Un freddo gennaio stracolmo di gelo sta lentamente declinando.
Un mese particolare, simbolo di un anno tutto da scoprire e portatore di speranze, gioie e sogni da conquistare durante il celebre percorso che riconduce senza mezzi termini al 31 dicembre, la notte della festa e del resoconto che non si nasconde al tempo, ma vola alto in cerca di propositi congrui agli obiettivi da raggiungere. È il periodo del calciomercato, di quelle trattative che mirano a riparare i cocci delle squadre in netta difficoltà, con il solo scopo di porre un freno alle incertezze e alle possibili delusioni; sui più alti sgabelli dell’informazione si posizionano signori in giacca e cravatta pronti a raccontare le ultime news e i movimenti sospetti che popolano le fredde strade di città, prive in gran parte delle luci natalizie che avevano tenuto compagnia durante le festività. Poi, una volta che le porte del mercato si sono chiuse, mancate promesse e immensi ritorni si ritrovano coinvolti sul campo, unico mezzo per zittire le critiche e assumere le sembianze di eroi, tanto cari ai bambini.

Chiusa la pagina del mese di gennaio si apre il classico febbraio, ricco nella sua brevità di eventi musicali e calcistici di assoluto valore. Appare all’orizzonte il festival della canzone italiana, il mitico “Sanremo” che riunisce generazioni assai diverse dal timbro sonoro che accompagna i giovani durante i concerti. Sul palco dei sogni salirà infatti Claudio Baglioni, cantautore-conduttore che non ha bisogno di tante presentazioni; accanto a lui, danzeranno le battute di Virginia Raffaele e Claudio Bisio, personaggi di spettacolo in grado di intrattenere il pubblico dell’Ariston con le loro "sceneggiate cinematografiche", fonti di divertimento e passione. Isolando il contorno, che presenterà anche altre sorprese, agli occhi di tutti è rimasta la classica “beffa musicale”, diversa dal mondo del calcio, ma animata da incertezza e mancanza di parole. Sì, perché per usare un eufemismo, quest’anno a Sanremo i direttori saranno sprovvisti di “Caramelle”. Si intitola proprio così il brano proposto da Pierdavide Carone e dai Dear Jack, un pezzo che tratta di un argomento profondo da non sottovalutare affatto vista la falsità che affligge la nostra società. Oggetto del messaggio è la triste macchia della pedofilia, illecito comportamento che molto spesso si attacca con forza alle dinamiche del mondo moderno; un gesto disgustoso, ignobile e irrispettoso che deve essere fermato al più presto. I due cantautori si sono visti sbattere la porta in faccia con la conseguente esclusione dalla gara, ma orecchiando in radio le note di questa canzone è quanto mai coerente chiedersi il perché di tale rifiuto. Un arrivederci che non si è fermato all’interpretazione dei giudici, ma che ha trovato libera espressione negli ascoltatori e nel web, popolato da esaltazioni e messaggi volti a sensibilizzare un tema assai delicato per ogni categoria sociale.

È intervenuto persino Roberto Vecchioni che, grazie ad un passato da professore, ha definito il brano di Carone e i Dear Jack un pezzo di stile verista, capace di narrare tre storie di un realismo soggettivo che alla larga ricorda Verga e Capuana, celebri autori studiati anche a scuola che non verranno mai dimenticati. Un’esclusione seria che non può rimanere fuori dal portone dell’Ariston anche perché l’enorme successo ottenuto in radio e sui social dovrà avere effetti anche sul direttore Baglioni, esperto di canzoni profonde e mai banali. La speranza di tutti è che i due artisti vengano quantomeno invitati sul palco per inneggiare al rispetto della persona e alla sensibilizzazione di un tema drastico e purtroppo attuale.

Le classiche esclusioni non saranno contenute soltanto nel periodo che intercorre tra il 5 e il 9 di febbraio, ma popoleranno anche le settimane successive. Sì, perché nei giorni centrali del secondo mese dell’anno cominceranno le classiche sfide ad alta tensione della Champions League, Coppa dalle grandi orecchie che tutti sognano di alzare. Un coro che partirà con la Roma di Eusebio di Francesco e il Manchester di Solskjaer, impegnate rispettivamente contro Porto e Psg; sfide di alta classe e battaglie infernali che precederanno il Real Madrid e il Liverpool, vogliosi di tornare in finale per aggiornare una bacheca già ricca di titoli.

I riflettori saranno fissati però sulla Juventus di Massimiliano Allegri che se la vedrà contro l’Atletico Madrid del Cholo Simeone in una sfida di altri tempi e basata sul nervosismo mentale, sensazione che spesso mette in difficoltà le squadre che affrontano sia la vecchia signora che i colchoneros. Una Champions da vivere fino all’ultimo respiro è pronta a ripartire e vista la voglia di vittoria di ogni club presente nel torneo è facile intuire che mancheranno le classiche “Caramelle” offerte per pareggiare i conti. Quelle caramelle che non devono esserci in una competizione europea, ma che in un festival sarebbero state doverose.