Finalmente ha chiuso il calciomercato, riallungato rispetto a quello dello scorso anno nella speranza, penso, di poter lavorare sui saldi di alcuni mercati, come quello della Premier, che chiudono prima e dunque con società che possono solo cedere o sono obbligate a cedere calciatori che non rientrano nella vision. 

Ritengo sia un errore avere un mercato aperto, con il campionato già iniziato, perché ti trovi ad iniziare la preparazione a luglio con una rosa che poi cambia molto nel tempo. Con le conseguenze naturali che si hanno sul costruire “il gioco”. E con affari poi minimali, per quello che abbiamo visto.
Ma questo è solo uno degli elementi che emergono da questa sessione estiva, tanti altri ne sono emersi e vedremo come evolveranno nelle prossime sessioni.

Uno degli elementi emersi è la difficoltà a vendere pezzi pregiati. Così società come la Juve si trovano da un lato ad aver fatto un mercato in entrata molto positivo, ma le mancate uscite rischiano di creare problemi sia sul bilancio che nell’ambiente. La Juve oggi infatti ha un monte stipendi pesantissimo, ed inoltre vedrà svalutare il valore di giocatori che da leader diventano seconde scelte, con un umore naturalmente basso. E non puoi puntare sulla sfortuna che ti mette fuori squadra un Chiellini per tranquillizzare un De Ligt che dopo la prima in panchina ha già iniziato a borbottare.

Abbiamo poi situazioni come quella di Icardi che diventano paradossali. Situazione sbloccata solo sul filo di lana, con una operazione non di vendita ma di prestito e naturale rinnovo del contratto per sperare di monetizzare nel futuro. Sempre che non finisca come con Higuain che dopo Milan e Chelsea è tornato dove non doveva tornare dal punto di vista “economico” (su quella del campo invece sembra una scommessa per ora vinta).

Un altro elemento riguarda la vendita, o la svendita oserei dire, di buoni calciatori verso mercati esteri. Probabilmente Cutrone non sarà un fuoriclasse, ma averlo ceduto ai Wolves per soli 18 milioni non mi sembra sia stata una operazione esaltante. 

Qua però emergono un paio di altri elementi: mentre alcune società come Juve o Inter (pure il Napoli ma a mio parere con più parsimonia) hanno allargato enormemente la borsa, altre come il Milan hanno fatto una scelta diversa. Nel primo caso, pur di vincere, si sono a mio parere pagati alcuni giocatori in modo esagerato rispetto al loro valore. Prediamo Lukaku, costato oltre 65 milioni più bonus dall’Inter, più 9 milioni all’anno per cinque anni di contratto: li vale davvero tutti questi soldi?
Nel caso del Milan si è scelto di cambiare modello: basta buttare sul mercato cifre folli e contratti altissimi che poi rischiano di rimanerti sul groppone. Da qui ad esempio la difficoltà a vendere due giocatori con mercato, ma dove la fascia interessata di società non può permettersi i loro ingaggi, e stiamo parlando di Laxalt che finisce in prestito a Torino, mentre Castillejo rimane in rosa. Il Milan ha avuto coraggio, non si è fatto impressionare dalle critiche  degli addetti ai lavori, e ha rifiutato giustamente di versare all’Ateltico la cifra richiesta per Correa. Una cifra esagerata per una riserva, di qualità, ma pur sempre riserva e non certo con un esaltante score.  Ecco perché può avere una logica conseguenza la vendita di Cutrone ad un prezzo piuttosto basso (e su Cutrone muovo l’unica critica al Milan, io l’avrei tenuto in rosa). Ed ora il Milan ha una rosa giovanissima su cui si può sperare di costruire una squadra potenzialmente molto forte e si pone sul mercato come società attenta, seria e che non può essere munta oltre il dovuto.

E’ stato un mercato diverso anche delle medie e delle piccole. Meno demolizione delle rose per rincorrere vendite favorevoli e maggior investimento su giocatori interessanti. Un caso è l’Atalanta. Per la prima volta da anni non ha venduto gioielli, a parte Mancini, ma ha preso giocatori che rendono la rosa più solida (anche in vista della Champion). Interessante anche il mercato del Torino, del Cagliari o del Genoa.

Segnali importanti che potrebbero portare ad sistema più sostenibile nel futuro, se gli stessi verranno colti. Altrimenti la “bolla” potrebbe scoppiare con gravi ricadute per tutto il sistema calcistico.


E ora vinca la migliore squadra!