Il Mondiale più criticato di sempre non poteva che chiudersi con una delle finali più belle di sempre.
È questo quello che è successo in Qatar dove Argentina e Francia hanno dato luce ad una delle finali più combattute e avvincenti della storia dei Mondiali, facendo così uno spot in grande stile per quello che è lo sport più seguito al mondo.
Una finale dalle mille emozioni avvenuta però in una cornice particolare come quella del Qatar, osteggiato fin dall’assegnazione che ha indignato quasi tutto il mondo: dai meri motivi sportivi (il Mondiale in inverno per via della situazione meteorologica che ha costretto ad interrompere e comprimere la stagione sportiva in atto) a quelli più seri di politica internazionale (dai diritti civili alle condizioni dei lavoratori).
Insomma, il Mondiale più chiacchierato della storia alla fine sarà ricordato per la finale più sorprendente della storia, visto l’epilogo al cardiopalma che hanno regalato a milioni di tifosi e appassionati le due finaliste.

Una finale da ricordare, dunque, anche se per ottanta minuti ha rischiato di diventare una delle finali più tristi della storia visto lo spettacolo non proprio esaltate che la sfida aveva regalato fin lì. Dal fischio di inizio, infatti, è stata l’Argentina a farla da padrone dominando in lungo e in largo una Francia abbastanza irriconoscibile visto che praticamente non è scesa in campo. Recuperato Di Maria dai suoi fastidi, Scaloni ha potuto schierare la squadra con il 4-4-2 sfruttando a pieno le doti dell’esterno della Juventus che si combinano alla perfezione alla classe di Messi: i due, infatti, sono stati i portabandiera dell’Argentina sia per quanto riguarda i valori della Nazionale sia per la loro superiorità tecnica (anche rispetto ai propri compagni) tanto da essere cercati con insistenza con la speranza che uno dei due potesse risolvere la partita.
Al di là della classe dei due super campioni argentini, a sorprendere la Francia ci ha pensato anche la fame messa in mostra da tutta la squadra sudamericana capace di effettuare un pressing aggressivo, che però oltre alla ferocia aveva in sé anche molta intelligenza visto che il pressing non era fine a se stesso ma effettuato con cognizione di causa: tutti pressavano nei modi e tempi giusti riuscendo così a rubare palla agli avversari non tanto per recuperare il pallone ma soprattutto per ripartire con velocità per sorprendere la difesa avversaria.
A fare da contraltare alla garra argentina ci ha pensato la prova incolore della Francia, che non solo fatica a reggere i ritmi imposti dagli avversari ma riesce, addirittura, a sbagliare una sequenza incredibile di passaggi con palloni che nel migliore dei casi finiscono in fallo laterale. Che sia colpa del virus che ha colpito diversi elementi della Nazionale o della pancia piena visto il successo di quattro anni fa non è dato saperlo resta però il fatto che la Francia ha male interpretato la partita più importante del torneo mostrando un senso di stanchezza soprattutto mentale non certo consono ad una finale Mondiale.

La differenza netta tra le due squadre si vede soprattutto nella prima frazione, quando l’Argentina prima si porta in vantaggio grazie ad un rigore di Messi generato da un fantozziano intervento di Dembelè su Di Maria e poi nel raddoppio dello stesso Di Maria, avvenuto grazie al famoso recupero palla intelligente dei compagni, che attraverso un veloce scambio di passaggi mette nelle condizioni il fideo di trovarsi a tu per tu con Lloris e di mettere dentro il gol del due a zero.
Se da una parte bisogna fare i complimenti all’Argentina per un’azione da applausi dall’altra, però, bisogna tirare le orecchie alla difesa francese che prima perde in modo banale la sfera e poi sbaglia tutto ciò che è sbagliabile nel tentare di fermare l’azione avversaria. La ciliegina sul bruttissimo primo tempo francese la mette poi il C.T. Deschamps, che decide dopo 40’ di togliere dal campo sia Dembelè che Giroud. La scelta del tecnico sorprende primo perché siamo ad una finale Mondiale e poi perché poteva aspettare qualche minuto e fare le sostituzioni ad inizio ripresa, guadagnando non solo uno slot, ma anche una bella chiacchierata con la squadra apparsa fin lì poco più che una comparsa.
Certo l’idea del C.T. era quella di dare una scossa al match, ma se la sostituzione di Dembelè ha in sé della logica (tra l’altro l’esterno del Barcellona ha abbassato in maniera preoccupante il proprio rendimento partendo da una prestazione di buon livello conto l’Australia e arrivando ad una nettamente insufficiente in finale) quella di Giroud è di difficile comprensione, visto che se c’è un giocatore capace di far male anche con un solo pallone giocabile quello è proprio Giroud (bisogna però anche ricordare che l’attaccante del Milan era in forte dubbio per la finale per via di un infortunio rimediato alla vigilia del match).

Le mosse di Deschamps, comunque, non sembrano sortire il risultato sperato anzi riescono quasi a peggiorare l’andamento della partita nella ripresa che diventa quasi un countdown verso la fine con Scaloni che decide di far partire il conto dei secondi all’ora di gioco quando sceglie di tirare i remi in barca mettendo in campo Acuna al posto di Di Maria (che probabilmente aveva finito la benzina). La partita continua senza nessun sussulto particolare fino all’ottantesimo minuto quando gli dei del calcio decidono di regalare alla finale del Qatar un finale da fiaba. Finale che arriva grazie ad Otamendi (praticamente perfetto fin lì) che rovina in piena area di rigore su Kolo Muani. Rigore trasformato da Mbappè che replica un minuto dopo segnando un meraviglioso gol al volo dopo uno scambio volante con Thuram: 2-2 è partita che va ai supplementari.
Spesso nella storia dei supplementari arriva il momento dell’uomo partita quello per intenderci che risolve la situazione di stallo permettendo alla propria Nazionale di vincere il Mondiale. Se nel 2014 toccò a Gotze ora la palla è passata nelle mani (o meglio dire nei piedi) di Lautaro che entrato sul finire del primo tempo supplementare riesce a creare ben due occasioni da gol (fermate entrambe da Upamecano). La terza occasione è però quella buona anche se a mettere dentro il gol del vantaggio non poteva che essere il buon Messi bravo ad insaccare la respinta di Lloris sul tiro forte ma poco angolato del toro. Il gol di Messi non basta però per la finale del 2022 e così arriva il 3-3 della Francia grazie ad un rigore (netto fallo di mano in area) del solito Mbappè che entra nella storia diventando il secondo calciatore a segnare una tripletta in una finale Mondiale.

Una partita pazza non poteva che chiudersi con la lotteria dei rigori che ha premiato (giustamente) la Nazionale che aveva lottato di più per riportare a casa l’ambito trofeo. Un trofeo che mette il punto esclamativo sulla carriera di Messi in una partita che consacra il campione del futuro vista la prova esaltante (anche se tardiva) di Mbappè.