E’ stato un viaggio lungo ed estenuante. Prima il caldo armeno e poi il freddo finlandese hanno completamente sfinito il nostro furgoncino a noleggio e i nostri stomaci. Siamo passati da piatti esotici, colorati e speziati, a piatti burrosi e ripieni di bontà ipercaloriche che fanno solamente il bene delle coronarie. Non nascondo che, per digerire tutti quei piatti, c’è stato bisogno di un giro intenso in palestra.

Finalmente riparte, dopo la pausa Azzurra, il campionato più gustoso al mondo; io di Calcio,Cucina&Cultura mi rimetto in viaggio per il bel paese alla scoperta di nuovi piatti, bevande e monumenti da assaporare e scoprire assieme a voi.

Oggi tocchiamo due città che non abbiamo ancora “assaggiato” e fatto il pieno alla macchina, presa l’autostrada in direzione Roma, andiamo alla scoperta di un nuovo sapore per i nostri palati.

La porchetta è un piatto tipico della regione Lazio, perfetta per qualsiasi momento in condivisione con gli amici o per un pranzo sostanzioso e veloce. Il piatto consiste in un maiale intero, svuotato, disossato e condito e fatto cuocere lentamente per ore in forno. La tradizione prevedere che un maiale di appena un anno dal peso massimo di un quintale, dissanguato, venga immerso in una vasca di acqua bollente per rimuovere tutti i peli presenti sulla pelle dell’animale. Lavato l’animale, viene sviscerato e disossato e riempito con sale, pepe, aglio e un trito di milza, rosmarino e fegato. Una volta imbottito viene legato con dello spago e infilzato con un bastone di ferro che parte dalla bocca e attraversa tutto il corpo in orizzontale e poi via in forno. La cottura varia dalla grandezza dell’animale, ma solitamente varia tra le due o cinque ore. La porchetta, per essere assaporata meglio, deve essere mangiata appena cotta o nello stesso giorno della cottura. Un bel panino casereccio di Genzano (Roma) e la porchetta di Ariccia è la miglior soluzione a tutti i problemi del mondo.

Per assaporare al meglio i suoi aromi speziati è consigliabile abbinarci un buon vino locale come La Romanella, vino rosso rubino ottenuto grazie ad una leggera “rifermentazione” che avviene grazie ai primi caldi primaverili. Frizzante il giusto, riesce ad esaltare i sapori di questo meraviglioso piatto. Approfittiamo della facile portabilità del nostro panino per assaporarlo mentre facciamo un giro tra il Foro Romano. Sito archeologico che rappresenta il centro politico, giuridico, religioso ed economico della città di Roma, oltre che il centro nevralgico dell'intera civiltà romana Antica. Racchiusa tra il Palatino, il Colosseo, il Campidoglio e Via dei Fori Imperiali , questa meraviglia archeologica è la principale testimonianza della grandezza della Roma caput Mundi.

In piena provincia Modenese, c’è una città di poco più di 40.000 abitanti, resa famosa per la produzione di ceramiche e piastrelle. Passeggiando qua e là per le sue vie si incappa molto facilmente in qualche bandiera nero verde e qualche profumino invitante. E si sa, più si cammina più viene fame e a Sassuolo si mangia molto bene, e se non ci si vuole fermare in un ristorante o in trattoria ecco che una delle specialità del posto farà a casa vostro. L’Erbazzone o Scarpazzone è una torta salata di umili origini contadine, preparata con negli orti. Una volta preparato l’impasto si amalgamano bietole e spinaci lessi e si aggiunge un uovo, scalogno, cipolla, pancetta o lardo e tanto, ma tanto, ma tanto Parmigiano Reggiano. La variante prevede l’uso della ricotta vaccina. Chiuso con uno strato di pasta e punzecchiata la superficie con una forchetta viene infornato per circa mezz’ora in forno già preriscaldato. Servire con un Vecchia Modena Premium: un rosso fresco dal retrogusto di fragola e sottobosco che vi sorprenderà per la sua piacevolezza e dinamicità.

Camminando per le vie della città, si arriva in un grande spiazzo che accoglie il sontuoso Palazzo Ducale, vero spettacolo architettonico in stile barocco edificato intorno al 1630 e residenza estiva dei duchi di Modena. Affrescata per lo più con le opere dell’artista francese Jean Boulanger, il Camerino del Genio è un vero splendore. All’ingresso si possono ammirare le statue di Galatea, Nettuno disegnate da Bernini e scolpite da Antonio Raggi, mentre una terza statua, Divinità marina con delfino, la si può ammirare nel cortile interno. Annesso al Palazzo si trova un parco con al centro il fontanazzo o Peschiera Ducale, una piscina attorniata da finte rovine che fanno intendere l’idea di un’antica città sommersa.

Grazie

ILPARLAFUS