Storie di calcio - stagione II - episodio XIV

"Je so' pazzo, je so' pazzo, e vogli'essere chi vogli'io ascite fora d'a casa mia, Je so' pazzo, je so' pazzo ho il popolo che mi aspetta e scusate vado di fretta. "

Forse ci fate caso, ma la canzone di Pino Daniele (che è uscita nel 1979), fa proprio riferimento al nostro ultimo protagonista della seconda stagione di "Storie di calcio".
Per la prima volta racconto la storia di un giocatore argentino: dopo varie scelte ho deciso di puntare proprio su di lui, ovvero su Martin Palermo.
Nato a La Plata il 7 novembre 1973 da una famiglia argentina di origini italiane (precisamente siciliane), il ragazzo debutta nel mondo del calcio nel 1991 dove gioca per sette stagioni nell'Estudiantes, squadra della sua città. Dal 1997 al 2001 vive la sua prima esperienza nel club più famoso di tutta l'Argentina insieme al River Plate: il Boca Juniors.
Avviene la cosiddetta consacrazione: durante la Copa Libertadores del 2000, gli Xeneizes vinsero prima i preliminari e poi la finalissima grazie ai suoi goal. La sua doppietta nella Coppa Intercontinentale consente al Boca di battere il Real Madrid. Palermo venne premiato come miglior giocatore della manifestazione. Nel 1998 vince il suo primo Pallone d'oro sudamericano. In cinque annate con gli Azul y oro colleziona 108 presenze e 91 goal segnati, vincendo tra l'altro il campionato d'Apertura nel 1999, nel 2000 e quello di Clausura nel 1999.
Queste vittorie attirarono molte attenzioni nei club europei che volevano a tutti i costi l'attaccante argentino. Tra queste c'era un club italiano: la Lazio di Eriksson. L'affare da 25 miliardi di lire (previsto per il mese di gennaio) saltò clamorosamente a causa di un grave infortunio ai legamenti. Un grande rimpianto per i biancocelesti, che erano costretti a dire addio al sogno di vedere "il Titano" nella capitale.

Si trasferisce agli spagnoli del Villarreal dove colleziona diciotto goal nelle sue tre stagioni. Nel 2001 avvenne un episodio particolare; mentre stava festeggiando una sua rete, crollò nella sua gamba destra, un muretto che sosteneva un cartellone pubblicitario (spinto dalla foga dei loro tifosi): frattura esposta di tibia e perone e sei mesi di stop. 

Le avventure (oltre con il Villarreal) con il Betis e nell'Alaves furono deludenti e poco fortunate. A quel punto, El Loco prese una decisione importante: vuole tornare nella sua casa dove si è confermato, dove la gente ha il suo cognome nel cuore. Lo aspetta di nuovo il Boca Juniors e la sua seconda esperienza nel 2004 sarà ancora più bella di prima.
Palermo visse difatti l’apogeo della sua lunga vita calcistica, giocando altre 280 partite, condite da 145 reti.
Vinse con i gialloblù il campionato di Apertura del 2006 e la Coppa Libertadores 2007. Nel 2008 ebbe di nuovo un grave infortunio che lo costringe a stare fuori dal campo per ben sei mesi. 
Come dimenticare, quel colpo di testa da metà campo (38 metri con esattezza) in Boca-Velez del 5 novembre 2009, il tutto cinque giorni prima del match tra Argentina e Perù con l'Albiceleste che staccò il pass verso i mondiali sudafricani. Divenne il miglior protagonista nel Torneo Clausura del 2010, dove realizza dieci goal in diciannove partite. Tra questi, ricordiamo quello messo a segno il 2 marzo contro il Vélez Sársfield, che è stato il gol nº 218 nel Boca, che gli ha permesso di raggiungere Roberto Cherro. Con i due gol realizzati in seguito contro l'Arsenal de Sarandí, è diventato il più grande cannoniere della storia del club.

Nel suo ultimo Superclasico, il Titano segna il definitivo due a zero con un goal di testa dopo essersi appeso alla traversa. Alla sua ultima partita giocata il 18 giugno 2011 contro il Banfield (finita in parità), Palermo annuncia il suo addio al calcio giocato dopo venti anni di carriera da vincente.

La società Xeneize gli ha dedicato un monumento dall’altezza di 3,20 m, come omaggio per le imprese compiute con la maglia del Boca, di cui è senza dubbio uno degli attaccanti più forti di sempre.
Con la nazionale argentina, El Loco entra dritto nella storia della Copa America 1999. Sbagliò perlomeno tre calci di rigore nella stessa partita contro la Colombia persa per 3-0. Dall'ora, con Maradona venne scelto tra i 23 convocati per il mondiale 2010. Riesce a debuttare a soli 36 anni in una fase finale della rassegna sudafricana, subentrando a Diego Milito all'80º minuto di gioco e segnando un gol dopo soli nove minuti dal suo ingresso in campo. 
Lo storico presidente del Boca Juniors nonchè dell'Argentina Mauricio Macri affermò: "Il tifo Xeneize è come un’onda, che va dominata al meglio, altrimenti c’è il rischio di affogare. Martin è stato un grande surfista in campo, uno che ha sempre dominato le onde (vedasi, le pressioni) con chirurgica maestria."


Bene amici, con questo episodio termina finalmente la seconda stagione.
Voglio ringraziare tutti quanti voi per avermi accompagnato in un viaggio bellissimo. È stato un piacere raccontare le storie di molti giocatori che hanno segnato l'epoca del nostro calcio: da Blissett passando per Lalas, Scirea, Re Cecconi e così via.
Prossimamente ci sarà anche la terza stagione e inoltre debutterà (spero a dicembre oppure nel 2023) una nuova rubrica e più in avanti vi svelerò alcuni dettagli. 

Infine un ringraziamento speciale va allo staff di Vivo per Lei, che mi ha permesso di vincere il mio primo trofeo dopo tre anni e per aver scelto nei trofei della critica uno dei miei quattordici episodi appena raccontati.
A presto amici miei.
Pasqui