La sconfitta di Udine rimanda, spero solo di qualche giorno, l’appuntamento con il nono scudetto consecutivo.
La partita andata in scena all’ex stadio Friuli, oggi Dacia Arena, ha messo in evidenza tutte le lacune mostrate dalla Juventus nel corso di questa faticosa stagione. Una partita che ha visto per tutto il primo tempo la Juventus in difficoltà nel tentativo di scardinare il bunker friulano sapientemente disposto in campo da Gotti con un fittissimo 532. E’ andata in scena per l’intera durata del tempo la solita fitta, estenuante (per chi guarda) trama di passaggi, passaggini e passaggetti. Tutti a non più di due metri, la maggior parte eseguiti all’indietro nel vano tentativo di aprire una breccia nella retroguardia avversaria. In una situazione del genere sarebbe servita velocità di pensiero e di esecuzione, oltre ad una freschezza atletica che la Juventus non mostra più da parecchio.

Il gioco della Juventus produce solo un paio di tentativi da fuori con Dybala e Ronaldo, prima del gol segnato quasi allo scadere del primo tempo da De Ligt, bravissimo a trovare l’angolo con un tiro rasoterra da fuori area. La colpa principale della Juventus, e quello che rimane il difetto più grande del suo allenatore, è la mancanza di alternative al piano di gioco prestabilito. Piano di gioco che presenta sempre la stessa trama indipendentemente dall’avversario affrontato. Recupero palla alto, linea difensiva compatta, tentativo di “tritare” la partita stroncando gli avversari con il possesso della palla. Stroncati siamo finiti noi. La maggiore freschezza atletica dei nostri avversari, soprattutto dei due africani Fofana e Sema, giocatori non eccellenti sotto l’aspetto tecnico ma sicuramente dotati di potenza e facilità di corsa, ha avuto la meglio su una squadra che dava l’impressione di aver speso nel primo tempo gran parte della propria riserva di energia. La partita assumeva toni preoccupanti. Il pareggio di Nestorovski arrivava poco dopo l’avvio del secondo tempo grazie ad un’azione rapida finalizzata da un cross di Sema per la testa dell’attaccante macedone appostato sul secondo palo, completamente dimenticato da tutta la nostra difesa, come contro il Sassuolo in occasione del gol di Caputo, impegnata a guardare il cross effettuato dall’esterno dell’Udinese e non la disposizione degli attaccanti in area. Magari se invece di guardare la palla, qualcuno dei giocatori bianconeri avesse girato la testa probabilmente avrebbe notato il ritardo con cui Alex Sandro arrancava per riguadagnare la posizione. Forse avremmo preso ugualmente il gol del pari, forse un nostro difensore avrebbe potuto chiudere su Nestorovski. La zona e la sua applicazione estrema porta spesso ad inconvenienti di questo tipo. Ne vediamo da inizio stagione e sono certo che purtroppo continueremo a vederne ancora.
Un’altra costante della stagione juventina è la compattezza, forse eccessiva, con la quale Sarri schiera i suoi quattro difensori. La linea difensiva della Juventus si compatta al centro e molto spesso tutti i giocatori della retroguardia si piazzano all’interno dell’area di rigore. Da inizio stagione questa disposizione ci porta a soffrire contro avversari che sfruttano l’ampiezza del campo. E’ accaduto contro Verona, Atalanta, Lazio, squadre schierate con cinque centrocampisti e molto abili a sfogare la loro manovra sulle fasce trovando sempre i due estremi del centrocampo piazzati molto larghi, completamente liberi e con tutto il tempo a disposizione per stoppare il pallone e puntare il nostro terzino. In questa situazione qualsiasi avversario diventa pericoloso, soprattutto se veloce e in condizioni atletiche migliori rispetto al diretto marcatore. Sicuramente la scelta di Sarri è portata avanti nell’idea di creare una compattezza tra i reparti tale da facilitare un pressing collettivo efficace. Il problema però è che il pressing che vorrebbe il nostro allenatore non si è mai visto, affidato da inizio stagione ad iniziative individuali, la maggior parte delle quali portate dal solo Bentancur che, in diverse circostanze, si è trovato quasi da solo a cercare di riequilibrare la differenza di intensità messa in campo dai nostri avversari. 

Subito il gol del pareggio, vista la differenza sfavorevole di tenuta atletica, la Juventus avrebbe forse dovuto giocare in maniera più accorta e cercare di portare a casa un punto che non era assolutamente da disprezzare, considerato che anche le nostre avversarie dirette incontrano parecchie difficoltà a vincere le proprie partite. Non sembra previsto però un atteggiamento diverso nella filosofia di gioco del nostro allenatore e così, dopo aver sprecato le ultime gocce di energia in uno sterile tentativo di vincere la partita (tentativo che si è concretizzato solo in una serie di tiri da fuori area tutti abbondantemente alti sopra la traversa), siamo riusciti a perdere al minuto 93, subendo un gol in contropiede senza nemmeno trovare la forza, con Alex Sandro prima e De Ligt poi, di abbattere Fofana, involatosi palla al piede da centrocampo tra i nostri due difensori. 

La partita l’abbiamo persa, lo scudetto probabilmente no ma la fiducia nella squadra e nelle idee di questo allenatore inizia a venire meno. Leggo troppo spesso critiche e giustificazioni superficiali che a mio parere non centrano il punto della questione. La critica non può essere quella di non aver portato la Juve a giocare come il Napoli, cosa oltretutto anticipata dallo stesso Sarri durante la conferenza di presentazione, la giustificazione non può essere quella di non aver avuto giocatori adatti al suo sistema di gioco. La rosa della Juventus presenta un parco giocatori nettamente superiore a quello delle dirette avversarie per lo scudetto. Un parco giocatori che conta tra le sue file Cristiano Ronaldo, che è stato rinforzato con quello che è stato il miglior difensore europeo della scorsa stagione, che presenta Dybala e tutta una serie di giocatori abituati da anni a stare ai massimi livelli. Forse la rosa non è ancora sufficiente per riportare a Torino la Champions League, ma il paragone con gli avversari che affrontiamo in campionato è vicino ad essere imbarazzante. Posso capire quando magari si dice che forse Cancelo (finito però al City a fare la riserva) sarebbe stato più adatto nel ruolo di terzino o che magari c’era bisogno di avere un centrocampista capace di dare tempi ed equilibrio (caratteristiche che non sono mai state nelle corde di Pjanic) ma quando si presentano come possibili rinforzi nomi del calibro di Jorginho, Hysaj o Mario Rui (ma aggiungo anche Emerson Palmieri) allora si scade nel ridicolo. Un allenatore che non può prescindere da un giocatore di medio livello come il regista italo brasiliano non può essere l’allenatore della Juventus. Ricorda la storia di Novellino e Volpi, legame quasi simbiotico tra allenatore e regista che immancabilmente si ricongiungevano in ogni squadra in cui Novellino andava ad allenare. Nessuno dei due ovviamente si è mai avvicinato alla possibilità di approdare alla Juventus. 

Nonostante tutto Sarri merita alcune attenuanti.
La più grande ed evidente di tutte ovviamente è dovuta al Coronavirus e a tutto ciò che ha comportato. Tante partite concentrate in un mese e mezzo, oltretutto nel periodo più caldo dell’anno, sono un banco di prova impegnativo e praticamente un salto del buio, dal momento che non esistono precedenti cui fare riferimento. Si legge spesso di questo campionato che va a concludersi con un altro probabile scudetto bianconero, come di un’occasione sprecata dalle rivali alla corsa al titolo, colpevoli di aver lasciato troppi punti per strada. Si legge ancora che, in condizioni normali, probabilmente queste squadre, Inter soprattutto, la vincitrice designata dal famigerato sentimento popolare ad inizio stagione, ma anche Lazio e Atalanta, la carta della disperazione, avrebbero ottenuto diversi punti in più insidiando quindi pericolosamente l’incerta marcia bianconera. Posso anche condividere ma non posso fare a meno di domandarmi per quale motivo questa stessa considerazione non valga invece per la Juventus. Non avremmo ottenuto probabilmente qualche punto in più anche noi se la stagione si fosse svolta regolarmente?