Una società che vuole stare ai massimi livelli e vuole e deve vincere, come può essere il Milan, deve avere la capacità di mutare a volte in base agli avversari.
Purtroppo non si può sempre vincere giocando nello stesso modo propositivo e offensivo, a volte occorre pragmatismo. Non si può sempre essere belli e sorridenti. A volte occorre essere brutti, sporchi ma efficaci. Sapere leggere bene le partite e interpretare bene diversi moduli o in maniera diversa lo stesso modulo anche in base agli interpreti che possono ricoprire il medesimo ruolo ma farlo in modo diverso, può essere una giusta chiave di lettura, anche in base agli avversari.
Per fare un esempio, se una squadra gioca di rimessa e contropiede, a me avversario non conviene tenere la difesa alta, perché rischio di prendere delle imbucate ed espongo i miei difensori a dei rischiosi uno contro uno, dove magari gli stessi sono anche costretti a ripiegare dietro e quindi a ritrovarsi a dover rincorrere i contropiedisti avversari.
Non sempre si può proporre nel calcio lo stesso modo di giocare. Posso anche giocare con lo stesso modulo, ma farlo in maniera diversa sia per tutta la partita, e sia parzialmente, per un periodo di tempo durante la partita, magari per portare a casa la vittoria. Bisogna anche adeguarsi agli avversari e trovare le giuste contromisure. Da qui la capacità di mutazione che è importante abbia un top team anche per essere maggiormente imprevedibile.

Non amo molto i tecnici testardi che si incaponiscono con un modulo se poi non hanno gli interpreti adatti per eseguirlo.
Anche qui faccio un esempio: se un tecnico è bravo a giocare con la difesa a tre, non deve essere sciocco da fare quel modulo se non ha gli uomini adatti per farlo. Sarebbe nefasto, da qui mi ricollego al concetto espresso prima, la capacità di essere concreti ma camaleontici. In base sempre agli avversari. Ciò non significa rinunciare a proporre un calcio offensivo, a trazione anteriore o dinamico, del quale sono un fautore, ma tuttavia essere consapevoli che a volte, in base agli avversari, occorre non essere sempre gli stessi ma essere un po' diversi. E in base agli uomini, scegliere il modulo migliore per le caratteristiche di essi.

Nel calcio moderno occorre anche avere una buona profondità della rosa e il coraggio di osare, ovvero di pescare bene dalle giovanili, che sia primavera o under 23, e sfruttare i migliori giovani.
E' il caso del Milan che deve sfruttare al meglio le proprie risorse che sono preziose e ancora inesplorate. Le partite sono tante e il calendario è fitto di impegni ed è normale non solo fare turnover ma anche poter incappare in degli infortuni, ragion per cui bisogna avere il coraggio di pescare tra i propri giovani così da avere sempre più frecce al proprio arco.

La primavera di Ignazio Abate sta mettendo in mostra diversi elementi interessanti. Quello che è sulla bocca di tutti è il bomber classe 2008 Francesco Camarda, attaccante. Più di 500 gol realizzati nelle giovanili passate e ora è in primavera ed è sotto età di due anni, ovvero gioca con gente più grande di lui. Va fatto crescere con calma ma già sta facendo vedere di che stoffa è fatto, sia nel campionato primavera che in youth league. Nei primi suoi 160 minuti in primavera tra Campionato e youth league, 6 partite e 6 gol. Il tutto alla tenera età di 15 anni, 6 mesi e 16 giorni.

Tuttavia chi reputo pronti per la prima squadra da subito sono Kevin Zeroli e Alex Jimenez. Kevin Zeroli è già in prima squadra e fa la spola con la primavera. Giocatore interessantissimo, Kevin Zeroli, classe 2005, alto 1.87, sa destreggiarsi molto bene sia da centrocampista centrale e sia da mezz'ala. Discreta tecnica di base, ampi margini di miglioramento, viene visto come un classico numero 8 e può giocare sia in un centrocampo a due che a tre. Gioca in maniera matura, semplice ed efficace oltre che concreta, ha un buon controllo di palla e una buona visione di gioco ed è un ottimo uomo assist. Sa pulire i palloni che arrivano e dare ordine al centrocampo, ma ha anche ottime capacità di inserimento ed è bravo nel colpo di testa, vista anche la sua altezza e il suo fisico slanciato. Il suo piede preferito è il destro ma si diletta anche con il piede debole.

Alejandro "Alex" Jimenez Sanchez è un terzino destro spagnolo che arriva dalla cantera del Real Madrid. Doveva essere aggregato alla prima squadra del Real Madrid ma un infortunio gli ha fatto perdere questa chance e anche la titolarità con la primavera del Real Madrid. Giocatore di caratura superiore, alto 1.71, veloce, dinamico, scattante, è dotato di un ottimo dribbling in velocità, crossa bene, deve migliorare in fase difensiva ma soprattutto essere meno irruento. Molto fumantino, ogni volta che subisce fallo, va subito a brutto muso contro gli avversari. Temperamento un po' troppo caliente e focoso, deve domare i bollenti spiriti quando è in campo perché è troppo adrenalinico. Ma tecnicamente è valido e ha margini importanti di miglioramento.

Zeroli può essere, anzi è una alternativa, un jolly prezioso per il centrocampo del Milan e più giocare al posto di Adli come playmaker centrale, ruolo dove ci sono anche Krunic e Bennacer, oppure come mezz'ala tecnica al posto di Loftus-Cheek e Musah, mentre Jimenez può essere un cambio di Florenzi e del capitano Davide Calabria come terzino destro. Calabria e Florenzi possono anche giocare a sinistra come terzini come vice di Theo Hernandez 

Tornando un attimo al Piolismo e al modo diverso di interpretare i ruoli, il 4-3-3 marchiato Stefano Pioli è diverso in base agli uomini che lo interpretano. Ipotizziamo un 4-3-3 con Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori, Theo Hernandez; Loftus-Cheek, Adli, Reijnders; Pulisic, Giroud e Leao, è senz'altro diverso da un 4-3-3 composto da: Maignan; Calabria, Kjaer, Kalulu, Theo Hernandez; Musah, Krunic, Pobega; Chukwueze, Okafor, Leao, per il semplice fatto che un Kjaer per esempio è un difensore di posizione più lento rispetto a un Tomori, che magari può tenere la linea più alta perchè è più veloce.
Stesso discorso lo si può fare con Krunic play centrale, che è più difensivo e meno tecnico di Adli, ma che è migliore rispetto al francese in fase di interdizione, o lo stesso Musah che come mezz'ala destra è diversa da Loftus Cheek che tende a giocare più verso il centro e ad inserirsi mentre Musah tende più ad allargarsi e a cercare la fascia andando sul fondo. Come avete potuto constatare da questi esempi, stesso modulo ma modo di giocare diverso perché alcuni interpreti fanno un ruolo in maniera diversa rispetto all'altro.

L' essere ibridi e camaleontici e avere la capacità di cambiare modulo e cambiare modo di interpretare un modulo e quindi avere diversi modi di giocare è sicuramente un fattore positivo che permette di potersi adeguare ad ogni avversario e affrontarlo nel migliore dei modi, ma un'altra cosa molto importante è la lunghezza della rosa, avere tanti uomini a disposizione per poter affrontare e arrivare senza affanni e con gli uomini contati in fondo ad ogni competizione.
Un bravo coach deve massimizzare al meglio e fare over-performare ogni elemento del proprio organico sfruttando al meglio e anche creandosi le risorse a disposizione.