"Sin diez no hay Fùtbol".
Questo è un detto argentino che tradotto recita: Senza dieci non c'è calcio. In Argentina il 10 è il giocatore più tecnico della squadra, il più creativo, quello che rompe gli schemi e cambia le partite. Nella cultura albiceleste i giocatori con queste caratteristiche vanno protetti e spronati ad ogni costo. Persino gli avversari ci tengono a vederlo esprimersi al meglio. C'è una splendida lettera destinata a Riquelme, scritta da un giornalista tifosissimo del River Plate dove si congratula con la stella del Boca per il suo calcio, a dimostrazione di quanto sia importante per gli argentini la tutela della tecnica e della creatività, anche in ottica nazionale.

In Italia...

In Italia il discorso cambia drasticamente e in queste giornate ce ne stiamo rendendo conto più che mai. C'è un accanimento mediatico (e non solo) contro un ragazzo di 23 anni che cerca di affossarlo in tutti modi. Il perchè di questa "cattiveria" è inspiegabile, sarà la personalità, saranno i gossip fuori dal campo o forse la maglia che indossa...
Il ragazzo in questione è Nicolò Zaniolo, non porta (ancora) il dieci sulle spalle, ma ha ha tutte le caratteristiche per poter onorare quel numero. Il 22 è un patrimonio del calcio italiano, è uno dei pochi giocatori in grado di saltare l'uomo con facilità, di vedere spazi tra le linee, di inventare una giocata, eludere la tattica, portare imprevedibilità, insomma, Zaniolo è uno dei motivi per cui ci si innamora del calcio. Nicolò ha dato un ginocchio per la nazionale italiana eppure da arbitri e giornalisti viene trattato continuamente con spocchia e arroganza.

#tutelatezaniolo

I Romanisti, esausti del trattamento riservato al proprio talento da parte della classe arbitrale hanno lanciato l'hashtag #tutelatezaniolo. L'hashtag è stato lanciato dopo le dichiarazioni di Mourinho dopo Bologna-Roma. Lo Special One ha consigliato al proprio attaccante di andare di andare a giocare all'estero, sottolineando di dire una cosa contro i propri interessi, ma la situazione sta diventando ingestibile. Zaniolo viene ammonito continuamente per falli di poco conto, per proteste e soprattutto è difficile che gli si conceda un fallo a favore. Gli avversari entrano duramente su un giocatore che ha subito infortuni gravissimi ad entrambe le ginocchia e rimangono impuniti. Una gestione del genere è ovvio che infonda fiducia ai difensori e renda fragile l'iniziativa dell'attaccante.

Questione di giustizia

A questo punto i tifosi giallorossi pretendono giustizia. In qualsiasi paese i propri talenti vengono coccolati, basti pensare a Pedri in Liga, Foden in Premier, Mbappè in Ligue 1 ecc... Ma non si pretende un trattamento speciale per Zaniolo, semplicemente, giusto. Fischiare fallo quando c'è, evitare di ammonire per qualsiasi piccolezza, insomma metterlo nelle condizioni di esprimersi. Un calciatore del genere in nazionale è necessario. Le ultime due uscite degli azzurri hanno dimostrato delle lacune importanti nella fase offensiva, manca la fantasia il guizzo.
In questo modo si sprona i calciatori ad andare via dall'Italia, a cercare giustizia all'estero. Forse bisogna cambiare solo maglia e non campionato, come ha fatto Chiesa. Descritto come simulatore sopravvalutato in viola che diventa patrimonio del calcio italiano in bianconero...