Per il blog di cm.com, abbiamo oggi sentito telefonicamente, in esclusiva, l’avvocato Riccardo Canuti, ex agente Fifa e da sempre impegnato nel mondo del calcio e del calciomercato, esperto di cause che concernono il diritto sportivo.

Ecco cosa ci ha raccontato sulla querelle che riguarda la Juventus e non solo:
“E’ prematuro parlare oggi di possibili sentenze, perché la fattispecie in questione prevede di partire da una semplice sanzione amministrativa, per arrivare fino alla retrocessione alla categoria immediatamente inferiore.
Finora, d’altronde, abbiamo sentito solamente la campana dell’accusa, per quanto riguarda il discorso penale e, poco, della giustizia sportiva, la quale, ovviamente, avrà dei tempi più veloci rispetto a quella ordinaria. Certo è che la decisione della stessa di riaprire il fascicolo è emblematica, anche se forse era già stato chiuso il discorso in precedenza troppo frettolosamente.

Importante è anche la questione dello spostamento che la Juventus aveva richiesto del procedimento da Torino a Milano, sede della Borsa dove le azioni bianconere sono quotate, richiesta che le è stata rigettata perché, al di là della mancata comunicazione alla Consob, la società bianconera avrebbe commesso degli illeciti, ad esempio sugli stipendi, a Torino.

Di certo, più si va avanti, più aumentano gli elementi che potrebbero far rischiare alla Juventus sanzioni veramente elevate. Resta da capire se tali eventuali penalizzazioni si applicheranno alla stagione in corso o a quella successiva, escludendo provvedimenti retroattivi, stile Calciopoli per intendersi, perché la Vecchia Signora non si trova più nella situazione di scudetti vinti da revocare (la stessa partecipazione alla Champions League non può essere di certo negata partendo dal passato).
C’è anche da ipotizzare che Figc e Uefa potrebbero valutare con occhi diversi la medesima fattispecie.
Presumibilmente si può solo dire che la Juve molto difficilmente sarà dichiarata innocente, perché le carte (le intercettazioni) parlano chiaro, ma anticipare oggi una possibile sentenza sarebbe solamente un esercizio di fantasia.
Di certo non siamo al livello del Qatar gate, perché lì son state trovate le valigie con i soldi e qui non siamo nella stessa situazione.

Un altro particolare a cui si è data poca importanza ma significativo, a mio avviso, è la scelta di Cristiano Ronaldo, che non sarebbe parte in causa, di dare mandato ad un avvocato italiano di difendere i suoi interessi, segno che forse loro sanno qualcosa in più di noi.
Infine, va fatta una distinzione sull’eventuale nero degli stipendi prodotti in cui ci sarebbe una sola colpevole e si tratterebbe della Juventus, mentre la società in questione non può aver realizzato da sola le plusvalenze (nonostante sia l’unica quotata in Borsa), che potrebbero esser considerate fittizie o gonfiate in sede di giudizio.

Chiudo dicendo che da situazioni come questa se ne esce stabilendo dei parametri normativi chiari, che evitino eventuali plusvalenze “sbagliate” alla fonte”.