Walter Samuel, un nome una sicurezza. Noi tifosi nerazzurri solo vedendo il suo nome nella formazione iniziale già ci sentivamo sicuri, sicuri che dalle parti di Cesar non sarebbe passato neanche uno spiffero. Il suo soprannome d’altronde è già di per sé un’indicazione; Walter era un difensore roccioso dotato di una notevole potenza fisica, ma che nonostante la stazza era anche molto agile nel recuperare e molto bravo nei colpi di testa dall’alto dei suoi 1,83 metri di altezza. Walter però non è stato sempre la roccia che tutti noi amanti del calcio conosciamo, anche lui ha dovuto affrontare brutti periodi; il padre lo ha abbandonato quando era piccolo e Walter quando è diventato più grande ha cambiato il suo cognome originario Lujan in Samuel, che era quello del suo padre adottivo. Walter però non si è fatto abbattere dalle difficoltà, il suo sogno era giocare a pallone.

La storia di Walter inizia il 23 marzo 1978 a Firmat, la sua data di nascita; Walter, come tutti i giovani argentini dell’epoca, viveva sognando Maradona e anche lui sognava di fare l’attaccante. Walter era un ragazzo come tanti in Argentina, giocava in un campetto cittadino con la porta delimitata da due magliette poggiate a terra e sognava di diventare un grande attaccante, di quelli che trascinano alla vittoria la loro squadra a suon di goal. La carriera di Walter comincia nelle giovanili del Firmat, dove viene allenato da Osvaldo Corsetto, il quale si accorge però ben presto che quel bambino dagli occhi color ghiaccio non avrebbe mai fatto strada stando in attacco. Decide così di arretrarlo, posizionandolo al centro della difesa. Corsetto ancora non sa che l’idea di cambiargli ruolo farà diventare Walter uno dei più grandi centrali difensivi del mondo.

Walter inizia a sua carriera nel 1996 nei Newell’s Old Boys dove gioca per ben due stagione collezionando 42 presenza e 0 reti.

La Bombonera era lo stadio dei sogni di bambino, e col Boca ho vinto tutto. Nei derby col River sentivi il campo tremare, l’emozione prendeva alla gola”.

Queste le parole di Walter in una sua intervista allo Sport24, Walter infatti nel 1997 passa al Boca Juniors dove arriva nell’ultimo giorno di mercato. È finito il tempo dei giochi, Walter è chiamato a dimostrare quanto vale, e non se lo fa ripetere due volte: nelle tre stagioni trascorse con la maglia del club di Buenos Aires vince infatti Apertura, Clausura e Libertadores, per un totale di 77 presenze impreziosite da 4 reti. Nel 2000 viene ingaggiato dalla Roma che vede le sue qualità e lo porta in Italia per 34 miliardi di lire offrendogli un quadriennale per 162 milioni di lire al mese. Nella squadra giallorossa resta quattro anni vincendo, già al primo anno, uno scudetto e una Supercoppa italiana, guadagnandosi il posto fisso in Nazionale. Iniziando così a farsi conoscere al panorama internazionale. Più tardi avrebbe dichiarato:

“Alla Roma ho passato anni fantastici, lì è nata la mia prima figlia, è una squadra che porto nel cuore perché mi ci sono trovato bene. Quando abbiamo vinto lo scudetto è stato indimenticabile

Lascia la Roma per passare al Real Madrid nel 2004, dopo aver collezionato 122 presenze e 9 reti.

Viene pagato ben 25 milioni di euro dal presidente Florentino Perez che crede in lui. Samuel però passa un anno difficile a Madrid, sembra aver perso la grinta che l’ha sempre contraddistinto. Il pubblico non riesce ad innamorarsi del suo gioco, lo ritiene troppo rozzo. Per sua fortuna è arrivato Massimo Moratti a prenderlo. Il 1 agosto 2005 si trasferisce all’Inter per 16 milioni di euro. Samuel in nerazzurro si mostra fin da subito devastante: da Cordoba a Burdisso, passando per Materazzi e Lucio, chiunque sia il suo compagno di reparto, il Muro è sempre artefice di prestazioni eccellenti. Conquista rapidamente i tifosi nerazzurri, che non restano indifferenti di fronte al suo tempismo perfetto, alle sue gradi doti aeree e alla sicurezza e grinta con cui difende la porta nerazzurra. “Ho sempre odiato prendere gol, anche in allenamento. Mai abituato all’idea, non ci riesco. Detesto vedere la palla che entra nella mia porta” risponde in una sua intervista.

“Dell’Inter porterò sempre nel cuore le vittorie, tutte di una squadra matta, ogni partita era sempre aperta fino all’ultimo: mai stati capaci di chiuderne davvero una”

Già al primo anno vince subito dei titoli come alla Roma: lo scudetto assegnato a tavolino dopo lo scandalo Calciopoli, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana. Anche il muro però a volte deve cedere. È il 23 dicembre 2007, 17° giornata del campionato 2007-2008 Inter-Milan; Kaka cerca un varco per infilarsi in area ma non ha fatto i conti con Walter, Samuel lo spinge a un repentino cambio di direzione, si gira ma il suo ginocchio fa un movimento innaturale, nonostante tutto Walter continua a marcare Kaka e cade a terra solo quando l’arbitro ferma il gioco. Walter subisce un infortunio molto grave al ginocchio sinistro che lo terrà lontano dai campi di gioco per quasi un anno. Nonostante tutto la squadra vince lo stesso il terzo scudetto consecutivo. Walter rientra in campo il 9 novembre 2008 contro l’Udinese. L’Inter vincerà anche quello scudetto arrivando a 4 di fila.

“E’ stato veramente emozionante, quando i miei compagni mostrarono la mia maglia dopo l’infortunio. Era la seconda volta che mi capitava un infortunio brutto e ho pensato davvero al peggio”

Walter era nei cuori nerazzurri tanto da essere diventato quasi un idolo. Celebre era diventata la sua frase nella tifoseria nerazzurra:

“Quando un attaccante ti vuole umiliare con dribbling, veroniche e slalom, fagli sentire lo spessore dei tacchetti sullo stinco” Tutti gli attaccanti lo sapevano: dopo due, massimo tre minuti di gioco, arrivava il suo avvertimento. Fallo alla Samuel l’ha addirittura chiamato qualcuno, quasi l’avesse inventato lui. Appena dopo il fischio di avvio da parte dell’arbitro The Wall faceva subito capire al centravanti avversario chi comandava, quasi a marchiare il territorio e statene certi: nessuno ha mai provato a trasgredire i suoi avvertimenti!

L’anno dopo nella stagione 2009-2010 in occasione di Inter-Atalanta del 24 aprile tocca 100 presenze in serie a con la maglia nerazzurra, in quella mitica stagione la compagine di Mourinho conquista il Triplete ossia conquistando lo scudetto, la Coppa Italia e la Champions League, in quella stagione c’è una partita che occupa un posto speciale nel cuore di Walter, Inter-Siena valevole per lo scudetto. La partita è inchiodata sul 2-3 per il Siena. Sneijder segna il pareggio, ma il mister vuole vincere e allora mette Samuel in posizione avanzata, lo fa giocare in quel ruolo che Samuel avrebbe voluto interpretare quando era bambino, Samuel non lo tradisce. La porta non è più delimitata da due maglie poggiate a terra, ma la voglia di fare goal è sempre la stessa di quando era bambino. La palla giunge tra i suoi piedi e Samuel non se lo fa ripetere due volte: controllo, sinistro preciso nell’angolino; pubblico in visibilio. Samuel aveva realizzato anche l’ultimo dei suoi sogni, segnare da bomber di razza, come quel Maradona che lui e i suoi coetanei provavano a emulare nelle strade polverose della sua patria. Samuel portò l’Inter a conquistare il secondo titolo di quell’anno verso il Triplete, verso quel 22 maggio tanto caro ai tifosi interisti, verso la leggenda. Il 21 agosto successivo la squadra vince a Roma anche la Supercoppa completando al meglio quella fantastica stagione in cui vincerà anche un Oscar al Calcio AIC e il premio per il miglior difensore dell’anno.

Purtroppo la stagione successiva inizia con il peggiore dei modi: il 6 novembre 2010 contro il Brescia Walter si infortuna nuovamente, questa volta al legamento crociato anteriore e collaterale esterno del ginocchio destro. Per colpa di questo infortunio non potrà prender parte alla vittoria dei suoi compagni nel Mondiale per Club. Nonostante questi due gravi infortuni nella sua carriera, Walter non si arrende e non si ritira. Il 15 maggio 2011 torna in campo contro il Napoli subentrando ad Andrea Ranocchia il 77° minuto. Il 29 maggio successivo conquista la sua terza Coppa Italia non prendendo parte tuttavia alla finale. Il 5 febbraio 2012 conquista un suo record personale; in occasione di Roma-Inter infatti, celebra 500 presenze tra i professionisti. Il 7 ottobre successivo celebra un altro riconoscimento, con la vittoria sul Milan con un suo gol nel terzo minuto di gioco, festeggia le 10 vittorie su 10 nel derby della Madonnina. Il 15 febbraio 2014 indossa per la prima volta in occasione della partita vinta con la Fiorentina, la fascia da capitano vista la assenza sincrona di Zanetti e Cambiasso. Ma tutte le storie belle prima o poi finiscono.

“E l’atmosfera di San Siro non me la scorderò finché campo. È stato bello. Anche finire adesso, al momento giusto”

Il 10 maggio 2014 verso le dieci e mezza di sera Samuel saluta commosso il suo pubblico, quella infatti è stata per lui la sua ultima partita con l’Inter insieme ai suoi compagni argentini Milito, Zanetti e Cambiasso. Per la prima volta dopo tanto Walter piange, non piange per un infortunio, non per una sconfitta; piange di gioia perché aveva avuto il privilegio che non tutti i calciatori hanno nella propria carriera: essere amato dai propri tifosi, e questo vale più di mille trofei. Walter saluta l’Inter dopo 236 partite e 17 reti in 9 anni, dopo aver vinto ben 13 trofei.

“I nove anni in nerazzurro sono stati indimenticabili: con il passare del tempo vedevo che negli occhi degli avversari cresceva il rispetto, il timore, perché arrivavamo noi”

Il 23 luglio 2014 si trasferisce al Basilea dove militerà per le ultime due stagioni della sua carriera. Debutta nella settima giornata contro gli Young Boys e segna il suo primo gol il 29 maggio 2015 contro il San Gallo contribuendo in modo decisivo alla vittoria per 4-3. Si ritirerà alla fine della stagione 2015-2016 dopo 44 presenza con il Basilea condite da 3 reti.

In Nazionale invece non ha raccolta granché. Ha partecipato con la selezione uder20 al mondiale di categoria svoltosi in Malesia nel 1997. La nazionale minore però gli stava un po' stretta e dopo 6 presenza passa subito nella Nazionale maggiore dove ha militato dal 1999 al 2010. Non ha vinto molto, solo un argento alla Confederations Cup nel 2005. Ha preso parte però a due mondiali (2002 e 2010) e alla Coppa America del 1999. In totale ha totalizzato ben 56 presenza e 5 reti, di cui una nella sua partita d’esordio contro il Venezuela. In totale nella sua carriera ha totalizzato tra nazionale e club ben 700 presenze e messo a segno 44 gol.

Dopo essersi ritirato ha fatto parte dello staff tecnico di Stefano Pioli all’Inter dal 15 novembre 2016 al 9 maggio 2017. Il 21 giugno successivo viene ingaggiato da Pierluigi Tami sulla panchina del Lugano e lui va lì per fare il vice. Nel 2018 a seguito dell’esonero di Tami, lascia l’incarico. Walter Samuel è stato per tutti gli interisti un’icona e lo è tuttora. Sarà ricordato come uno dei migliori difensori della sua stagione e i suoi tifosi sempre lo porteranno nel cuore. Ora all’Inter c’è Milan Skriniar e tutti gli interisti già lo vedono come il suo erede. Io non posso stabilire se Milan sia o no il suo erede, ma una cosa la posso dire: Samuel è unico e nessuno arriverà a significare quello che è stato lui per un’intera generazione: una leggenda.