Edin Dzeko cestina una colossale occasione colpendo goffamente il pallone di testa e spedendolo fuori dal campo, Edin colpisce in totale solitudine ma non c’è rammarico. La Roma ha a penna giocato i suoi migliori 20 minuti degli ultimi anni. La squadra ha messo la partita in cassaforte mettendo a segno ben 3 reti; Una delle quali siglata proprio da Edin Dzeko. Il Bosniaco viene innescato tra le linee da una traiettoria di Pellegrini che lo pesca al limite dell’area di rigore. Dzeko riceve il pallone sul destro, con una violenta sterzata si libera del marcatore felsineo e con cinica freddezza libera il sinistro che trafiggerà il giovane portiere rossoblù sul primo palo. Un goal difficile, che richiede tecnica, capacità di tenere botta e freddezza, semplicemente un goal alla Dzeko. L’occasione che spreca di testa a pochi passi dal palo è un goal mangiato … alla Dzeko. Una ghiotta chance di siglare la doppietta personale ma a uno come Edin i goal facili non sono mai piaciuti. Pochi istanti dopo Musa Barrow entra in area, viene accompagnato da Ibanez sull’esterno ma colpisce la palla in modo rocambolesco con il destro, la palla schizza in area di rigore con un andatura lenta e beffarda. Cristante e Pau Lopez non riescono a comunicare e il numero 4 giallorosso con un controllo sgraziato spinge goffamente la palla nella propria rete. Questo è l’esatto momento in cui siamo cresciuti. Siamo cresciuti come gruppo e come squadra. Abbiamo avuto la maturità e la freddezza di non abbatterci. La solita vecchia Roma si sarebbe intimorita, avrebbe fatto spazio al caos e alla confusione, ma non stavolta. La Rosa sembra consolidata con il giusto mix tra senatori e giovani con la testa sulle spalle.

La Roma ha rialzato la testa e con lucidità ha deciso di rimboccarsi le maniche e proporre il proprio calcio, ai propri ritmi, con le sue idee.
I giallorossi chiudono la pratica nel primo tempo siglando altre due reti e chiudendo la questione.
Un altro indice di maturità è stato quello di abbassare i ritmi nel secondo tempo. Il calendario è fitto e la squadra è ambiziosa, ridurre il numero di giri è stato necessario per poter affrontare al meglio le prossime insidiosissime sfide.
Il merito e il talento dei singoli è stato un fattore chiave per la realizzazione della prestazione spumeggiante vista al Dall’Ara, ma non si possono non riconoscere i meriti dell’allenatore.
Mister Fonseca ha creato un sistema di gioco ideale per le caratteristiche della rosa sia in fase difensiva che in fase di proposizione.

Analizziamo insieme entrambe le fasi:
LA FASE DIFENSIVA
La difesa a tre permette di coprire la fase di spinta dei “quinti”. Quando un esterno sale l’altro rimane sempre dietro per garantire una copertura preventiva. Il buco lasciato dall’esterno viene sempre coperto dal centrale che scivola sulla fascia e diventa un vero e proprio terzino. Mancini, Ibanez e Kumbulla sono ideali per questo sistema di gioco poiché gazie alla loro velocità e alla loro solidità difensiva riescono sempre a recuperare e bloccare le avanzate delle ali avversarie.
Il Centrocampo fa da filtro per evitare le incursioni centrali dirette che esporrebbero la Roma a pericolosi 1vs1. Anche qui è sempre garantita una copertura da parte dei due centrocampisti. La copertura è resa possibile dalla versatilità dei trequartisti. Nella trasferta Bolognese non è stato raro vedere lo scambio di posizione tra Veretout, Mhkitaryan, Pellegrini e Villar. L’occasione del goal del francese ne è un esempio: Pellegrini scivola in cabina di regia e Veretout si inserisce tra linee innescato dall’Armeno.

Inoltre la Roma è ben organizzata anche durante il Pressing che parte proprio da Edin Dzeko. L’organizzazione di squadra spesso costringe gli avversari al lancio lungo in attacco, in questa situazione i difensori che sono ben strutturati spesso vincono il duello aereo e la palla torna a disposizione della compagine giallorossa..

LA FASE OFFENSIVA
Il segreto della fase offensiva della Roma è il coinvolgimento di tutti gli effettivi
. La squadra si accorcia e vengono coinvolti tutti gli effettivi. I difensori, quando i centrocampisti sono marcati, hanno il piede e la personalità per poter saltare il centrocampo. Non è raro un lancio in verticale che arrivi sui piedi dei trequartisti. Il centrocampo quando gioca sa sempre come distribuire il pallone in modo semplice e veloce e verticalizzare al momento giusto. La soluzione Dzeko è sempre una buona idea, la fisicità e la tecnica del Bosniaco sono in grado di scardinare anche le difese più arcigne. Quando Dzeko si abbassa il baricentro della squadra sale in modo armonico e coordinato. L’esempio perfetto per spiegare meglio questa situazione è il goal di Mkhitaryan: I centrocampisti duettano con classe ed eleganza al ridosso della propria area di rigore, al momento giusto si verticalizza verso il numero 9 che la protegge, da lì per lui è un gioco da ragazzi trovare Karsdorp sulla corsa che dopo una bella sgaloppata trova l’Armeno che conclude l’azione con il goal.

La Roma c’è e si vede. Ora testa al Toro che è la squadra con più fame del campionato e non possiamo permetterci di sottovalutare la gara pensando alla trasferta di Bergamo. Una partita alla volta, con i piedi per terra ma senza nascondere le ambizioni.