Proviamo a raccontare in un articolo i giocatori che possono diventare i protagonisti di questa seconda parte di stagione della Fiorentina. Procediamo ruolo per ruolo.

In porta, la concorrenza di Sirigu (senza dimenticare l’apporto che lui stesso può ancora dare in prima persona) può far rimanere alta la concentrazione di Pietro Terracciano. La Viola, quindi, non può far altro che guadagnarci. In difesa serve il Dodò versione Shakhtar Donetsk, quello vero! Mi riferisco al terzino di spinta che impressionava anche in competizioni come la Champions League. Ma il vero crack in difesa, a mio modesto parere, potrebbe rivelarsi Martinez Quarta. Il più intelligente dei nostri difensori, il più tecnico (piedi da centrocampista), se Italiano gli concederà la giusta fiducia e lui riuscirà a superare quelle amnesie che spesso hanno rovinato in passato delle prestazioni straordinarie, potrebbe diventare uno dei difensori più affidabili della nostra Serie A. Tra l’altro, sempre per caratteristiche, è uno di quelli portati meglio ad interpretare il gioco ultra offensivo del suo allenatore. Igor, superati i problemi personali (per la separazione dalla moglie) che probabilmente hanno provocato il crollo del suo rendimento sportivo, può tornare ai brillanti livelli della scorsa stagione. Tutto questo senza dimenticare i goal di testa che possono arrivare da Milenkovic.

A centrocampo la conferma di Amrabat, la solidità di Barak e Bonaventura, insieme al recupero di Castrovilli ed al fiorire di Bianco (ma nella Primavera gigliata ce n’è uno ancora più forte e porta il nome e cognome di Lorenzo Amatucci) possono diventare davvero tanta roba per la Fiorentina! E in attacco? Otto calciatori per soli tre ruoli (oppure undici per quattro di ruoli, se prendiamo in esame anche il trequartista in un 4/2/3/1) possono riuscire, con la freschezza e l’abbondanza nelle scelte, a cambiare di colpo l’intero corso della stagione viola. Iniziamo dal ruolo di prima punta: Kouamé e Nico Gonzalez sarebbero adattati in quel ruolo, forse anche Jovic, ma lo stesso serbo (se ci mette un pochino di voglia in più) e Cabral (che invece di voglia ce ne mette sempre tanta) possono far superare alla Fiorentina la mannaia della poca prolificità del suo reparto avanzato, che va avanti da quando non c’è più Dusan Vlahovic.

L’ho scritto e lo ripeto: il centravanti brasiliano ha tutta la stoffa per non sfigurare anche nel campionato italiano e sarà aiutato in questa seconda parte di stagione, appunto, da un Nico Gonzalez finalmente senza guai fisici (fatti gli opportuni scongiuri), da Sottil e Brekalo che, per motivi diversi, vengono da tanta inattività ma che hanno nelle corde assist e goal. E se cominciasse a segnare con regolarità anche Jonathan Ikoné (giocatore dalla velocità e tecnica sopraffina, ma che vede poco la porta)? Forse qui, però, bisognerebbe eccedere con l’ottimismo.