C'era una volta. Anzi, c'erano una volta le bandiere. Un tempo era facile associare un calciatori a due soli colori: pronunciavi Giacinto Facchetti e Sandro Mazzola e ti veniva in mente il nerazzurro dell'Inter; il rossonero di Gianni Rivera; il bianconero di Gaetano Scirea ma anche il rossoblu cagliaritano di Gigi Riva, che ai tempo rifiutò le advance delle grandi, Juve su tutti, pur di rimanere a Cagliari. Più verso i giorni nostri ci sono stati poi i vari Zenga, Bergomi e Zanetti con l'inter; Baresi, Costacurta e Maldini al Milan; Del Piero alla Juve. Poi anche i vari Bruscolotti al Napoli, Ferrini al Torino, Bulgarelli al Bologna, Daniele Conti al Cagliari e qualcun'altro che sicuramente ci sfugge. Infine la Roma. L'A.S Roma. Prima i "padani" Losi e Masetti. Poi i romani. Bruno Conti, Francesco Totti, Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi. Dopo l'addio di Totti, simbolo storico dei colori giallorossi, è arrivato quello di Daniele De Rossi, capitan futuro che ha indossato la fascia per sole due stagione.

Ora è il turno del piccolo Alessandro. Capitano e ultimo simbolo della Roma. Anzi, ultimo baluardo di un calcio che non c'è più. Anche per lui si parla di Addio. Inter la pista più calda. Con lui finirà l'epoca delle bandiere. Cesserà di esistere l'amore per la maglia.
Senza simboli non è più calcio.
Senza la passione di chi scende in campo presto crollerà anche quella dei tifosi.