La domanda a questo punto da porsi per il progetto del Milan è: quali sono le catene deboli? E quali quelle forti? Per tornare ad alti livelli ed essere competitivi fino alla fine almeno in Italia quale miglioramento bisogna fare e dove occorre migliorare?
Inoltre c'è da chiedersi a questo punto: Stefano Pioli è un allenatore da Milan oppure no?

Cosa intendo dire con quest'ultima domanda? In primis bisogna contestualizzare il tutto. Vedere bene la situazione del Milan e il momento storico che sta vivendo. Il Milan è uscito dalla banter era. Il periodo basso che ha vissuto il club nell'ultimo periodo di proprietà Fininvest/Berlusconi dove i rubinetti erano stati chiusi e il Milan aveva una squadra mediocre e addirittura si esultava per essere tornati dopo anni a fare i preliminari di Europa League. Un periodo surreale, sbiadito, che nulla ha a che fare con quello che è il Milan per davvero, un club d'élite dove è obbligatorio giocare per vincere sempre, ogni anno, come accade al Real Madrid.

Prima di arrivare al Milan Stefano Pioli era cercato da Genoa e Sampdoria. Stefano Pioli è arrivato al Milan per sostituire l'esonerato Marco Giampaolo che non era neanche la prima scelta perché il Milan aveva scelto Simone Inzaghi con Tare direttore sportivo ma una improvvisa retromarcia di Lotito, come accadde anche per l'acquisto di Sergej Milinkovic Savic che il Milan aveva preso dalla Lazio per 100 mln, scombussolò i piani del club che ripiegarono sul "maestro". E poi venne Pioli al Milan preso come una sorta di traghettatore. Che è stato un po' il mood della sua carriera prima di arrivare al Milan, eccezion fatta per la Lazio dove fece terzo.
Pioli prima di arrivare era un buon allenatore e nulla più. Lo è tuttora ma non è un top coach. E i top club vanno allenati dai top coach o da giovani coach che hanno il potenziale per diventare top coach e che magari arrivano al Milan con qualche trofeo già vinto. Stefano Pioli ha vinto il suo primo trofeo da allenatore al Milan con lo scudetto numero 19 del diavolo rossonero.

Come dicevo prima, è importante contestualizzare per fare una analisi più chiara. Il Milan dopo dieci anni, escludendo la Supercoppa italiana vinta nel 2016 con Montella in panchina, ha vinto lo scudetto con Pioli. Il tricolore mancava dall'annata con Max Allegri in panchina.

Il Milan è un club che era in pessime acque e in pessime condizioni economiche dopo le ultime annate orribili con l'ultimo periodo berlusconiano e l'annata delirante cinese con Yonghong Li patron. Elliott ha risanato il club, messo i conti apposto, lo ha riportato a vincere e con loro al timone il Milan è tornato anche in Champions dopo 7 anni e ha fatto una semifinale di Champions League. QUINDI IL MILAN NON È PIÙ IN BANTER ERA.

Ora Red Bird con la proprietà di Gerry Cardinale sta facendo una cosa importantissima e fondamentale per la crescita del club e per il suo futuro: lo Stadio di proprietà a San Donato Milanese dove dovrebbero iniziare i lavori nel 2025 ed essere ultimato per la stagione 2028-2029, si parla di ottobre 2028.
Questo Stadio di proprietà patrimonializzerà il club e lo renderà più fruttuoso, appetibile, aumentando le entrate e quindi il fatturato. Poi c'è la parte sportiva e l'attualità. Se Pioli poteva anche andare bene come coach per accompagnare il Milan fuori dal tunnel del periodo oscuro che stava attraversando, adesso è però completamente inadatto e inadeguato per un Milan che deve fare lo step successivo, ossia tornare ad essere un club che vince con costanza, o meglio, che lotta per vincere ogni anno con costanza.
Si ha la sensazione che Pioli sia troppo piccolo per questo Milan e che questo Milan sia troppo grande per lui. Sembra fuori contesto.

Gli altri top team mondiali hanno Ancelotti, Guardiola, Klopp, Allegri, in panchina, non metto Inzaghi dell'Inter perché è ancora giovane ma anche lui è sulla strada per diventare un tecnico importante, sono tutti tecnici che hanno un palmares ricco di trofei e che sono vincenti e hanno carisma e carattere da vendere. E nemmeno Mourinho, fresco di esonero dalla Roma, perché è sì un top coach ma è in una fase calante davvero evidente. Anche lui ora è un tecnico troppo piccolo per i top team. Lo stesso Klopp ha annunciato che a fine stagione lascerà il Liverpool dopo 9 anni e che si prenderà un anno sabbatico. Lo sognavo per la panchina del Milan ma è utopia. Anche Antonio Conte è un sogno per la panchina del Milan perché è un tecnico importante ma è un sogno anche realizzabile perché è senza contratto. Ed è una occasione d'oro che il Milan, se vuole tornare davvero al top, non deve farsi scappare.

Sono questi i tecnici che un top club come il Milan deve avere alla sua guida. Un grande tecnico è uno ossessionato, maniacale nella cura dei dettagli, analizza in maniera certosina gli errori, ha fame di vittorie, carisma, carattere, personalità, non è uno yes man ma se qualcosa non va lo dice apertamente perché non lascia nulla al caso perché vuole competere per vincere e non accetta che nel suo gruppo non ci sia gente con la stessa fame. Pretende un atteggiamento serio e vincente.

Molti si chiederanno: è Pioli non è così? No, e lo dicono i fatti. Non è uno ossessionato, non è meticoloso perché la squadra continua a fare gli stessi errori e gioca in modo prevedibile. E gli avversari lo hanno capito. Il Milan fino ad adesso ha subito 25 gol in 22 partite, tutti subiti perché la squadra è sempre troppo alta, in particolare la difesa, e troppo lunga tra i reparti. Si lasciano delle voragini in mezzo al campo e gli avversari, perché la squadra è troppo sbilanciata, sono sempre sulla trequarti, in superiorità numerica. E quasi tutti i gol derivano da questo modo maldestro di disporsi in campo. Per non parlare delle "licenze poetiche" che si prende in totale libertà come appunto può essere stato un Musah esterno destro o lanciare un Filippo Terracciano in Milan Bologna, in una partita che stava diventando ostica e che ha visto l'ex Verona protagonista di errori grossolani che hanno portato al rigore di Orsolini per il 2-2 finale in quel di San Siro.

Questa squadra, sulla carta è da scudetto. Hai in assoluto 5 top player affermati come Maignan, Theo Hernandez, Loftus Cheek che merita un elogio per la doppietta segnata contro il Bologna, Pulisic e Giroud. Potenziali top come Thiaw e Leao e buonissimi, anzi ottimi giocatori come Okafor e Jovic che si alzano dalla panchina, e altri che in futuro potranno diventare dei top player come Zeroli.

Il Milan ha un organico giovane con qualche elemento esperto, futuribile e altamente competitivo, molto più competitivo del Milan precedente che ha raggiunto la semifinale di Champions League. E con questo Milan più competitivo, colpa anche dei tanti infortuni che hanno condizionato negativamente la stagione del Milan, e qui la responsabilità è di Pioli e del suo staff ma anche di Milan Lab e dei medici che non hanno ancora trovato la soluzione, ebbene, come dicevo, con un Milan sulla carta più forte sei fuori a metà stagione dalla Champions League dove sei uscito al primo turno, dalla Coppa Italia e dalla corsa scudetto. Ci tiene in corsa per lo scudetto solo la matematica e la speranza irrazionale da tifoso. Una sciagura. C'è l'Europa League che questa squadra può vincere se Stefano Pioli non facesse il talebano perché la rosa del Milan, e ne sono convinto, è competitiva. Ha una ottima rosa.

Quindi, per rispondere alla domanda fatta come titolo di questo articolo, Pioli non è da Milan! E intendo per questo tipo di Milan.
Un Milan non più in banter era. Un Milan che deve puntare sempre a vincere.
Il vero Milan deve avere in panchina gente come Carlo Ancelotti, di questo livello, come può essere Guardiola, Klopp, profili di questo tipo. Come Antonio Conte che, di questi citati, è l'unico prendibile per la panchina del Milan.