Passati tre anni dall’addio al calcio, Francesco Totti ha una nuova vita. Via la casacca giallorossa – non dal cuore, perché lì rimarrà in eterno – via gli scarpini e via la breve vita da dirigente. Il sogno dell’ex capitano della Roma è quello di diventare procuratore, di “girare l’Europa e il mondo” – afferma – se necessario per scoprire nuovi talenti. Si sono fatti tanti nomi durante tutto questo tempo, ma l’unico ufficiale che dà via a questa sua nuova carriera, è Simone Bonavita.

Simone nasce a Caserta nel 2004. Dopo appena due anni si trasferisce a Villasanta, un piccolo paesino nei pressi di Monza: quel trasferimento sarà cruciale per dare la giusta svolta alla sua carriera. Quando un ragazzo spicca all’interno del gruppo per le sue qualità viene subito notato, di fatti, a soli sei anni, il direttore sportivo Cazzaniga gli propone di fare un provino per i pulcini dell’Inter. Dentro la squadra nerazzurra, Simone riesce a destreggiarsi nel migliore dei modi, senza pressioni di essere in un settore di una squadra blasonata, senza sentirsi migliore degli altri, ma solo una grande crescita potenziale, sia a livello emotivo che a livello calcistico. Tutto questo gli varrà la fascia da capitano nell’anno successivo.
Simone predilige il centrocampo giocando come regista e, non a caso, sono arrivati i primi paragoni. Inutile scriverli, perché paragonare un giocatore ad un altro giocatore, specie alla sua giovane età, è un esempio sbagliato, perché il calciatore deve essere unico per quello che è; unico per le sue doti personali, che siano comportamentali o calcistiche; unico perché non serve omologare un giocatore ad un altro. Simone Bonavita è un talento per la sua età perché è se stesso. La zona che preferisce è la mediana – anche se ha ricoperto più ruoli in quella zona del campo - ed è sempre pronto a servire i compagni con lanci millimetrici e al bacio. Perfetto in questo, perché Simone gioca sempre a testa alta ed è una prerogativa che lo ha contraddistinto da quando era più piccolo. Dinamico anche palla al piede e sempre abile nel non perderla mai. Simone dice di ispirarsi a Modrić – centrocampista del Real Madrid – ed è innamorato del tiqui-taca di Guardiola. Si incarica spesso di battere sia i calci di rigore che le punizioni e ama il tiro dalla distanza. Non a caso, contro il Milan, ha sfoggiato un bolide pazzesco da quasi metà campo, battendo il portiere e lasciando di stucco chi lo stava osservando. Simone è caparbio e anche molto coraggioso: cinque anni fa ha perso il fratello a causa di un incidente stradale. Il sogno di diventare un calciatore non lo rincorrerà solo per lui, ma anche per il fratello.

Da una vita in nerazzurro, oggi Simone Bonavita milita nella categoria Under-16 e si è fatto notare anche nel giro della Nazionale: sette presenze nell’Italia Under-15 e uno sponsor con la Nike. Insomma, mica male per un 2004. Atalanta e Milan lo hanno corteggiato a lungo, ma a quest’ultimo ha solo regalato un capolavoro da metà campo. Tra le ammiratrici, si aggiunge anche la Roma che da tempo ha seguito l’evolversi in crescendo di Simone senza portarlo nel suo vivaio. Ora però, la prima firma professionale sotto l’ala protettiva di Francesco Totti, suo nuovo procuratore.
È un nuovo inizio di carriera per entrambi, ma è soprattutto, il balzo nel mondo dei grandi di Simone Bonavita.