Finisce in parità il Derby d’Italia tra Juventus e Inter. Risultato giusto figlio di una partita poco spettacolare e tanto bloccata dove la tattica ha prevalso sull’inventiva, come era ampiamente preventivabile alla vigilia, vista l’abilità della Juventus nell’essere compatta e le difficoltà che spesso ha avuto l’Inter a giocare contro difese bloccate.

Nessuna pretattica della vigilia per i due mister che confermano in toto gli undici previsti: Allegri conferma il suo 3-5-2 con Rugani ancora titolare nonostante il recupero di Alex Sandro (il brasiliano è tornato da un lungo stop) e la sorpresa Nicolussi Caviglia scelto in cabina di regia (Locatelli va solo in panchina). Sulla corsia destra vista l’assenza di Weah la scelta di Allegri è ricaduta su Cambiaso con McKennie interno di centrocampo mentre davanti la coppia Chiesa-Vlahovic è chiamata a scardinare la difesa dell’Inter. Dall’altra parte Inzaghi punta sul suo undici tipo con la sola novità di De Vrij centrale di difesa con Acerbi sulla sinistra per ovviare all’assenza di Bastoni.

Le grandi sfide portano spesso gli allenatori a studiare gli avversari nei minimi dettagli rendendo le partite simili ad una partita a scacchi per questo spesso i calci piazzati diventano occasioni d’oro per cambiare l’andamento del match e i primi minuti di Juventus-Inter sembrano ricalcare questa teoria: prima è l’Inter a sfiorare il gol con Thuram che non riesce a dare potenza ad un colpo di testa su cross tagliato di Dimarco, poi tocca alla Juve che su azione di rimessa laterale sfiora il gol con Chiesa bravo ad accaparrarsi il pallone dopo la corta respinta della difesa nerazzurra meno bravo però nel tiro che finisce fuori dallo specchio della porta nonostante l’ottima posizione di tiro.

Mossa dopo mossa la partita va avanti è se non da calcio da fermo l’occasione arriva dall’imprevisto, come dimostra il gol della Juventus che arriva al minuto ventisette: stop sbagliato di Dumfries che si fa portar via la sfera da Vlahovic che serve la corrente Chiesa che si invola sul fondo da dove con il più classico degli uno due serve un pallone arretrato a Vlahovic che di prima intenzione tira sul palo lontano portando così in vantaggio i suoi. Ottima azione di Vlahovic che la fa prima nascere col recupero palla è poi concludere con intelligenza visto che rallenta la sua corsa per evitare l’anticipo dei difensori avversari che da parte loro sbagliano in modo grossolano visto che sia De Vrij che Acerbi corrono verso la porta senza prendere in considerazione la marcatura del bomber avversario.

Che la partita sia indirizzata verso la parità lo si capisce al minuto 33’, quando l’Inter riprende subito gli avversari ristabilendo la parità anche nel risultato: ottima uscita sulla corsia destra con Dumfries che serve Barella che lancia Thuram che scappa via a Bremer. Il francese poi crossa verso l’area di rigore dove Lautaro anticipa con un grande scatto Gatti e in diagonale supera Szczesny per il gol dell’uno a uno. Tredicesimo gol stagionale del toro e parità giustamente ristabilita.
Il primo tempo termina così 1-1 con le due squadre che si equivalgono sia nel risultato che in quanto creato.

La ripresa sembra iniziare con un altro spirito soprattutto per l’Inter che dopo pochi secondi sfiora il gol con Thuram che spreca da buona posizione una ghiottissima occasione colpendo male la sfera.
Da lì in avanti però la partita offre pochi spunti e zero occasioni trascinandosi così verso il finale. i due allenatori provano a dare nuove energie affidandosi alle proprie panchine anche se i cambi non portano i risultati sperati: Allegri all’ora di gioco è il primo che pesca tra i cambi con Locatelli che subentra a Nicolussi Caviglia autore di un buon primo tempo ma anche di una ripresa con qualche imprecisione di troppo. Al 70’ la palla passa invece ad Inzaghi che come d’abitudine cambia gli esterni mettendo in campo Carlos Augusto e Cuadrado accolto da sonori fischi da parte dei suoi ex tifosi. Proprio il colombiano diventa il protagonista del finale di gara, mettendo in campo una prestazione convincente anche se il suo apporto non si tramuta in qualcosa di concreto. A dieci dalla fine Allegri prova la mossa finale sostituendo il tandem offensivo con Kean e Milik mentre Inzaghi prima inserisce Asllani per Calhanoglu (prova incolore) e poi dà spazio a Frattesi e Arnautovic per Barella e Thuram. La girandola dei cambi la conclude Allegri con il ritorno di Alex Sandro che prende il posto di Kostic per gli ultimi istanti di match.
Nonostante i cambi la partita termina 1-1, con un secondo tempo scialbo che fa da contraltare ad un primo tempo più brillante anche se povero di occasioni. Un pareggio come detto giusto che permette all’Inter di restare in testa alla classifica a più due proprio sulla Juventus ma anche a Milan e Napoli di avvicinarsi alla vetta.

Un pari che però alla fine della partita sembra avere un sapore diverso per i due allenatori: Allegri ha ribadito che l’importante era non perdere, anche perché grazie all’assenza dalle coppe sa benissimo che può costruire un cammino più lineare rispetto al collega nerazzurro che dal canto suo la partita voleva vincerla, sia per allungare in classifica, sia per portarsi a casa lo scalpo di una squadra che pur sottraendosi alla lotta diretta al titolo resta la prima contendente per la vittoria finale.