Se pensiamo a inizio stagione, la maggior parte dei tifosi rossoneri si aspettavano tutto un altro campionato, con il Milan che avrebbe lottato fino alla fine per lo scudetto e che di certo non sarebbe uscito al primo turno in Champions League. Stesso discorso lo si può fare per la Coppa Italia, dove ci si aspettava un cammino più profondo.

A inizio stagione sono arrivati diversi elementi. Una squadra con tanti elementi nuovi richiede del tempo per essere amalgamata. Questo è normale ma non si può non certificare che questa squadra, rispetto alla stagione scorsa, dove oltre al quarto posto, è stata raggiunta una semifinale di Champions League, ma si chiusa l'annata con zero titoli, ebbene, come dicevo, non si può di certo non constatare che perlomeno sulla carta questa squadra è stata rinforzata e di molto.

Se consideriamo l'inizio stagione 2023-2024,  il Milan ha preso 12 nuovi elementi se consideriamo il rientro per fine prestito di Mattia Caldara dal Venezia e il giovane terzino destro Alex Jiménez dal Real Madrid, che può giocare anche a sinistra. A inizio stagione sono arrivati Sportiello, Caldara, Pellegrino, Jiménez, Loftus Cheek, Reijnders, Musah, Romero, Pulisic, Chukwueze, Okafor, Jovic. In questa finestra invernale di mercato il Milan ha fatto poco. Ha fatto uscire Marco Pellegrino in prestito secco alla Salernitana, Luka Romero in prestito secco all'Almeria, Chaka Traorè al Palermo in prestito con diritto di riscatto a 10 mln circa e eventuale percentuale di rivendita a favore del Milan del 15%. Inoltre è uscito Rade Krunic che si è trasferito al Fenerbahce per circa 4 mln. In entrata è stato fatto rientrare Matteo Gabbia dal prestito al Villareal in Spagna ed è stato comprato il giovane talento duttile italiano Filippo Terracciano dal Verona per 4.5 mln. Terracciano che può fare davvero diversi ruoli, dalla mezz'ala di centrocampo fino a poter fare sia il centrocampista centrale che il terzino sia destro che sinistro.

Il Milan è sulla carta una squadra molto competitiva e profondamente mutata rispetto all'annata precedente. Sicuramente manca ancora qualcosa per essere top level in maniera certificata ma certo è che per questa serie A la squadra è attrezzata così come è attrezzata per andare in fondo in Europa League. È passata già mezza stagione, la squadra comincia ad amalgamarsi ed è assolutamente in linea con le potenzialità della squadra, il dover puntare alla vittoria dell'Europa League. Perché siamo il Milan e qua bisogna vincere. Semmai dovesse non accadere sarebbe una tragedia sportiva perché sarebbe il secondo anno senza titoli per il diavolo rossonero. Per quello che è il blasone del club, che non è più in banter-era, è inconcepibile. L'ultimo periodo di proprietà Fininvest/Silvio Berlusconi è stato nefasto perché quei Milan erano davvero mediocri e la situazione economica rossonera era disastrata. Quel brutto periodo rossonero ormai è alle spalle e il Milan ormai è risanato. La storia del Milan parla chiaro: qua bisogna vincere. Chi non lo capisce non può stare in questo club.

Stefano Pioli è un buon allenatore ma si ha la sensazione che al netto di tutto, considerando che il tecnico di Parma è al Milan dall'ottobre 2019, il suo ciclo al Milan sia con naturalezza alla fine. È un qualcosa di normale, fisiologico. Lo si percepisce. Questo vale sia per Pioli, e sia per il Milan. Al netto delle frasi di facciata banali e scontate, stare in un top team e dover reggere determinate pressioni, che ogni anno aumentano, sia se hai appena vinto lo scudetto ma soprattutto se viene da una annata dove non hai vinto nulla, le pressioni in un top team sono una base, un qualcosa che c'è di base e che non può non esserci. E bisogna conviverci, e ogni persona, ogni coach, ha un limite di forza mentale che può essere tanta ma non è infinita, che a un certo punto viene a mancare e con essa viene a mancare la lucidità perché non si riesce più a sopportare certe pressioni, che ripeto, sono un fenomeno naturale di base in un top club. È nessuno può farci nulla. Non si possono togliere le pressioni da un top club. Ci saranno sempre. Pioli è semplicemente arrivato al suo massimo al Milan. E al suo limite. Stefano Pioli è un tecnico maturo, classe 1965. È questo. Con i suoi pregi e i suoi difetti. Con i suoi massimi e i suoi minimi. È un tecnico che come tutti ha un limite entro il quale non può andare.

A fine stagione penso che per il bene del Milan ma anche dello stesso Stefano Pioli, al netto dei risultati che si spera siano vincenti soprattutto per Pioli, per non rovinare il ricordo che lascerà al Milan, dove ha portato in dote lo scudetto più bello della storia del diavolo, quello numero 19, vinto contro gli avversari e contro il sistema, ebbene a fine stagione è giusto che le strade del Milan e di Pioli si dividono. Un ciclo è finito. Andare avanti è come allungare il latte con l'acqua. Alla fine, nonostante si voglia continuare a sentire il sapore del latte, si resterà solo con l'acqua. E proseguire ancora, nonostante sia lapalissiano che il tempo di Pioli al Milan sia terminato, significa andare incontro ad una stagione che con grandi probabilità farà acqua da tutte le parti. Lo stesso Pioli potrebbe desiderare nuove motivazioni e andare in un posto dove è più apprezzato anziché stare a dispetto dei santi. Diventerebbe come una relazione tossica, che va troncata subito per il bene di tutti prima che si arrivi a provare solo odio e rabbia senza più amore e benessere. Andare avanti significa provocarsi del disagio a vicenda.

Il Milan è una squadra che è forte con la palla, quando ha la palla, è forte in fase offensiva, ma ha le sue criticità quando non ha la palla e quando è in fase difensiva. La squadra è troppo lunga tra i reparti, la difesa è spesso troppo alta e non c'è un mediano in grado di fare da raccordo e dare equilibrio alla squadra in fase di non possesso. La squadra deve giocare in meno metri e deve essere più corta. Pioli deve ingegnarsi per dare maggiori equilibrio alla squadra inventandosi un frangiflutti da mettere a centrocampo che possa fare il lavoro sporco di ruba palloni e deve stare più bassa dietro.

La squadra c'è comunque. Pioli deve massimizzare tutte le sue risorse e deve farle over-performare. Tutte. Dalla prima scelta all'ultima scelta. Quando vengono chiamati in causa devono dare il massimo delle loro possibilità tutti. Siamo al Milan e qua bisogna vincere. È un concetto che è sempre meglio ribadire. A questa squadra manca ancora qualcosa, per esempio un vice Theo Hernandez di livello, un mediano forte, e una punta giovane visto che Giroud, per quanto sia altamente performante, non è più di primo pelo ma quando dalla panchina si alzano elementi decisivi come Okafor e Jovic vuole dire che la squadra è competitiva. Anche un terzino destro top già pronto e affermato sarebbe un innesto da fare. Pioli deve essere bravo anche a fare di necessità virtù cercando di ridurre al minimo e a un livello accettabile gli infortuni, che hanno caratterizzato in maniera troppo negativa questo inizio di stagione.

Gli arrivi di Matteo Gabbia e Filippo Terracciano sono comunque acquisti soddisfacenti, profili made in Italy che possono fare bene e dare il loro contributo. Terracciano è un talento che il Milan potrà valorizzare e fare migliorare anche in ottica nazionale italiana. Lo stesso Gabbia è tornato dalla sua esperienza spagnola molto migliorato. Più sicuro di se. Se mantiene questo trend può diventare un profilo spendibile per la nazionale azzurra. È un Milan che ha due obiettivi che non può fallire: entrare in Champions League e vincere l'Europa League. Questa squadra è attrezzata per questo e ha la rosa per raggiungere questi scopi. Ce la può fare se ognuno dà il massimo e c'è la giusta fame, determinazione, grinta e voglia di vincere.

ROSA AC MILAN 2023-2024 DOPO MERCATO INVERNALE

PORTIERI: MIKE MAIGNAN, MARCO SPORTIELLO, LAPO NAVA, ANTONIO MIRANTE

DIFENSORI: FIKAYO TOMORI, JAN CARLO SIMIC, MALICK THIAW, PIERRE KALULU, MATTEO GABBIA, SIMON KJAER, MATTIA CALDARA, THEO HERNANDEZ, DAVIDE CALABRIA, DAVIDE BARTESAGHI, ALESSANDRO FLORENZI, ALEX JIMÉNEZ

CENTROCAMPISTI: FILIPPO TERRACCIANO, KEVIN ZEROLI, ISMAEL BENNACER, YACINE ADLI, RUBEN LOFTUS CHEEK, TIJJANI REIJNDERS, YUNUS MUSAH, TOMMASO POBEGA

ATTACCANTI: CHRISTIAN PULISIC, NOAH OKAFOR, SAMU CHUKWUEZE, RAFA LEAO, LUKA JOVIC, OLIVIER GIROUD, FRANCESCO CAMARDA

COACH: STEFANO PIOLI

ETÀ MEDIA: 26.5 ANNI (DATO TRANSFERMARKT) 

VOTO AL MERCATO: 5.5 - C'è da essere molto soddisfatti dell'acquisto di Filippo Terracciano e alla luce delle sue prestazioni dal suo ritorno, anche di Matteo Gabbia, ma sicuramente andava preso un difensore in più e anche un mediano. Il mercato invernale è difficilissimo e dura poco ma qualcosa in più poteva essere fatto. Meglio avere una rosa profonda per non lasciare nulla al caso, specie con il trend infortuni di questo inizio di stagione.

VOTO ALL' ORGANICO DEL MILAN: 8.5 (LO STESSO DI INIZIO STAGIONE)