L’aspetto che mi ha divertito di più del ritorno degli ottavi di Champions sono state proprio… le interviste finali post-partita ad allenatori (e dirigenti) di Milan ed Inter. Alla fatidica domanda su quale fosse l’avversario che avrebbero voluto affrontare nei quarti i nerazzurri hanno affermato senza indugio il Milan, i rossoneri qualsiasi squadra che non fosse un’italiana.
Secondo me, queste risposte la dicono lunga sulla scarsa considerazione di cui godono gli uomini di Pioli e sulla convinzione (diffusa) che il traguardo dei quarti sia stato per loro un risultato miracoloso ed irripetibile… alla stregua dell’ultimo scudetto vinto.

Invece il DNA milanista è europeo, a prescindere dai risultati raggiunti nell’ultimo decennio. La maglia rossonera dà a qualunque giocatore la indossi una carica particolare, frutto forse delle innumerevoli imprese che la squadra ha saputo realizzare anche e soprattutto quando partiva senza i favori del pronostico.
A chi, come me, tifa Milan da una vita vengono in mente la vittoria sul Celtic del ’69 (gol di Prati) e quella sul Leeds del ’73 (gol di Chiarugi) giusto per ricordare successi ottenuti contro club britannici giocando quello che si definisce oggi “gioco di rimessa” (e un tempo “catenaccio”). Per questo il milanista non teme di affrontare oggi nei quarti il City o il Chelsea perché preferisce anche uscire dopo aver dato tutto al termine di una bella partita contro un avversario forte piuttosto che passare il turno dopo aver giocato in trincea l’intero incontro.

Chi sorridendo si augura ora un nuovo derby meneghino in Champions ritiene invece che il Milan sia arrivato ai quarti per caso e sia l’avversario più abbordabile da affrontare. Lo stesso preconcetto che favorì i rossoneri nel 2002-2003 (quando da quarti nel campionato precedente superarono prima l’Inter poi la Juve nella finale di Manchester) e nel 2004-2005 (dove eliminarono l’Inter in semifinale per poi cadere ad Istanbul).

Indubbiamente il calcio europeo è molto cambiato da allora e arrivare con tre squadre ai quarti può essere considerato un risultato eccezionale per la nostra serie A.
Dopo aver seguito il cammino di tutte le magnifiche otto d’Europa penso che il pronostico sia chiuso contro City, Bayern o Real mentre ce la possiamo giocare con Chelsea e Benfica. Al riguardo Milan ed Inter sono a mio avviso sullo stesso piano, sia come “competitor” di questi squadroni esteri sia in un eventuale scontro diretto. Sulle possibilità delle due milanesi inciderà molto la tenuta della difesa (dove Maignan ed Onana sono tornati a brillare) ed il rinnovato smalto delle punte (sia Lautaro che Leao devono dare di più).

… e il Napoli? Per me è il vero, grande favorito di questa edizione che riserva tutti gli anni una sorpresa. I partenopei hanno il vantaggio di essersi assicurati in anticipo il campionato nazionale e di potersi concentrare sulla coppa giocando un calcio collaudato e organizzato.
Forse solo il City ha un attaccante del valore di Osimeh e comunque il Napoli può affiancargli un Kvaratskhelia altrettanto devastante. Unico dubbio l’inesperienza che potrebbe inceppare una macchina sinora perfetta quando giocherà per l’accesso alla semifinale.
Augurando a tutt’e tre le italiane di evitare gli squadroni stranieri aspettiamo con fiducia l’esito dell’urna di Nyon!
Siamo e restiamo il Milan.