Per quanto se ne voglia dire, per quante statistiche, per quanti dati e ricorsi storici si possano analizzare, ci sono delle squadre a cui determinate competizioni sono cucite addosso, un legame che nasce da lontano e persiste nel tempo, un po' come la storia che lega il Milan e la Champions League.
La squadra rossonera è riuscita nell'impresa di qualificarsi alla semifinale di Champions, un traguardo che non veniva raggiunto da ben sedici anni, battendo in un storico quanto inusuale quarto di finale tutto italiano il Napoli dominatore della Serie A attuale, mostrando nel doppio confronto quelle qualità che in champions fanno la differenza.

Da tifoso juventino non posso non parlare con obiettività e concretezza, difatti parliamo di una delle squadre più titolate in ambito europeo, capace di raggiungere tre finali (di cui due vinte) in cinque anni nei primi anni Duemila, mostrando in ciascuna ocasione europea un pizzico di superiorità rispetto alle rivali italiane (Inter e sopratutto Juventus ne sanno qualcosa) potendo mostrare con fierezza il numero 7 sullo stemma della maglia indicate le rispettive coppe vinte.

Concentrazione, gestione, e controattacco fulmineo: questi sono stati gli elementi che hanno fatto la differenza per la squadra di Stefano Pioli, capace di contenere perfettamente i fenomeni partenopei, Kvaratchelia su tutti ed esprimendo al momento giusto le qualità dei singoli, i cosidetti "top player", come dimostrato dall'impressionante cavalcata di 70 metri di Rafael Leao in versione stagione dello scudetto, la cui progressione ha fornito un assist al bacio a Olivier Giroud che ha dovuto solo appoggiare la palla in porta. 

Ma non è stato solo l'asso portoghese ad essere stato decisivo, nonostante il meritato premio "man of the match".
Ieri si sono presi la scena un po' tutti i giocatori rossoneri: "Magic" Mike Maignan che neutralizzando il rigore a Kvaratskhelia al minuto 80' ha spezzato le gambe ai giocatori del Napoli, impedendo una rimonta concretizzabile; Olivier Giroud che, nonostante l'errore dagli undici metri nel primo tempo, ha mantenuto saldi i nervi e si è dimostrato il grande attaccante quale è realizzando l'importantissimo gol dl vantaggio; Rade Krunic, l'uomo ovunque ieri al Maradona, capace di essere presente sia in fase difensiva che offensiva con puntualità e qualità, le cui qualità sono state sottolineate anche da mister Pioli in conferenza, ed occorre sottolineare anche l'ottima prestazione della linea difensiva, guidata dalla saggezza e dall'esperienza di Simon Kjaer e dalla concentrazione di Fikayo Tomori, a dispetto dell'unico neo del rigore concesso, ma che hanno annientato quasi tutte le aziomi offensive, rendendo inutile il gol al 90' di Victor Osimhen.

Stasera i rossoneri conosceranno il loro avversario che uscirà dalla sfida tra Inter e Benfica, con i cugini nerazzurri favoriti in virtù del doppio vantaggio dell'andata in terra portoghese.
Il derby in semifinale di Champions sarebbe affascinante e catalizerebbe una città intera, ma il Milan si è dichiarato pronto ad affrontare qualsiasi opponente, difendendo il sogno di alzare nel cielo di Budapest la sua ottava Champions Leaugue, parola di capitan Calabria, magari contro il Real Madrid del grande ex Carlo Ancelotti.