Ottavo di Coppa Italia amaro per l’Inter, che abdica dopo due stagioni da detentore della competizione dopo la sconfitta maturata contro il Bologna.
Una sfida difficile, come ampiamente previsto alla vigilia, dove l’Inter si è complicata da sola la vita sbagliando un calcio di rigore (portando così la sfida ai supplementari) e facendosi rimontare in otto minuti di sana follia nerazzurra dove la stanchezza mischiata con la troppa sicurezza data dal gol del vantaggio hanno dato insieme esiti disastrosi.

Affrontare questo Bologna non era certo impresa facile. I felsinei stanno disputando una stagione di vertice con tanto di vista sull’Europa che conta grazie al gioco di Thiago Motta che sta esaltando una squadra ben costruita dal buon Sartori capace di dare seguito anche sotto le due torri ai miracoli già avvenuti al Chievo (la favola moderna del calcio italiano) e all’Atalanta dove con Gasperini e la famiglia Percassi ha messo le basi del progetto che ancora oggi vede i bergamaschi nell’élite del calcio italiano.
Oltre all’ottimo momento di forma, la squadra di Motta è arrivata a Milano con la voglia di ricalcare la sfida di campionato dove i rossoblù sono riusciti a rimontare il doppio svantaggio portando via da San Siro un punto prezioso. Bisogna poi ricordare lo scarso feeling dell’Inter di Inzaghi con gli ottavi di finale, visto che nelle ultime due stagioni i nerazzurri sono andati in entrambe le occasioni ai tempi supplementari nonostante avversarie di livello inferiore come Empoli e Parma. In più, in tutte e due le sfide a risultare determinanti furono due nomi a sorpresa come Ranocchia (con tanto di gol in rovesciata) e Acerbi e visto lo spartito di ieri sera viene da pensare che l’Inter sia ormai costretta sia a ricorrere ai supplementari sia a farsi salvare da qualcuno che non ti aspetti come Carlos Augusto. Questa volta però il finale non è da ricordare anzi deve essere subito messo da parte per evitare che possa distrarre la squadra in questo finale di girone di andata.

Da sempre serata di turnover questo ottavo di finale è stato un ibrido per Inzaghi, costretto soprattutto in difesa ad affidarsi ai titolari per via degli infortuni che hanno colpito la linea difensiva nerazzurra nell’ultimo periodo. Così davanti ad Audero (riposo programmato per Sommer) giocano Bisseck (in netta crescita), Acerbi e Bastoni. In mezzo al campo spazio a Frattesi, Asllani e Klaassen con Darmian e Carlos Augusti sulle fasce. In avanti con Lautaro tocca ad Arnautovic grande ex della partita.
Anche in casa Bologna si opta per un mix tra titolari (a centrocampo) e riserve con Ravaglia confermato tra i pali difeso dalla linea a quattro formata da Corazza, Lucumi, Beukema e Lykogiannis. In mezzo al campo spazio al duo formato da Moro e Aebischer mentre per il ruolo di nove Thiago Motta opta per Van Hooijdonk con Zirkzee in panchina. Alle spalle dell’olandese agiscono Fabbian,Urbanski e Saelemaekers.

Primo tempo di marca nerazzurra, con la squadra di Inzaghi che sorprende per il piglio offensivo mostrato sin dai primi minuti grazie ad un pressing alto che infastidisce il classico gioco del Bologna. La pericolosità dei nerazzurri nasce però soprattutto dalle giocate da fermo con Ravaglia, bravo prima ad allontanare l’ottima punizione di Asllani e poi a respingere il tiro dal limite di Klaassen. L’estremo difensore del Bologna si supera anche sull’incursione di Frattesi che di prima intenzione prova a bucare il portiere avversario bravo però a farsi trovare pronto mettendo in angolo il tiro del centrocampista nerazzurro. l’unico acuto offensivo del Bologna arriva al minuto 11’ quando Fabbian sfiora l’eurogol con un colpo di tacco volante che sfiora l’incrocio dei pali.

La ripresa non cambia il canovaccio del match, con l’Inter che attacca e il Bologna che fatica ad ingranare anche per via del pressing alto dei nerazzurri che proprio grazie a questo fondamentale sfiorano il gol del vantaggio con Arnautovic che però si incarta sul più bello spedendo a lato la conclusione da buona posizione.
Al 63’ arriva la prima svolta del match con il calcio di rigore fischiato in favore dell’Inter, dopo il tocco di mano in area di Corazza. Sul dischetto si presenta Lautaro che però si fa ipnotizzare da Ravaglia che respinge il penalty. Ennesimo rigore sbagliato da Lautaro che tra le tante qualità nelle quali eccelle non può certo annoverare la freddezza dagli undici metri. Inzaghi prova ad affidarsi alla panchina spedendo in campo Dimarco, Barella e Thuram per Bastoni (con Carlos Augusto arretrato nei tre), Klaassen (finalmente una prova soddisfacente dell’olandese) e Arnautovic (piuttosto confusionario soprattutto nei momenti decisivi). Nonostante il forcing finale, la partita si trascina fino ai supplementari dove dopo appena due minuti l’Inter trova il gol del vantaggio con Carlos Augusto che insacca di testa su calcio d’angolo battuto magistralmente da Dimarco. Quando tutto sembra portare al passaggio del turno, ecco che nella partita fa il suo ingresso Zirkzee, entrato nella ripresa senza però dare un contributo tangibile alla causa rossoblù. Almeno fino al 112’ quando su azione d’angolo tiene miracolosamente in campo il pallone con un colpo di tacco che rimette la sfera in area dove Beukema lasciato libero insacca il gol del pareggio. L’effetto Zirkzee non è però finito qui visto che pochi istanti dopo va via ad Acerbi con un tunnel elegante e serve la corrente Ndoye (anche lui entrato a partita in corso) che a gran velocità si invola verso la porta avversaria e supera con uno scavino l’uscita bassa di Audero.

La sfida termina così 2-1 per il Bologna, che vola ai quarti di finale dopo anni (l’ultima volta nella stagione 2012-2013 dove fu eliminato proprio dall’Inter) e che aggiunge così un’altra pagina ad un’annata per ora straordinaria.
Esce di scena invece l’Inter, che pur dominando il match non riesce a superare il turno precludendosi così un trofeo al quale la società ed i tifosi tengono particolarmente (anche per dare seguito alla lista di finali vinte da Inzaghi). Preoccupa poi l’infortunio di Lautaro, che anche in caso di assenza breve o magari nulla fa comunque accendere un allarme che potrebbe essere spento dal mercato di gennaio visto che la presenza di Arnautovic e Sanchez per ora non è stata molto utile né nei risultati né nelle turnazioni importanti per arrivare in fondo alla stagione.