E’ di ieri la notizia preoccupante di un lato della tifoseria del Venezia, protagonista di una protesta che ha avuto luogo al Campo Sportivo del Taliercio, centro d’allenamento della squadra, tornata da pochi giorni dal ritiro ma subito partita per procedere alla lunga tournee che la vedrà impegnata con alcune squadre dell’Eredivisie.

Ieri il Venezia ha debuttato contro l’Utrecht. La partita è finita con la vittoria della squadra arancioneroverde ma nell’occhio della critica non è finita la prestazione ottimale della squadra, contro un avversario abituato a certi palcoscenici ma bensì, a detta di molti, lo spiacevole design nero della divisa di casa.

Nei social si susseguono, insulti su insulti, soprattutto in veneziano a tutti coloro che hanno progettato le divise, dimenticando come in quattro anni il Venezia sia passato dalla Serie C alla Serie A. Le proteste hanno avuto come oggetto di critica il poco riconoscimento da parte dei responsabili del design dei colori sociali veneziani: l’arancio, il nero e il verde. La tifoseria sempre più divisa e sempre più incapace a detta di molti di “cantare assieme uno stesso coro” da prova del suo ruolo divisorio. Siamo passati dalle risse tra gruppi ultras interni alla curva sino alle lettere aperte in cui si scambiavano insulti a vicenda, questi comportamenti hanno poi allontanato i giovani dal sedersi in curva sud poichè vista come un territorio tossico e pieno di conflitti.

Scena raccontata da un tifoso è quella di un post derby di Serie B, Venezia-Cittadella: l’allora centravanti del Venezia, Litteri, lanciò la maglietta verso la tribuna laterale presente sopra l’ingresso degli spogliatoi, il ragazzo la prese ma quando la stava mettendo via è stato assalito da due signori che lo hanno aggredito intimando di riporgere la maglietta a loro con queste parole: “la maglietta l’ho chiesta io non te, se la prendi ti ammazzo”. Questa scena si verificò davanti agli occhi di tre carabinieri e due steward che non intervennero.

Con il racconto di questa aggressione avvenuta in tribuna, luogo che spesso viene attribuito ai tifosi meno “caldi”, vi faccio ipotizzare come possa essere “vivere” la curva.