio rispetto all’argentino) nel passato – non ci sono stati calciatori che sono rimasti, praticamente per sempre, in Società. Anzi, sono state proprio le cessioni c.d. eccellenti (e con uno sforzo potremmo farci rientrare eventualmente la vendita di Dybala) a fare grande la squadra. Basti ricordare Zidane che fu ceduto al Real Madrid nel momento giusto e, al suo posto, arrivarono tre calciatori che hanno scritto pagine di storia della società bianconera (Buffon, Nedved e Thuram).

La Juventus è rimasta grande (e continuerà ad esserlo) soltanto se riuscirà a privilegiare sempre la razionalità delle proprie scelte e la possibile prossima cessione di Dybala (ormai 27enne) rappresenta – se il ricavo sarà adeguato – l’ultima opportunità per realizzare una corposa plusvalenza, che consentirà alla Società di reinvestire in giovani talenti, che le consentiranno di proseguire in quello che sa far meglio, ovvero vincere.
D’altra parte, mi sembra che, in questo senso, il disegno della Società sia sufficientemente chiaro e ormai delineato: svecchiare la rosa e ridurre il monte ingaggi, con investimenti su risorse giovani ma già affermate, perché la competitività resta requisito irrinunciabile, a prescindere da Dybala.