Prima era un angelo disceso dal cielo, poi un traditore e infine un fenomeno.
Lautaro Martinez in queste ultime settimane è stato bersagliato sia dalla stampa che dai tifosi, per l'interesse del Barcellona, ma soprattutto per la prestazione opaca fornita al San Paolo di Napoli nella semifinale di Coppa Italia. "Traditore, mercenario e sopravvalutato", raccontavano i sostenitori nerazzurri e i giornalisti "faziosi", a denotare un non attaccamento alla maglia e un pensiero rivolto oramai verso il Camp Nou. Circolavano già i nomi di Werner (ufficiale al Chelsea), Cavani, Aubameyang e persino Belotti, sembrava tutto finito e già deciso, come scrivevano da Barcellona. Poi, improvvisamente, basta una scintilla per ritornare al pensiero primordiale, trascinato via dal mercato e dalle considerazioni di chi si ritiene portatore sano di "interismo": colpo di tacco per il compagno Lukaku, grinta in stile Conte e gol segnato, complice anche un ottimo assist di Candreva.

Il ritorno del sereno, anche dopo le parole di Beppe Marotta, che con il suo ottimismo verso la permanenza dell'argentino ha lasciato filtrare già un principio di accordo per il rinnovo, nonostante il pressing ancora in atto del Barcellona. Quel che è certo, però, è che come dicevamo già in passato non è facile riprendere a giocare dopo un periodo di nulla cosmico quale è stato il lockdown; se c'è un allenatore in grado di tirare fuori il meglio dai suoi giocatori in qualunque circostanza quello è proprio Antonio Conte, ma non tutti i protagonisti reagiscono fisicamente nello stesso modo. Probabilmente Lautaro è uno di questi, o forse no, ma le critiche arrivate all'argentino sono state incomprensibili e snervanti sia per per l'ambiente sia per il ragazzo. E pensare che lo stesso giocatore non ha mai espresso la sua volontà di lasciare l'Inter, a Milano si trova bene ed è al centro del progetto. Certo, le lusinghe di uno dei club più forti al mondo come il Barcellona potevano sicuramente distrarre, ma il comportamento tenuto dal Toro è stato esemplare, a differenza della stragrande maggioranza dei tifosi, che già cercavano il sostituto.

La trattativa macchiata dal silenzio. Sembra un paradosso, eppure Lautaro, per fortuna, non ha copiato neanche un atteggiamento dal suo connazionale Icardi, preferendo l'attesa alle dichiarazioni. La sfida di ieri contro la Sampdoria testimonia un amore solo e soltanto per l'Inter, come del resto abbiamo potuto capire dal lavoro sporco intrapreso per tutta la partita e dalla grinta felina che ha sempre aizzato il Meazza. Questo ed altro per un ragazzo che alla sua seconda stagione in Italia è diventato una spina nel fianco per ogni difesa, totalizzando ben 12 reti in Serie A, aspettando l'Europa League. Dovrebbero parlare ora gli intellettuali della critica calcistica, perchè Lautaro potrà anche andare al Barcellona, ma resterà sempre un fenomeno che in un momento difficile non è stato supportato a dovere.