In merito a quanto deliberato dall’UEFA, sperando di non apparire saccenti, ma solo desiderosi di portare un contributo di chiarezza sull’articolata questione, abbiamo voluto effettuare alcune verifiche in merito cercando di dare le principali risposte alle domande che il tifoso di strada ovviamente si pone.

Cominciamo con il dire che la UEFA, organismo che ha sede a Nyon (Svizzera) che disciplina la normativa delle squadre iscritte alle competizioni europee, ha istituito da alcuni anni una precisa normativa che passa sotto la dizione di “fair play finanziario”, a cui sono assoggettate le Società partecipanti a competizioni europee come Champions League e Europe League.

Tra le norme finanziarie più importanti figura il “pareggio di Bilancio” (il cosiddetto break even) che le Società in perdita devono perseguire attraverso un percorso virtuoso che la UEFA si pone il compito di monitorare.

Per svolgere tale incombenza la UEFA si avvale di un organismo interno il CFCB, che si compone di una branchia investigativa e di controllo e di una branchia deliberativa/giudicante. 

Le Società in perdita che d’iniziativa scelgono di avviare un percorso di risanamento del bilancio, possono presentare alla branchia investigativa/arbitrale una serie di proposte affinché su base triennale/quinquennale presumibilmente raggiungano il break even. Tale iniziativa (che prende il nome di “accordo volontario” in inglese “ voluntary agreement" che deve essere documentata e trasfusa in un  bilancio previsionale (business plan), che ovviamente deve risultare attendibile. 

Se accolto e/o oggetto di modifiche imposte dalla UEFA (ma non eccessivamente gravose per il fatto che l’iniziativa è stata volontaria della Società calcistica), l’accordo viene ratificato e risulta vincolante per la società calcistica, con conseguente monitoraggio periodico del CFCB circa il rispetto del percorso di risanamento.

Nel caso in cui  questa sorta di autodenuncia che è il voluntary non viene accolta oppure nel caso in cui sia lo stesso CFCB a prendere l’iniziativa e convochi la Società inadempiente al fair play finanziario affinché venga predisposto un concreto piano di risanamento del bilancio, si passa ad una fase che prende il nome di “settlement agreement” che tradotto significa accordo transattivo.

Questa fase che equivale a una sorta di patteggiamento, ha la caratteristica che si conclude con la irrogazione di sanzione a carico della Società inadempiente, che ha lo scopo di sanare la pendenza maturata per l’inosservanza del fair play finanziario. Anche in questo caso comunque la Società deve dimostrare di aver raggiunto o di poter raggiungere il break even di bilancio, rispettando le sanzioni comminate dalla UEFA.

Quali siano questi provvedimenti ce lo hanno fatto capire le restrizioni comminate nel passato dalla UEFA, esse vanno da multe anche di importo rilevante, passano dalla possibilità di vedersi impedita la partecipazione a una o più campagne di rafforzamento e nei casi più gravi arrivano alla estromissione della Società dalle competizioni europee patrocinate dall’UEFA.

Può capitare infine (come nel caso del Milan, la cui specifica situazione trattiamo in altro nostro articolo) che la UEFA, rigetti anche il settlement agreement; ciò può scaturire dall’inadeguatezza dei provvedimenti volti al risanamento, dalla mancanza di trasparenza di alcuni aspetti, dalla carenza della documentazione esibita oppure quando l’andamento economico è tale che, al di là dei provvedimenti restrittivi da varare, la UEFA lo ritenga  insostenibile.

In questo caso la Società viene deferita alla competente branchia del CFCB: l’organo giudicante. 

Ma niente paura: la vertenza verrà soppesata da detto organo tenendo conto non solo delle motivazioni del deferimento, ma anche delle deduzioni depositate a discolpa dalla Società; Non ci risulta che il CFCB abbia mai comminato la pena di morte. Anzi recenti provvedimenti ci dicono come nella maggior parte dei casi, la sanzione (che comunque ricalca i provvedimenti comminati dall’altra branchia e sopra descritti), nella quasi totalità dei casi, contiene una formula sospensiva nel caso in cui la Società dimostrasse di aver regolarizzato le irregolarità contestate.

Esiste infine la possibilità di appellarsi avverso le sanzioni UEFA, ricorrendo al Tribunale Arbitrale dello Sport - TAS, avente sede a Losanna.

Questo quindi in sintesi l’iter giudiziario che nelle prossime settimane attende il Milan.