Siamo sinceri, la cucina Armena, per poco non rimaneva indigesta a noi Italiani. Gli azzurri hanno sofferto e le cose non sembravano andare meglio dopo l’espulsione dell’attaccante armeno che ha lasciato i propri compagni in dieci per un tempo intero. Fortunatamente la differenza tecnica alla lunga è uscita, e non solo il Mancio ha tirato un sospiro di sollievo, ma tutti noi e la federazione; la figuraccia era proprio lì, dietro l’angolo.

Ma a noi del campo, importa poco e niente, la nostra vera sfida, noi di Calcio,Cucina&Cultura, la giochiamo tra i fornelli, la tavola e i monumenti delle nostre bellissime città contro tutta Europa.

Da Everen, capitale Armena, ci trasferiamo con il nostro furgoncino a noleggio, a Tampere, città a un centinaio dalla capitale Helsinki che ospiterà la partita valida per Euro 2020 tra Finlandia- Italia. A causa del suo clima rigido che non permette la coltivazione di prodotti agricoli in gran parte del territorio, la cucina finlandese è una cucina povera di ingredienti e non offre una grande varietà di piatti.

Pesce, selvaggina, latte e burro sono i principali ingredienti di questa povera cucina; un particolare prodotto è la Lakka o Canemoro, una bacca usata per qualsiasi cosa: dalla marmellata, miele, gelati fino all’aromatizzazione di liquori.

Nella regione della Carelia, il Karjalanpiirakka è un dolce riconosciuto come specialità tradizionale garantita. Grassi e carboidrati, sono la base per un dolce creato per le basse e rigide temperature del posto; insomma… un elogio al colesterolo. Chiamata anche Crostata Careliana, trova le proprie radici culinarie già alla fine del 1500 e la veloce preparazione e diffusione del piatto ne trova varianti, per il tipo di ripieno, in tutta la penisola scandinava.

Ma andiamo a vedere meglio la preparazione del piatto: la base è costituita da un impasto di farina di segale, acqua e sale. Lasciato riposare per un’oretta circa, viene stesa e le viene data una forma concava con una larghezza di 10 cm circa. Una volta creato il guscio, preparate il ripieno con un purè di patate e del riso bollito nel latte per una mezz'oretta. Unite il tutto fino a farlo diventare un composto unico e compatto, versatelo nel guscio e infornate per mezzora a 200 gradi. Prima di servire il piatto in tavola spargere il burro fuso sulla crosta e sopra il ripieno. Per assaporare meglio questo dolce, è consigliabile un bel bicchiere di Lakkalikööri, distillato dal frutto del canemoro. Il suo sapore è delizioso, piacevole e leggermente aspro e fruttato. La produzione viene fatta da Chymos e Lapponia, entrambe distribuite dal gruppo svedese V&S, meglio conosciuto per il suo prodotto Absolut Vodka.

Tampere è la più popolosa città nordica senza accessi sul mare, sorta grazie a un raggruppamento di più tribù del nord, di cui la tribù dei Pirkka era la più grande. Punto di pedaggio per il passaggio in Lapponia, fino al 1600 la città era un insieme di tenute amministrative di proprietari svedesi. L’attuale città fu fondata nel 1779, ma verso la fine del 1800 grazie alle sue rapide, grossa fonte di energia idroelettrica, ne consente una rapida espansione grazie anche all’industria specialmente nel settore tessile. E per digerire, tutti in centro a vedere la Cattedrale luterana evangelica di Tampere: nel 1897 il pastore Karl Fonttel ne decise la costruzione nel quartiere di Kyttälä. Il progetto prevedeva delle costruzioni in granito blu-grigio di stile finlandese e nel 1907 cattedrale fu consacrata e dedicata a San Giovanni. Famosa per i suoi affreschi dipinti dal simbolista Hugo Simberg, i dipinti nel tempo hanno trovato diverse critiche negative, ad esempio l’affresco del Serpente alato del Paradiso; dipinto su fondo rosso e collocato nel punto più alto del soffitto, da alcuni viene interpretato come un simbolo del peccato e della corruzione.

Conosciuto come una delle specialità della cucina e pasticceria italiana e amato da praticamente tutti, grandi piccini, sportivi e non, il Cannolo Siciliano ha origini antichissime. I primi riferimenti risalgono già all’epoca Romana, ma c’è chi sostiene che il dolce fosse un’invenzione di alcune suore di clausura di Caltanissetta e alle loro abilità culinarie, partendo da una ricetta romana poi elaborata dagli arabi. Anche se il dolce è originario di Caltanissetta, deve gran parte della sua notorietà ai pasticceri Palermitani diffusi in tutto il mondo. Il dolce viene preparato con una cialda o scorzà, con una lunghezza di 15 cm e una larghezza di massimo 5 cm e un ripieno a base di ricotta di pecora. La scorzà è un impasto di  vino, farina di grano tenero, zucchero e strutto e una volta creato il composto bisogna creare dei dischetti che vengono arrotolati su piccoli tubi di metallo e poi fritti nello strutto. In un recipiente mettere la ricotta di pecora, zucchero, canditi, gocce di cioccolato e una volta amalgamati tutti gli ingredienti, con una sac à poche, riempire il cannolo. Una spolverata di zucchero a velo e servire con un bel Passito di Pantelleria. Vino liquoroso che può essere solamente prodotto sull’omonima isola in provincia di Trapani, è uno dei vini più amati in tutto il mondo grazie al suo sapore e versatilità. La sua storia ha più di 2000 anni e già i Cartaginesi ne assaporavano e decantavano il suo dolce sapore. Le uve? Zibibbo al 100%, vengono fatte esporre al sole su una canna, curandone lo “stato di salute”. Durante l’appassimento vengono protette giornalmente dalla rugiada o da fattori atmosferici e la notte vengono coperte per non far prendere loro troppo umidità. Una volta che i grappoli sono secchi, gli acini cadono e vengono raccolti in una giara e ricoperti di mosto. Dopo una settimana, si spreme e si raccoglie il liquido. Sigillato il vino in vasi di creta, i vasi vengono aperti dopo una fermentazione di venti, trenta giorni. Questo vino è prodotto nelle tipologie: Bianco, Moscato, Passito, Moscato Dorato, Moscato Liquoroso, Moscato Spumante, Passito liquoroso e Zibibbo Dolce.

Il Duomo di Santa Maria la Nova è la cattedrale più importante della città. Sede della cattedra del vescovo di Caltanissetta, venne costruita tra il 1500 e il 1600 nell’odierna piazza Garibaldi. Pesantemente danneggiata durante i bombardamenti del 1943, venne restaurata e riparta al pubblico qualche anno più tardi. La cattedrale si sviluppa su tre navate, di cui la centrale è ricca di affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans, Alla destra dell'altare maggiore è custodita la statua lignea di San Michele patrono della città, opera dello scultore Stefano Li Volsi.

Buona partita e buona domenica

Grazie

ILPARLAFUS