No, non è un colpo di stato piena di azioni di guerriglia, talvolta sanguinosa e cruenta per arrivare ad un unico risultato; la salvezza di una nazione instaurando alla fine una dittatura.

Quello che mi appresto a farvi leggere è più una stimolazione alla vostra voglia di fare calcio e alla vostra speranza, come la mia, di vedere questo sport, capace di unire tutti sotto un’unica bandiera per il bene di un unico movimento.

Sfortunatamente dobbiamo partire da qualche dato di fatto: l’Italia è un paese guidato da persone vecchie, da vecchie idee politiche e poco democratiche, vecchie leggi che prediligono chi ha potere e non il cittadino medio, create per creare scompiglio e alcune volte cucite appositamente per qualcuno.

Il fattore di avere uno scenario politico così caotico e instabile, partiti che sono movimenti e governi governati da due ministri in contemporanea uno l’opposto dell’altro, fa del bel paese un circo di situazioni da cui è meglio tenersi alla larga per gli imprenditori locali ed esteri. È ben noto che l’economia Italiana non raggiunge i più alti picchi dagli anni novanta e più della metà degli investimenti falliscono; la pressione fiscale sulle imprese è la più alta in Europa e il rischio di incappare in qualche truffa è molto alta. Il PIL (Prodotto Interno Lordo) Italiano è il nono nel mondo e la sua crescita è una delle più lente del globo, basti pensare che nel 2019 c’è stata una minima crescita dello stesso di appena +0.2% rispetto al 2017 dove si registrava un incremento del + 1.6% e un + 0.9% nel 2018. Il peggioramento, in gran parte è dato da una diminuzione della domanda interna e per ciò di conseguenza dei consumi. Per farla breve, l’Italia è un paese in recessione con un debito pubblico sempre più alto. IN ITALIA NON SI INVESTE PRATICAMENTE Più.

Ma in questo scenario Caporettiano c’è un dato che risalta più di tutti: il Calcio Italiano contribuisce per un percentuale pari al 7% alla crescita del PIL, creando posti di lavoro per circa 300 mila persone in Italia. Non tutti sanno che la mancata qualificazione agli ex mondiali di Russia 2018 hanno portato un mancato guadagno che si aggira intorno ai 10 miliardi di euro, con annesse ricadute sul PIL, per fare un paragone di dati e di idea dell’importanza del calcio nel PIL, nel 2006 quando la nazionale Italiana vinse i Mondiali di Germania, l’effetto “campioni del mondo” incrementò un aumento del prodotto interno lordo, del + 1.9%. Perché questo dato? Per farvi capire l’importanza del calcio nell’economia del paese, e quanto più un evento calcistico è importante più aiuta l’economia, in solo un mese in questo caso, del paese partecipante.

Tutti questi numeri sono veramente importanti per un piccolo paese come il nostro che fra, le mille difficoltà politiche ed economiche, riesce a trovare un terreno fertile per fiorire e crescere.

Ma come parlavamo all’inizio dell’articolo, questo è un paese vecchio, guidato da persone vecchie che sono affezionate alle loro poltrone, dove di anno in anno hanno acquisito potere tanto da poter avere più ruoli contemporaneamente in diverse istituzioni e soprattutto fare di uno sport, una questione politica.

Si sa, il calcio Italiano non ha fascino, lo ha perduto, o per lo meno non ha lo stesso fascino della Premier League, campionato di maggior successo nel mondo con un valore stimato di 10 mld €, della Liga Spagnola 6.07 mld € e della Bundesliga tedesca con 5.00 mld € appena dietro di noi che ci piazziamo al terzo posto con un valore di 5,41 mld € in diminuzione(Fonti Transfermarket.com). Chiude il quintetto la Ligue 1 francese con un valore di 3.70 mld €. In se, la classifica, vedi il valore attuale delle rose e dei diritti tv (ne parleremo in seguito), è comprensibile per varie ragioni che vedremo più avanti, il dato che fa pensare più di tutti è che la Championship, seconda divisione Inglese, al pari della nostra Serie B, ha un valore di 1.35 mld € e sponsorizzata interamente da Sky Bet, società di gioco d’azzardo mondiale facente parte della The Stars Group con licenza Sky. La nostra Serie B?  369.67 mln € non miliardi e la BKT azienda produttrice di pneumatici facente sponsor. Le dimensioni contano! Ma come mai la Premier vale il doppio dei principali campionati del mondo? E perché la Championship non ha niente a che vedere nei confronti della nostra e delle altre Serie B e in alcuni casi vale di più del primo campionato del paese?

1992, l’allora First Division, massima serie inglese dal 1888, era gestita dalla Lega Calcio Inglese che dettava legge su tutto, dalla gestione delle società, alla ripartizione, non equa, dei diritti tv e dei contratti pubblicitari. Le 22 squadre della First Division chiesero alla Lega Calcio di intervenire per tutelare le loro squadre cosicché da poter accrescere il valore delle loro rose e investire sulle strutture, necessarie per alzare il livello del loro calcio, così da poterlo esportare in altri paesi e alzare la soglia dei diritti tv e incassare di più. Dopo mesi di trattative fallite, le 22 squadre si scissero dalla Lega Calcio abbandonando la First Division, e crearono un nuovo campionato chiamato Premier League, sotto coordinamento della Football Association. Quest’ultima riconobbe la Premier come massima divisione per club Inglese, retrocedendo la First Division come divisione di serie B. La Premier è diventato un prodotto, il primo nel calcio, a livello mondiale grazie a scelte lungimiranti e talvolta contro la tradizione, ma in breve tempo i dirigenti inglesi riuscirono a portare i ricavi della nuova lega a livelli mai visti con la conseguente attrazione dei maggiori imprenditori mondiali invogliati a investire nei club inglesi. Gli introiti dei diritti tv quintuplicarono portando dai 11 mln del 1992 a 304 mln di sterline per trasmettere 60 partite nel 1994.

Fatta questa lunga e interminabile introduzione arricchita di numeri e storia, vorrei esprimere la mia idea, quella di una persona qualunque, che per amore di questo sport, di questa nazione è pronta a dare un’idea ben precisa e delineata di quello che c’è veramente da fare per portare l’ormai obsoleta Serie A, a competere con la Premier League.

Come Beppe Grillo, che da comico e cabarettista, grazie alle sue idee rivoluzionarie, ma essenziali si è trovato ad essere un leader politico, di un movimento che in questo momento sta guidando il paese, noi vorremmo fare lo stesso, ma nel calcio.

E’ iniziata la rivoluzione nel pallone...e continua....



Grazie

ILPARLAFUS