In occasione del recente FT Business of Football Summit a Londra, il presidente della Juventus, dissertando del futuro delle competizioni internazionali, ha rilasciato la seguente dichiarazione: Ho grande rispetto per quello che sta facendo l’Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla massima competizione europea per club. È giusto o no? Quello che stiamo facendo è analizzare le dinamiche e capire cosa vogliono i consumatori, non domani, ma tra 10 o 15 anni. Oggi ci sono posizioni dominanti, dei grandi mercati e delle grandi leghe. Le leghe minori hanno meno possibilità di lottare”. Con specifico riferimento al calcio italiano, Agnelli ha precisato che” la Roma ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell’Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori, con quello che ne consegue a livello economico. Bisogna anche proteggere gli investimenti e i costi. Il punto è come bilanciare, quanto pesa il contributo al calcio europeo e quanto pesa la prestazione di un singolo anno“.

 

Apriti cielo!!! Una pioggia di critiche si è abbattuta sul Presidente della Juventus, colpevole di essere uno snob perché favorevole solo ad un calcio elitario, di disprezzare i risultati sul campo raggiunti da una squadra “povera” come l’Atalanta. Ne è seguita la telefonata chiarificatrice di Agnelli al Presidente dell’Atalanta, Percassi.

Ma cosa c’era da chiarire?

Premesso che Agnelli ha chiarito preliminarmente di avere grande rispetto per le prestazioni sportive (e non solo, aggiungerebbe lo scrivente) dell’Atalanta, quando il Presidente bianconero afferma che gli orobici non hanno storia internazionale dice una falsità? Offende forse i bergamaschi? Assolutamente no. Citando l’Atalanta, Agnelli formula semplicemente un esempio, in quanto rimarca come, a seguito di una sola grande stagione sportiva (anche se quest’anno pare che la Dea sia destinata a ripetersi, se non a superarsi), l’Atalanta abbia avuto accesso al più grande palcoscenico del calcio europeo.

Agnelli precisa che le sue considerazioni riguardano il calcio in prospettiva, ovvero nel lungo termine (“non domani ma tra 10 o 15 anni”), cercando di coniugare quanto più possibile l’offerta calcio con il desiderio dei consumatori. E’infatti del tutto evidente come il bacino di utenza dell’Atalanta, sempre per rimanere in ambito nazionale, sia nettamente inferiore a quello di almeno altre sette (per limitarmi alle principali) squadre militanti nel campionato nazionale (Juventus, Inter, Milan, Napoli, Roma, Lazio, Fiorentina).

Nel contempo, Agnelli non afferma però che a partecipare alla Champions debbano essere solo le squadre più ricchecome hanno scritto i soliti commentatori schierati – ma che i criteri per la partecipazione alla massima competizione europea non dovrebbero limitarsi esclusivamente all’ultima stagione, ma stabiliti sulla base di una classifica stilata alla luce del ranking conseguito dalle varie squadre nell’arco di più stagioni (immaginiamo da tre a cinque). In questo caso, squadre come la Roma (lo scorso anno e forse anche quest’anno) o il Napoli (presumibilmente) in questa stagione non rischierebbero l’esclusione dalla Champions del prossimo anno. E – come precisato da Agnelli per la Roma - trattasi peraltro di squadre che hanno contribuito in modo fondamentale alla crescita del ranking europeo del calcio nazionale e ciò anche a fronte di importanti investimenti, che hanno consentito alle stesse di restare ai vertici del campionato per più stagioni.

D’altra parte, stilare le classifiche sulla base dei ranking pluriennali non è certo un escamotage scaturito nella testa di Agnelli per piallare l’Atalanta, ma un criterio seguito annualmente ad ogni livello del calcio mondiale (Nazionali e squadre di club).Tanto per fare un esempio, la UEFA calcola il ranking delle squadre europee sulla base di coefficienti calcolati sugli ultimi cinque anni (o anche dieci anni).

Nella classifica UEFA degli ultimi cinque anni, redatta sulla base dei risultati europei delle squadre in Champions ed Europa League, l’Atalanta è al 55° posto dietro altre cinque squadre italiane, nell’ordine: Juventus (6°), Roma (15°), Napoli (16°), Lazio (36°), Inter (50°), Atalanta (55°).
Di conseguenza, non sarebbe blasfemia ma, forse, solo buon senso, non solo di business rivedere i criteri di partecipazione alla Champions League e all’Europa League, sulla base dei coefficienti di ranking conseguiti in ciascun campionato nazionale in un arco temporale pluriennale (esempio gli ultimi cinque anni) unitamente ad altri criteri che, ovviamente, tengano anche conto della classifica dell’ultima stagione. Ove ad entrare fra le prime quattro fosse una squadra come l’Atalanta e ove la stessa non avesse conseguito un ranking pluriennale di risultati che la ponga già nel frattempo tra le prime quattro, prevedere magari – per l’accesso alla Champions - gironi eliminatori con altre squadre europee, con ranking inferiore alle qualificate di diritto. In sintesi, solo chi vince il campionato nazionale avrebbe diritto alla partecipazione diretta, a prescindere dal ranking pluriennale.

Non si sta quindi discutendo di trasformare la Champions in una competizione riservata solo alle squadre più ricche ma a quelle che, in un arco temporale pluriennale, abbiano conseguito un ranking nazionale, in grado di porle stabilmente ai vertici del Campionato. Ciò consentirebbe di evitare competizioni, che potrebbero ad esempio comportare la clamorosa esclusione del Real Madrid dalla Champions League, in caso di fallimento da parte delle merengues di un’unica stagione.

Evitiamo pertanto le solite ipocrisie che permeano i giudizi dei commentatori nostrani ed analizziamo con obiettività e serenità di giudizio coloro (Agnelli è tra questi ma ovviamente non è il solo e sarebbe interessante verificare il pensiero dei Vertici delle altre Società italiana, Inter fra tutte) che cercano di immaginare il calcio nel medio-lungo termine, allo scopo di renderlo un prodotto sempre più attrattivo e fruibile per la moltitudine degli interessati.

Tutto ciò premesso, ritengo che l’Atalanta sia una meravigliosa realtà del nostro calcio (forse l’unica a coniugare risultati, bel gioco e capacità gestionali) e vederla all’opera è un autentico spettacolo cui un amante del calcio non potrebbe mai sottrarsi. Auspico che gli orobici non siano quindi una meteora e che possano consolidare pertanto un ciclo che li ponga stabilmente ai vertici del calcio nazionale.

Non posso però esimermi dal rammentare che, neanche tanti anni fa, in occasione delle partite contro i bergamaschi, si udiva in gran parte degli stadi d’Italia un coro, tanto becero quanto però rappresentativo della considerazione che i tifosi avversari nutrivano nei confronti della Dea. Il coro era infatti “Ma che c@@@@ ci fa l’Atalanta in Serie A!”.

Ebbene, a partire dall’epoca di quel coro, l’Atalanta ha saputo intraprendere un cammino, in cui non solo ha continuato a scoprire e lanciare giovani di talento ma a sciorinare un gioco che, ad oggi, non ha eguali nel panorama del calcio italiano.

In tale contesto, però – e senza citare le tre “regine” del calcio nazionale, Juventus, Inter e Milan - non dovremmo mai dimenticare che ci sono altre squadre, con una storia nazionale, quali, ad esempio, Napoli e Roma che – per continuità di risultati, cui si accompagnano investimenti e bacino di utenza considerevole – meriterebbero costantemente una maggiore considerazione, all’atto dell’individuazione dei club per la partecipazione alle Coppe Europee. Non si tratta quindi di svilire il merito ma di giudicare una squadra sulla base di una continuità pluriennale di risultati.


Se smettessimo di essere sempre costantemente faziosi e di esprimere così commenti, che non tengono conto del contenuto delle dichiarazioni e del ragionamento sotteso ma solo del soggetto che le esterna, allora saremmo in grado di valutare nei giusti termini il senso delle frasi, che vanno sempre contestualizzate nell’ambito di un ragionamento e non estrapolate fuori dal contesto, allo scopo, neanche troppo recondito, di trovare nuovi argomenti per polemizzare.
Se poi si tratta di Juventus…