Bastava un punto per andare in Germania ed un punto è arrivato dallo scontro diretto tra Italia e Ucraina che ha permesso agli Azzurri di qualificarsi al prossimo Europeo, dove dovranno difendere la coppa conquistata nel 2021.
Una partita difficile contro un'Ucraina vogliosa di regalare un sogno al proprio popolo che ha spinto la squadra per tutti i novanta minuti nel neutro di Leverkusen. Una partita difficile da affrontare per una Nazionale passata in poco tempo da Mancini a Spalletti e che ancora deve interiorizzare le idee del nuovo mister (anche se dal punto di vista del gioco la crescita è netta ed esponenziale). Una partita difficile anche perché ha ricalcato quasi pedissequamente le sfide contro Svezia e Macedonia con quello zero a zero che non si voleva sbloccare e la sensazione sul finale di rischiare una nuova beffa.

Insomma, era ed è stata una partita difficile finita zero a zero che però ha permesso alla Nazionale di superare in soli novanta minuti tutte le paure che hanno attanagliato la squadra negli ultimi anni e dato a mister Spalletti la netta sensazione di essere sulla giusta strada quella per intenderci che deve vederci protagonisti al prossimo Europeo (anche se si rischia di finire in un girone piuttosto complicato) ma anche al prossimo Mondiale dove la qualificazione è d’obbligo.

Nonostante il poco tempo a disposizione, come detto, il 4-3-3 di Spalletti sta prendendo forma e contro l’Ucraina al di là dei minuti finali dove la paura ha superato la lucidità, la Nazionale ha offerto tutto sommato una buona prestazione anche se l’annoso problema del gol rischia di seguire come un’ombra anche questo nuovo corso azzurro.
A livello tattico la Nazionale ha mostrato un’idea di gioco che ricalca in parte quella del Napoli campione d’Italia soprattutto in fase d’impostazione con i terzini che avanzano in mezzo al campo (ottimo Dimarco che è già padrone del ruolo nonostante nell’Inter giochi a tutta fascia) facendo così avanzare le mezzeali in area di rigore in modo da occupare meglio l’area sui cross degli esterni alti.
In fase difensiva, invece, la squadra si sposta più sul 4-4-2 con una mezzala che arretra vicino al regista mentre l’altra sale quasi nel ruolo di seconda punta in modo da aiutare il centravanti nel pressing sull’uscita bassa degli avversari; importante poi il ruolo degli esterni offensivi con Chiesa pronto a rivestire il ruolo di leader tecnico della Nazionale. Il giocatore della Juventus sia contro la Macedonia che contro l’Ucraina ha offerto due ottime prove sia a livello offensivo (doppietta contro la Macedonia e alcune occasioni create contro l’Ucraina) che difensivo (emblematica in questo senso la chiusura in diagonale contro l’Ucraina dove è riuscito a fermare un contropiede che poteva essere letale per la Nazionale).
Se sulla corsia mancina si può contare sulla ritrovata verve di Chiesa, non si può dire lo stesso della corsia opposta, dove Spalletti ha provato più soluzioni senza però trovare quella giusta per esaltare la sua idea di gioco: la sorpresa dell’ultimo Europeo Berardi ha fin qui alternato prestazioni di livello con altre più difficoltose anche per via di una condizione fisica che fin qui lo ha limitato anche con la maglia del Sassuolo, mentre delude Politano dal quale ci si aspettava sicuramente di più visto anche il legame personale con mister Spalletti che dal canto suo non sembra poi troppo orientato nel puntare sull’esterno del Napoli.
Difficile poi dare un giudizio su Zaniolo che paga ancora una volta la sua difficile collocazione in campo. Nato trequartista, l’ex gioiellino di Inter e Roma si è prima spostato in mezzo al campo per poi spostarsi sulla fascia fino ad arrivare al ruolo di seconda punta nella Roma di Mourinho. Ora accasatosi in Inghilterra con la maglia dell’Aston Villa, è tornato a giocare da esterno anche se Emery sembra preferirlo sulla corsia mancina piuttosto che su quella destra.
Insomma, tanti ruoli e tante promesse fin qui non proprio mantenute per un calciatore di estro e qualità che rischia di rimare ingabbiato in un equivoco tattico senza soluzione. Certo però che nel ruolo di mezzala alla Zielinski, forse Zaniolo potrebbe ritrovare vecchie certezze oltre ad acquisirne di nuove (a patto che curi la fase difensiva) anche se al momento appare improbabile che il C.T. lo utilizzi in quel ruolo.

In mezzo al campo cresce e si rafforza sempre di più l’intesa tra Barella e Frattesi, che grazie anche alla militanza nell’Inter possono affinare sempre di più le loro giocate. Con l’assenza di Tonali poi si candidano per un posto da protagonisti al prossimo Europeo, dove con molta probabilità arriveranno con il ruolo di titolari in tasca. Qualche dubbio resta invece sul ruolo di regista visto che con l’assenza di Locatelli (titolare in quel ruolo nelle prime uscite con Spalletti) è tornata con prepotenza la candidatura di Jorginho. Al di là dell’errore dal dischetto, l’ex calciatore del Napoli ha comunque portato a casa due prestazioni dignitose a differenza delle sue ultime uscite in Azzurro abbastanza discutibili. Per esperienza e capacità i dubbi su Jorginho sono pochi (soprattutto se gioca così) così come sono poche le alternative visto che Locatelli rende più da mezzala (nonostante nella Juve gioca stabilmente da regista) mentre Cristante ha più caratteristiche da distruttore che da creatore di gioco.

Merita una menzione particolare la partita svolta da Buongiorno, che nonostante un’ammonizione rimediata dopo pochi minuti, riesce a giocare una partita di alto livello grazie alla quale permette alla Nazionale di passare il turno. Chiusure precise e attente oltre ad una grande abnegazione nel svolgere il ruolo di centrale. Partita di grande livello per un giocatore che merita senza dubbio una maglia ai prossimi Europei.

Con la qualificazione ottenuta ora la palla passa a mister Spalletti, che nei prossimi mesi dovrà creare la rosa giusta per affrontare il suo primo torneo alla guida della Nazionale.