Una rosa dal valore di oltre 650 milioni, un presidente milionario e un tecnico, che fino a due anni fa, faceva gola a tutte le big d'Europa per i miracoli compiuti a Siviglia, non sono bastati per battere un Real Madrid che, anche se in campionato zoppica, in ambito internazionale fa valere la legge del più forte.

La coreografia dei parigini è stata degna al supporto della propria squadra che aveva tutti i mezzi per proseguire la cavalcata fino allo stadio Olimpico di Kiev in Ucraina, anche l'acquisto più oneroso della storia del calcio mondiale Neymar, faceva ben sperare per i parigini che avevano messo da settembre lo Champagne in frigo e pronto a tirarlo fuori sotto la Torre Eiffel per i festeggiamenti.

Ma si sa, il pallone è tondo, i soldi non fanno grandi le squadre e i campioni si vedono in queste occasioni, e proprio i campioni sono mancati. Uno su tutti il tecnico Unai Emery, colui che era ritenuto da tutti un fuori classe della panchina, lo spagnolo da quando è a Parigi, ha sempre mancato l'obbiettivo principale della stagione, la Champions League, o per lo meno arrivare più in la con la competizione.

Uscire agli ottavi è una vera e propria catastrofe sportiva per la dirigenza, che fatti due conti,hanno perso la bellezza di 50 milioni di introiti dovuti alla competizione. E i soldi, dopo tanto spendere alle casse del club farebbero effetto aria fresca.

Il campionato francese ha poco da dire con la corazzata parigina che detta legge in lungo e in largo. Lo spessore tecnico-tattico della Ligue 1 è poca roba per chi ha in campo contemporaneamente Neymar, Thiago Silva, Marquinos, Verratti, Di Maria, Mbappè, Rabiot ecc ecc e a marzo, già da anni, si festeggia lo scudetto.

Il presidente dei parigini l'estate scorsa ha preparato un'omelette prelibata, portando nella capitale ottimi ingredianti come giovani talenti e tenendo capioni tentati dai migliori club del mondo. L'acquisto di Neymar è stato un chiaro messaggio: "posso fare quello che voglio per vincere." creando un precedente mai visto; un campione nel fiore dei suoi anni lascia il Barcellona.

E qui la nostra omelette trova un ingrediente che al presidente, ormai da tempo, è indigesto. Il tecnico spagnolo, fin dal suo arrivo, non ha mai saputo controllare uno spogliatoio paragonabile ad un covo di prime donne. Imporre una disciplina non è stato il suo forte e le notizie che trapelavano fuori dal centro sportivo, vedi la discussione tra il fuoriclasse brasiliano e Cavani, o i mal di pancia di Ibrahimovic, non hanno mai fatto piacere alla dirigenza francese.

Se i risultati in patria non si duscotono, quando la squadra è chiamata a confrontarsi in Europa si va incontro a disastri poco pronosticabili come il 6-0 contro il Barca l'anno scorso e il 3-1 a casa del Real nel momento peggiore degli spagnoli.

Ora l'avventura di Emery sembra arrivata al capolinea. Vinto lo scontato scudetto e presumibilmente anche la coppa di Francia lo spagnolo lascerà la panchina a...

...colpo di scena...

Ai parigini piacerebbe portare all'ombra della Torre Eiffel il nostro Antonio Conte.

Il tecnico leccese sia per tattica e tecnica non dispiace alla dirigenza capitolina,il suo modo di preparare le partite e il suo amore per la disciplina sarebbero la cura per questo PSG tanto talentuoso quanto indisciplinato dentro e fuori dal campo.

Il suo approdo in Francia creerebbe un effetto domino sulle panchine.

Tagliato fuori da un ritorno in Nazionale, cosa che non aggrada Conte in quanto vorrebbe respirare l'aria calcistica giornalmente e non ogni quattro mesi,e con  Ancellotti conteso tra Chelsea e Arsenal,la candidatura di Mancini appare la più palpabile.

Parigi è la città dell'amore e dei ristoranti di lusso e non si sa mai che Conte lo trovi proprio qui sto benedetto  ristorante da 100 Euro.

 

Grazie

 

ILPARLAFUS