Ah il mitico Toldo, che bei ricordi… Era l’epoca della migliore Inter del 21° secolo, un portiere che con le sue parate ci ha emozionato per un decennio offrendoci il suo contributo nella corsa verso il sogno. Francesco era agli inizi un giovane ragazzetto umile del veneto a cui piaceva giocare a calcio e così inizia giocando nella squadra dell’oratorio della sua parrocchia, a lungo andare viene notato e viene ingaggiato dalle giovanili del Montebelluna all’età di 12 anni. Sembra arrivare per lui il momento del grande salto quando sulla sua strada si inserisce il Milan. Il Milan però non crede in lui e lo manda in prestito al Verona, al Trento e al Ravenna ma nonostante tutto non andrà mai ad accasarsi dai rossoneri. C’è una squadra però che lo nota e decide di credere in lui: è la Fiorentina che all’epoca militava in Serie B. I gigliati credono subito in lui e lo lanciano subito titolare egli contribuisce alla promozone in serie A e la stagione successiva Toldo fa il suo esordio in A. Le sue formidabili paratone spingono la Fiorentina a riscattarlo dal Milan. Nel stagione 1995-1996 vince il suo primo trofeo: la Coppa Italia e in seguito della Supercoppa. Seguono anni bui dove Toldo riesce a mantenere inviolata la sua porta salvando più volte la sua squadra e si arriva alla stagione 2000-2001 durante la quale con Roberto Mancini in panchina vince la sua seconda Coppa Italia. Dopo di ché la società fallì e il 4 luglio dello stesso anno Toldo si accasò all’Inter squadra nella quale restò ofino alla fine della propria carriera. I suoi primi anni in nerazzurro sono turbolenti e spesso e volentieri reglano poche soddisfazioni. Il primo anno la squadra raggiunge la semifinale di Coppa Uefa e perde lo scudetto all’ultima giornate nel famoso 5 maggio del 2002. La scarsa prestazione generale della squadra continuerà fino alla stagione 2004-2005 anno in cui con Roberto Mancini in panchina la squadra vincerà una Coppa Italia. Tuttavia Mancini è cambiato, non si affida più tanto a lui come alla Fiorentina. Mancini lancia titolare un giovanissimo Julio Cesar e relega Toldo in panchina. Francesco accetta il ruolo di comprimario nonostante le tante offerte anche prestigiose. Egli accetta d’insegnare a Cesar i segreti del mestiere. Egli rimarrà all’Inter fino al 2010 anno in cui l’Inter vincerà l’agognato treble. Parlando del capitolo nazionale dovremmo fare un passo indietro fino al 1995 quando l’allora CT della Nazionale maggiore Arrigo Sacchi decide di premiare il suo spirito di sacrificio e la sua ottima stagione con la Fiorentina. Sacchi monitorandolo durante la stagione e durante le qualificazioni a Euro1996 decide di convocarlo per l’Europeo. Anche in Nazionale Francesco fa gavetta non partendo quasi mai titolare e partendo sempre dietro ai compagni Gigi Buffon e Pagliuca. Arriva il suo momento quando venne chiamato in causa da Dino Zoff, che di portieri se ne intendeva per mestiere, partendo da secondo portiere all’Europeo del 2000 dietro Buffon. Purtroppo però quest’ultimo si infortunò alla vigilia e Toldo divenne titolare per tutto la competizione. Toldo disputa partitone incredibili scaldando i guantoni molte volte e salvando gli azzurri in più occasioni, come ad esempio nella semifinale contro i Paesi Bassi dove parò molti tiri non semplici e diversi rigori alla fase a rigori per l’appunto. La squadra dunque passò in finale ma nonostante tutto venne sconfitta dalla Francia che vinse con il punteggio di 2-1. Con il nuovo ciclo made in Trapattoni il futuro sembra roseo per lui: il Trap subito lo lancia titolare relegando Buffon in panchina per le qualificazioni al Mondiale del 2002. Dopo le prime partite però il mister ritorna sui suoi passi e decide di affidare di nuovo a Buffon la maglia da titolare. Anche in Nazionale Toldo decide di accettare il ruolo di comprimario e viene convocato per il Mondiale del 2002 e per l’Europeo del 2004 alla fine del quale decide di dire addio alla Nazionale nonostante avesse davanti ancora molti anni floridi. Alla fine del ciclo targato Mourinho egli si ritira dal calcio giocato ed entra nelle file dirigenziali di Inter Campus decidendo di continuare a far parte della grande famiglia nerazzurra stando vicino ai più giovani aiutandoli con la sua esperienza. Nel 2011 diviene l’allenatore dei portieri della Nazionale under20. IN seguito diverrà collaboratore tecnico di Biagio nel’under21. Noi abbiamo avuto tanti grandi numeri uno nella nostra storia, dai Zenga ai Cesar fino ai Pagliuca. Ma tu Francesco rimarrai sempre speciale per noi, quell'aria di spensieratezza che mettevi in campo, la tua professionalità, la tua onestà e la tua simpatia ti hanno fatto entrare nei nostri cuori e non ti hanno fatto più uscire. Potevi andare via alla ricerca di un ingaggio più alto e di un minutaggio più elevato, ma hai messo il cuore davanti ai soldi e alla carriera, hai deciso di diventare una nostra piccola bandiera, una bandiera che per lo più non c aiutava sul campo ma fuori dallo stesso nello spogliatoio. Quando eri in campo ti facevi sentire, eri un motivatore nato, spingevi sempre tutti a fare meglio, eri capace di convincerli di essere buoni difensori anche se prendevano sei gol eri mitico. Sarai sempre uno dei nostri migliori portieri Francesco sappi che siamo stati onorati di avere avuto tra i pali un uomo come te.