La Juventus allegriana si è basata nel corso degli anni su alcuni concetti cardini, sia essi di carattere tecnico-tattico ma anche sopratutto teorizzando determinati concetti dal carattere ironico ed applicandoli spesso anche nella realtà di campo. Uno di questi è il famoso "Corto Muso", concetto espresso dal mister Massimiliano Allegri durante una conferenza stampa nel 2019 dopo una sconfitta in campionato contro la Spal.
Tale concetto, la cui origine va ricercata in un altro sport, ovvero l'ippica, è stato preso in prestito dal tecnico toscano in cui ha spiegato che nelle corse il cavallo vincente non ha bisogno di effettuare delle prestazioni troppo superiori rispetto ai suoi avversari, ma gli basta mettere il musetto davanti alla linea per vincere: da qui nasce l'espressione corto muso.

Il corto muso ha avuto un'applicazione concreta anche nel mondo del calcio, se vogliamo applicato con estrema diligenza ed abnegazione dalla Juventus targata Allegri, la quale durante questi anni ha spesso terminato delle partite con il minimo punteggio però portando a casa il risultato ed i conseguenti tre punti.
Corto Muso, minima resa massimo risultato, giochi male ma vinci... insomma, come si vuol dire non ha importanza ma sta di fatto che concretezza e pazienza sono state e sono ancora delle fondamenta su cui si basa il gioco della Juventus ma, se analizziamo gli ultimi risultati, possiamo dire che il medesimo concetto fondante si sta rivoltando contro. Analizzando le ultime cinque partite della Juventus fra tutte le competizioni, compresi i quarti di finale di EL contro lo Sporting Lisbona e la semifinale con l'Inter, si è verificato in quattro occasioni un punteggio finale di 1-0 ma contrariamente al passato in quattro di queste occasioni la Juventus ha portato a casa i tre punti solo nell'andata di Europa League, perdendo le rispettive tre partite per 1-0 contro Sassuolo e Napoli in campionato e Inter ieri nella semifinale di Coppa Italia.

Danilo e compagni sembrano nuovamente incastrati quel vortice di confusione e poca concentrazione che aveva caraterizzato la prima parte di stagione, un trend negativo già visto prima della sosta del mondiale ed invertito con grande gioia dopo la comunicazione della penalizzazione dei 15 punti, i quali per il momento sono stati riassegnati in attesa della sentenza definitiva.
L'ingranaggio efficace che Allegri aveva (ri)costrutito sembra essersi inceppato, sicuramente dovuto meno alla scomparsa dei colpi di classe di Di Maria, dalla carenza di gol di Dusan Vlahovic e da un centrocampo la cui manovra appare prevedibile e spenta,  priva di idee e lampi di genio come ci avevano mostrato i vari Rabiot, Locatelli, Kostic nei mesi passati.

In casa juventina non si respira un bel clima per i risultati attuali, una tensione che persiste nonostante uno scenario in cui in campionato è attualmente terza, con tutti i suoi punti all'attivo, a dispetto delle infelici premesse d'inizio anno.
Cè ancora una stagione da terminare, c'è una finale di Europa League da conquistare,  in attesa di conoscere le sorti della squadra bianconera in campionato ma anche nelle coppe europee, in quanto il ritardo di una sentenza può essere causa di esclusione da ogni competizione europea il prossimo anno.
Tanti dubbi e tanti problemi con cui convivere per Allegri e la sua banda, la cui soluzione purtroppo non sembra essere adesso il caro e fedele Corto Muso...