La Fiorentina ha davanti a sé quattro finali in cui vincere e convincere: andata e ritorno (la prima in casa) di Conference League contro gli svizzeri del Basilea e, incrociando le dita, la possibile finale contro la vincente di West HamAZ Alkmaar a Praga; e poi la finale di Coppa Italia, contro l’Inter, all’Olimpico di Roma il 24 maggio.

Chiaro che il campionato non va disdegnato fino alla fine ma, con impegni così numerosi e ravvicinati, Italiano farà giustissimamente ruotare/riposare spesso i potenziali titolari per queste finali da disputare al massimo; il tutto anche per evitare logorii e fastidi muscolari che le 60 partite in stagione (un record assoluto per la Fiorentina e anche in generale se si considera il calendario così compresso a causa dei Mondiali in Qatar) possono contenere.

Ma veniamo, appunto, alle scelte di Vincenzo Italiano. Otto undicesimi, augurandosi di non dover patire infortuni e squalifiche, sono già chiari nella mente dell’ex tecnico del Trapani. Stiamo parlando di: Terracciano, Dodò, Biraghi, Amrabat, Mandragora, Nico Gonzalez, Bonaventura (che ha da poco superato un fastidio all’adduttore) e Cabral.

Per gli ultimi tre posti è invece bagarre. Milenkovic (squalificato per la gara di andata delle semifinali di Conference League), Martinez Quarta, Igor e ci metto dentro in maniera meritatissima anche Ranieri (che ha sfoderato quasi sempre ottime prestazioni quando è stato chiamato in causa) si giocano alla pari le chance per diventare i difensori centrali titolari della Fiorentina; nel ruolo di altro esterno d’attacco ci sono, invece, Ikoné, Sottil e Brekalo a contendersi il posto (con Kouamé e Saponara più staccati).

Di certo chi sarà chiamato in causa darà il massimo considerando che si tratta di occasioni di carriera importanti anche se analizziamo i calciatori viola singolarmente.