Nuova vittoria europea per l’Inter, che a San Siro regola il Salisburgo per 2-1 e si issa in testa alla classifica a pari punti con la Real Sociedad che a sua volta ha sbancato il da Luz di Lisbona grazie al solito gol di Brais Mendez. Vittoria fondamentale per gli uomini di Inzaghi che grazie ai tre punti ottenuti si sono messi nella possibilità di staccare il pass per gli ottavi già a Salisburgo, dove in caso di nuova vittoria contro gli austriaci i nerazzurri otterranno la qualificazione con ben due giornate di anticipo cosa questa che potrebbe influire positivamente anche sul campionato sia a livello di energie fisiche (turnover più massiccio ma solo in caso di necessità di far rifiatare i più stanchi non tanto per rivoluzionare a priori) e mentali (la qualificazione potrebbe dare ancora più energie alla squadra).

Vittoria quindi fondamentale per l’Inter ottenuta grazie ad una prestazione di buon livello simile a quella vista pochi giorni fa contro il Torino: buon possesso, qualche giocata da grande squadra, gol nei momenti giusti ma anche qualche amnesia difensiva di troppo e la sensazione che a volte la squadra si distragga troppo facilmente.
Per l’impegno europeo Inzaghi ha optato per una formazione quasi tipo con qualche cambio sia per far rifiatare i calciatori apparsi più stanchi (soprattutto “provati” dalle partite in nazionale) sia in ottica futura visto l’impegno probante di domenica contro la Roma. Per questo davanti a Sommer spazio ai confermati Pavard e De Vrij con Bastoni al posto di Acerbi mentre in mezzo al campo turno di riposo per Barella con Frattesi dal primo minuto al fianco di Calhanoglu e Mkhitaryan. Sugli esterni torna Dumfries (a riposo contro il Torino dove il suo ingresso è risultato decisivo) con Carlos Augusto preferito a sinistra a Dimarco. Davanti con Lautaro c’è Sanchez scalpitante di far vedere le sue qualità e di dimostrare che il ritorno sotto la Madonnina sia stata la scelta giusta sia per lui che per la squadra.

Primi minuti di partita abbastanza confusionari per l’Inter che fatica in costruzione ma ancora di più nel mantenere le distanze con una squadra piuttosto lunga per essere solo all’inizio della partita. Conseguenza di questo approccio è l’inizio piuttosto spigliato del Salisburgo con gli austriaci che si avvicinano pericolosamente alla porta avversaria anche se l’unica vera occasione è quella di Gloukh che dopo appena quattro minuti scalda i guantoni di Sommer che fa buona guardia alla sua porta.
Nonostante l’approccio complicato, l’Inter inizia a prendere le misure soprattutto grazie al centrocampo che sale di livello con il passare dei minuti e che al 19’ si rende protagonista del gol del vantaggio: buon possesso palla dell’Inter che dalla corsia di sinistra si sposta al centro del campo con Calhanoglu che serve Mkhitaryan che dal limite dell’area serve Frattesi tutto solo al centro dell’area di rigore. Il centrocampista manca però la sfera che arriva sul secondo palo dove Sanchez tutto solo insacca il gol del vantaggio. Uno a zero Inter e primo gol stagionale del cileno che mette in pratica le buone sensazioni della vigilia. La prima frazione non regala più altre emozioni degne di nota con l’Inter che tiene il campo e che prova a trovare il giusto varco nella difesa avversaria che dal canto suo chiude bene gli spazi (anche grazie a qualche fallo di troppo).

Il secondo tempo inizia subito con un cambio per Inzaghi che toglie dal campo l’ammonito Mkhitaryan (che così può riposare in vista della Roma) gettando nella mischia Barella. L’inizio di ripresa sembra più agguerrito per l’Inter che cerca con insistenza il gol della tranquillità e che va vicino al bersaglio con Carlos Augusto che spreca da buona posizione. L’occasione sprecata fa tornare di moda il vecchio adagio del gol sbagliato gol subito con il Salisburgo che pareggia i conti al 57’: lancio lungo per Simic che evita la marcatura (piuttosto larga) di Bastoni e si accentra servendo la corrente Kjaergaard che a sua volta serve il liberissimo Gloukh che calcia di prima intenzione sul secondo palo battendo così Sommer. Bel gol per gli ospiti figlio di una buona gestione della palla sommata però ad un cattivo arretramento (e scivolamento nelle marcature) della difesa avversaria.

Il gol più che rilanciare il Salisburgo ridà energie ai padroni di casa che si riportano in vantaggio pochi istanti dopo: fallo netto in area su Frattesi e rigore trasformato da Calhanoglu ancora una volta implacabile dal dischetto. Il nuovo vantaggio tranquillizza Inzaghi che sceglie comunque di affidarsi alla panchina mettendo dentro Thuram (per uno stanco Sanchez) e Darmian (per un Dumfries piuttosto pasticcione soprattutto in fase difensiva). Poche le emozioni nel finale (dove l’Inter si vede annullare il 3-1 di Lautaro per fuorigioco di Frattesi) dove si registrano anche gli ingressi di Asllani per Calhanoglu e di Klaassen per Lautaro. A San Siro finisce quindi 2-1 con l’Inter che rimane in testa alla classifica ma che soprattutto si porta a più quattro proprio sugli austriaci terzi nel girone (chiuso clamorosamente dal Benfica ancora fermo a zero punti).

Una vittoria importante dove il centrocampo ha fatto la differenza, con Calhanoglu sempre sul pezzo (e bravo sia in fase di possesso che in quella difensiva) con Mkhitaryan sempre importante per qualità e ritmi di gioco e Frattesi sempre più dentro il progetto ma soprattutto importante nelle due azione da gol con il movimento nel gol di Sanchez che manda in difficoltà la difesa avversaria che si scorda proprio del cileno ed il rigore guadagnato nella ripresa. Anche Barella entrato nella seconda frazione ha tutto sommato portato a casa una buona prestazione (dopo la prova incolore di Torino). Menzione importante anche per la difesa con De Vrij che merita mezzo voto in più sia per la prestazione difensiva sia per la stagione visto che dopo l’ultima annata complicata sembra essere tornato sui livelli dell’era Conte dove era la stella del reparto arretrato.

Più in difficoltà i quinti con Dumfries troppo confusionario e Carlos Augusto piuttosto sprecone soprattutto nell’occasione ad inizio ripresa che poteva mettere la partita in ghiaccio.