Fuga per la vittoria è un famoso film del 1981, basato liberamente su un evento reale, ovvero la cosiddetta "partita della morte" giocata a Kiev nell'agosto 1942 tra ufficiali tedeschi e giocatori professionisti misti ucraini per combattere l'occupazione tedesca di quell'epoca, in cui recitano attori del calibro di Silvester Stallone, con la presenza straordinaria di Pelè.

Volendo prendere in prestito il titolo dell'opera cinematografica ma applicandolo ad un contesto del tutto diverso dal conflitto bellico, lo potremmo utilizzare per descrivere il cammino del Napoli in questa annata calcistica che, nonostante l'inatteso stop casalingo avvenuto nella scorsa giornata con la Lazio dell'ex condottiero Maurizio Sarri, prosegue saldamente al comando il cammino in Serie A, avendo costruito le fondamenta per fuggire come undici leoni verso la vittoria del terzo e atteso scudetto, che manca in terra partenopea sin dagli anni meravigliosi del Pibe de Oro Diego Armando Maradona, con l'ultimo trionfo datato Aprile 1990.
A dirigere l'armata azzurra c'è il Caporale Luciano Spalletti che, dopo tante tappe in cui ha condotto diverse truppe ad un passo della vittoria finale, sembra aver trovato la strategia vincente per abbattere qualsiasi nemico definitivamente. Ai suoi lati i suoi fedeli uomini di fiducia, i cecchini Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia, guidati perfettamente tatticamente dal generale Stanislav Lobotka, ai quali vengono coperti le spalle dai guardiani Kim Min-Jae e Amir Rahmani, dal capitano tuttofare Giovanni Di Lorenzo e il paratutto riscoperto Alex Meret.

Un sogno, un progetto costruito passo dopo passo, con la consapevolezza dei propri mezzi maturati sin dai tempi dei ritiri estivi, come dichiarato dal bomber nigeriano di recente, sia grazie allo spirito di squadra maturato all'interno di un gruppo privato, in un'unica sessione di calciomercato, di icone come Mertens, Insigne e lo scorso generale Kalidou Koulibaly e sia grazie al calore della propria gente, pronta finalmente a gioire come è giusto che sia dopo un'attesa trentennale.

Volendo parafrasando ancora opere multimediali e ineggiando alla scaramanzia e scongiuri vari, "no v preoccupat wagliò, ce sta u scudett for'!