La musica della Champions è pronta a risuonare a San Siro e questa volta le celebri note avranno un sapore più dolce del solito per l’Inter. Infatti grazie all’ottimo inizio di 2024 e alle rovinose cadute di Juventus e Milan, i nerazzurri si sono portati a più nove sul secondo posto mettendo sempre più nelle proprie mani lo Scudetto (tra l’altro per via del recupero contro l’Atalanta i punti di vantaggio potrebbero addirittura arrivare a dodici) e questo potrebbe ripercuotersi in maniera positiva anche nel percorso europeo.
Da sempre l’impegno di Champions toglie energie e punti, ma grazie al vantaggio accumulato la squadra di Inzaghi può approcciare in modo differente l’ultima parte di stagione. Certo questo non vuol dire che i nerazzurri debbano abbassare l’attenzione in campionato, ma che mister Inzaghi possa effettuare un giusto turnover come nella passata stagione quando l’alternanza ha permesso ai nerazzurri sia di tornare in Champions che di arrivare a giocarsi lo stesso trofeo contro il City.

Se un anno fa sulla strada dell’Inter arrivò il Porto, quest’anno i nerazzurri dovranno vedersela contro l’Atletico Madrid, squadra ostica ma che appare comunque alla portata di una squadra cresciuta anche attraverso la finale di Istanbul.
La crescita dell’Inter infatti è passata dalla rabbia dello Scudetto regalato al Milan due anni fa e aumentata proprio attraverso la sfida al City dove i nerazzurri sono riusciti a tenere testa ad una squadra sulla carta superiore tanto da uscire con un pizzico di rammarico dal campo.
Questo inizio di anno nuovo ha regalato ai nerazzurri una serie di risultati impressionanti tra campionato e Supercoppa (ennesimo trofeo messo in bacheca nella gestione Inzaghi) dove a fare la differenza è stato lo spirito di squadra mostrato dalla truppa di Inzaghi: l’Inter è diventata una squadra nel vero senso del termine. Una squadra capace di approcciare sempre alla grande le partite e che anche quando si trova in difficoltà (vedi contro la Roma) è capace di superare gli ostacoli grazie ad un gioco corale e ad un senso di unione forse mai visti prima. Naturalmente il merito della crescita è da dividersi tra la squadra (che ha messo da parte l’io per il gruppo),la società (che nonostante la zavorra del mercato a zero è riuscita sempre a costruire una rosa di tutto rispetto) e all’allenatore passato dai fischi agli applausi grazie ad una cultura del lavoro e del gioco che ha senza dubbio permesso all’Inter di intraprendere questo percorso sia virtuoso che di crescita.

Come detto, l’Inter arriva in splendida forma alla sfida contro l’Atletico, dove Inzaghi dovrebbe riproporre il suo undici tipo al netto dell’assenza di Acerbi (che dovrebbe essere pronto per la sfida di ritorno). Davanti a Sommer (che contro la Salernitana ha portato a casa l’ennesimo clean sheet) spazio al trio formato da Pavard (ormai pienamente dentro al gioco di Inzaghi), De Vrij e Bastoni (in netta crescita nelle ultime uscite). In mezzo al campo il trio titolare formato da Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan con Darmian e Dimarco sugli esterni (dovrebbe partire di nuovo dalla panchina Dumfries nonostante il gol di venerdì sera). Davanti inamovibili Lautaro e Thuram, anche perché le alternative non sono certo al loro livello.

Ad affrontare i nerazzurri ci sarà un Atletico Madrid in parte diverso rispetto a quello delle scorse stagioni: nonostante Simeone sia ormai da anni alla guida del club, l’Atletico nelle ultime due stagioni ha cambiato decisamente pelle unendo all’anima cholista (che rimane caposaldo del tecnico) una certa ricercatezza di gioco sia in fase di possesso che di pressing. In passato, infatti, l’Atletico è sempre stato definito come un avversario fisico e roccioso. vista la difesa bassa che faceva da apripista al contropiede organizzato da Simeone. Ora anche per variare uno schema che rischiava di diventare prevedibile, l’Atletico si muove diversamente sul campo cercando il possesso del gioco e alternando il pressing basso del passato ad uno alto e veloce per favorire il recupero del pallone in zone pericolose per le difese avversarie.
Anche il modulo è stato cambiato, visto che dal 4-4-2 dei primi anni si è passati ad un più prudente 3-5-2. Contro i nerazzurri, Simeone (grande ex della partita che tra l’altro ha spesso ipotizzato un suo futuro sulla panchina ora occupata saldamente da Inzaghi) dovrebbe quindi schierare i suoi con Oblak tra i pali protetto dal trio formato da Witsel (ormai diventato difensore a tutti gli effetti), Gimenez ed Hermoso con Savic che dovrebbe andare in panchina.
In mezzo al campo dovrebbero agire De Paul, Koke e Saul (attenzione anche a Barrios) con Molina e Reinildo (in vantaggio su Lino) sugli esterni. In avanti con Griezmann è ballottaggio tra Llorente (squadra più accorta e difensiva) e Depay (per un undici più aggressivo). Se dovesse partite titolare l’olandese, allora Llorente potrebbe abbassare il proprio raggio d’azioni giocandosi la maglia da titolare con Saul. Partirà invece dalla panchina Morata recuperato per il match di San Siro anche se non dovrebbe avere i novanta minuti nelle gambe.

Sulla carta, quindi, la sfida tra Inter e Atletico Madrid è alla pari e a fare la differenza sarà l’approccio alle due sfide da parte delle due compagini. Insomma, chi dimostrerà di aver curato al meglio ogni piccolo dettaglio avrà più possibilità di passare il turno.
Palla ora al campo per una sfida che si prepara al suo primo atto.