"Un giorno all'improvviso... mi innamorai di te" è l'incipit di uno dei cori più sentiti e caldi che padroneggia nello stadio Diego Armando Maradona e con poche titubanze si può affermare, non in veste di tifoso ma in veste di amante del football, che vedendo giocare questo Napoli viene difficile resistere all'infatuazione.

Una squadra, quella allenata da Luciano Spalletti, in grado di giocare un ottimo calcio, di non concedere nulla all'avversario e massimizzare al meglio le occasioni a disposizione, come la seconda avuta ieri da Victor Osimhen, il cui gol ha permesso di espugnare l'Olimpico contro una generosa Roma e raggiungere la vetta del campionato in solitaria, mantenendo l'imbattibilità grazie allo score impressionante di nove vittorie e due pareggi.
Numeri che parlano chiaro e che permettono al Napoli, assieme al Real Madrid e al Psg, di far parte della cerchia ristretta di squadre ancora imbattute nella top five dei massimi campionati europei.

La corazzata partenopea nasce in primis dalle qualità tecniche del proprio allenatore, meritevole di aver plasmato un gruppo a sua immagine e somiglianza e far esprimere al meglio i propri giocatori: basti pensare a Lobotka e Zambo Anguissa, il primo comprimario fino alla passata stagione con i precedenti tecnici (sia con Gattuso che con Ancelotti) e il secondo con lungo vagabondare tra i vari campionati senza mai consacrarsi, come invece sta avvenendo in questo primo anno e mezzo in Italia.

Menzione di merito va fatta anche al direttore sportivo Cristiano Giuntoli, arrivato in sordina nel 2015 dal Carpi e capace, anno dopo anno, di acquistare e sopratutto indovinare talenti, per lo più semi-sconosciuti o ancora poco affermati, come i vari Zielinski, Osimhen, Jorginho, Lozano. A questo proposito sono emblematici i recenti arrivi di Kvaratskhelia e Kim Min-Jae, ufficialmente acquistati per sopperire alle partenze di due pezzi grossi della storia recente del Napoli come Insigne e Koulibaly e divenuti in poco tempo top player di valore internazionale, in particolar modo il talent georgiano classe 2001, autore finora di sette reti e sei assist in tutte le competizioni e già oggetto del desiderio dei top club.

A Napoli, pronunciare la parola "scudetto" è un tabù, un misto di velata scaramanzia e frenato entusiasmo per un evento che non accade dai tempi del numero dieci più forte di tutti, ma i risultati fin qui ottenuti sono sotto agli occhi di tutti e non possono non calzare la squadra partenopea come la favorita per la vittoria finale.
Il tempo e sopratutto il ritorno dopo il Mondiale darà tante risposte; nel frattempo i tifosi napoletani si godono la bellezza della propria squadra e continuano a sognare.