Non era una partita banale e lo si è scritto e detto in tutte le salse possibili. Tante le parole spese alla vigilia di un'Inter-Roma da sempre sfida importante, ma che quest’anno aveva un sapore nuovo e particolare “grazie” al caso Lukaku: dalla questione fischietti che ha catalizzato la vigilia del match alla scelta dei dirigenti nerazzurri di non far parlare nessun tesserato prima della sfida perché era giusto che a parlare fosse il campo.
E alla fine il rettangolo verde ha emesso la sua sentenza, con un'Inter che vince dominando non nel risultato (unica pecca della partita) perché finisce uno a zero, ma nel gioco come dimostra una prima frazione che ha visto per la Roma il numero zero ad accompagnare la voce tiri effettuati.

Una partita da grande squadra quella effettuata dai nerazzurri, che dimostra la crescita dal punto di vista mentale di un gruppo spesso apparso vittima di black-out un po' troppo frequenti (la scorsa stagione se ne sono visti fin troppi) e che grazie ai tre punti di San Siro non solo regola la Roma e il suo grande ex, ma allunga in testa alla classifica portandosi a più due sulla Juventus, nuova inseguitrice dopo lo stop del Milan a Napoli.

Nessuna pretattica della vigilia da parte dei due allenatori che confermano gli undici ipotizzati nei giorni antecedenti la partita: rispetto all’undici anti Salisburgo proposto da Inzaghi, il tecnico nel cambia quattro con Acerbi che torna al centro della difesa al posto di De Vrij, Dimarco che riprende il ruolo sulla corsia mancina dove aveva giocato Carlos Augusto mentre Barella viene preferito a Frattesi in mezzo al campo. Davanti torna titolare Thuram pronto a fare coppia con Lautaro. In casa giallorossa, invece, l’unica novità è Kristensen preferito a Karsdorp sulla corsia di destra mentre viene confermato sia Bove in mezzo al campo (ottima prova condita da un gran gol in Europa League) che El shaarawy come partner offensivo di Lukaku.

Per fotografare la partita basterebbe analizzare i primi quindici minuti dove l’Inter crea tante occasioni e grazie ad un pressing offensivo e ben effettuato smorza sul nascere qualsiasi idea di contrattacco della Roma che si limita a spazzare via dalla propria area i palloni più pericolosi. In questo primo scorcio di partita l’Inter prima prende in pieno la traversa su una bordata di Calhanoglu (che tra l’altro calcia praticamente da fermo) poi trova uno splendido Rui Patricio che d’istinto con il piede respinge il tiro ravvicinato di Thuram bravo a coordinarsi nonostante le tante maglie avversarie intorno a lui, mentre il tiro d’esterno sinistro di Dimarco, imbeccato da una grande imbucata di Mkhitaryan, esce di poco a lato.
Le occasioni nerazzurre degne di nota terminano qui, nonostante una prima frazione dominata e caratterizzata dalla ricerca di manovre poco prevedibili per la difesa avversaria, come dimostrano le occasioni capitate a Pavard che spesso si è inserito in zona offensiva senza però trovare il giusto spunto (in un paio di occasioni è mancato il killer instict solito degli attaccanti).
La Roma dal canto suo si è ben difesa, ma la squadra fin troppo bassa non è mai riuscita a ripartire e sfruttare la fisicità di Lukaku seguito come un’ombra da Acerbi bravo nel non farlo mai ragionare nelle poche occasioni in qui ha avuto il pallone nelle sue vicinanze.

La ripresa per l’Inter inizia subito con un cambio con Darmian che rileva l’ammonito Pavard, che come da tradizione viene sostituito da Inzaghi (in questo caso a buona ragione vista la partita piuttosto combattuta sia in campo che nel risultato) ma la partita riparte da dove era finita con l’Inter in attacco e la Roma in difesa anche se i nerazzurri faticano a creare occasioni concrete.
Il rischio beffa è dietro l’angolo e viene evitato da un grande intervento di Sommer, che vola sul colpo di testa di Cristante bravo ad anticipare al centro dell’area di rigore Bastoni (apparso come il più insicuro della linea difensiva).
Lo stallo continua e ad un quarto d’ora dalla fine Inzaghi decide di affidarsi alla panchina gettando nella mischia forza fresche in mezzo al campo, affidandosi a Frattesi e Asllani al posto di Mkhitaryan e Calhanoglu. La mossa paga soprattutto con l’albanese che a dieci dalla fine fa un’apertura millimetrica per Dimarco che grazie ad uno stop di grande classe prende il tempo alla difesa avversaria e crossa in mezzo all’area di rigore dove Thuram (bravo ad anticipare la marcatura) si avventa sulla sfera e di prima intenzione mette dentro il pallone dell’uno a zero.
Nessuna reazione da parte della Roma che anzi rischia di prendere anche il secondo gol che non arriva solo grazie alla traversa che respinge la gran botta di destro da parte di Carlos Augusto (entrato da poco al posto di un esausto Dimarco).

Termina così uno a zero per l’Inter, che in un colpo solo vince uno dei big match della stagione e si riprende la testa della classifica passata per poche ore nelle mani della Juventus.

Vittoria quindi fondamentale, ma soprattutto meritata per quanto fatto vedere nei novanta minuti per l’Inter, con Thuram che si prende la copertina post partita oscurando così il grande protagonista della vigilia che esce da San Siro a testa bassa non tanto per il suo comportamento estivo (e conseguenza dell’accoglienza di San Siro nei suoi confronti) ma per via di una prova opaca e senza guizzi.
Oltre a Thuram merita una menzione anche Asllani, che entra bene in partita, ma soprattutto è fondamentale nell’azione del gol partita nato proprio da un suo passaggio.
Arrivato come vice Brozovic si è trovato nel ruolo piuttosto problematico di vice del vice, vista la grande ascesa di Calhanoglu nel ruolo di regista (ruolo tra l’altro dov’era già stato provato l’anno prima con riscontri tutt’altro che felici) ora con l’addio del croato si è ripreso il “suo” ruolo con un anno di distanza che è però servito per farlo maturare. Bravo anche Inzaghi che dopo la prova europea piuttosto complicata contro la Real Sociedad ha aspettato il giusto momento per dargli spazio senza fargli pesare i propri errori (in quel caso tutta la squadra giocò una partita sottotono) ma anzi dandogli la giusta fiducia visto che inserirlo sullo zero a zero in una sfida ricca di significati come quella contro la Roma non era poi così scontato.
Da fiducia del mister a fiducia nei propri mezzi il passo può essere molto breve e questo potrebbe portare all’Inter un uomo in più per le rotazioni in mezzo al campo e ad Asllani la possibilità di diventare protagonista con la maglia nerazzurra.