Sarà un pezzo diverso dagli altri.
Cercherò di essere sintetico perchè è impossibile esprimere a parole tutti i concetti e le emozioni che vorrei quindi comincio e finisco con la parola che reputo più importante: GRAZIE!

Questa settimana è stata una settima intensa, stancante, ma bellissima. Dopo 3 anni finalmente è arrivato il momento della mia laurea. E voi vi starete chiedendo, perché mai dovrei raccontare quest’esperienza su un blog calcistico?
Beh, perché se è successo è anche merito di Vivo x Lei.
Venerdì mi sono laureato in Comunicazione, tecnologie e culture digitali e se me lo avessero detto 3 anni fa non ci avrei mai creduto. Poco prima di iniziare il percorso universitario, indirizzato dalle pressioni di parenti, amici e soprattutto societarie, avevo deciso di intraprendere un indirizzo più sicuro, qualcosa che una volta finiti gli studi mi garantisse un lavoro certo e di conseguenza uno stipendio. Le mie scelte probabilmente mi avrebbero portato a una stabilità economica, ma ripensandoci bene non alla felicità. Avevo fatto il test d’ingresso per questo indirizzo che mi “rassicurava” e fortunatamente non sono rientrato in graduatoria per l’ammissione diretta. Avevo fallito per 0,5 punti. In quel momento il mondo sembrava crollarmi addosso e non avevo la minima idea di cosa fare e come farlo. 

Sconsolato e profondamente deluso da me stesso, decisi di iscrivermi al corso di Comunicazione, tecnologie e culture digitali. La scelta ricadde su questo indirizzo principalmente per qualche esame in comune che mi sarebbe stato convalidato non appena sarei riuscito a essere ammesso al corso che avevo scelto. Inconsciamente avevo optato per questa soluzione anche per iil fascino che mi trasmetteva la materia e i suoi esami. Da sempre vivo per raccontare storie, commentarle e analizzarle e se parlano di calcio tutto ciò mi rende ancora più felice. La comunicazione è qualcosa a cui avevo dato sempre importanza nella mia vita senza neanche rendermene conto. Per la prima volta dopo aver fatto la scelta cominciai a studiare e capire un po’ di più me stesso.

Una volta iniziata l’università mi rendo conto che le lezioni mi piacciono, che i miei compagni di corso sono dannatamente simili a me. Non rendendomene conto stavo vivendo la felicità, ma la mia parte razionale e pessimista era troppo occupata a concentrarsi sul “fallimento” passato e sull’ansia del futuro dimenticandosi di vivere il presente.
Dopo pochi mesi leggo sulla mail istituzionale che l’università aveva iniziato a collaborare con Vivo x Lei. L’autorevolezza di un nome associato come quello di calciomercato.com mi ha convinto ad informarmi di più. Il progetto mi intrigava e così per curiosità decisi di iscrivermi. Leggevo sognante gli articoli degli altri blogger senza mai trovare il coraggio di scriverne uno mio. Quella maledetta parte razionale mi continuava a sussurrare che non fosse la mia strada quella del giornalismo e che avrei dovuto lasciare stare una professione così incerta e soprattutto così esposta come quella del giornalismo. La paura di essere giudicato e di sbagliare superava addirittura quella dell’incertezza. L’anonimato e la non presa di posizione mi faceva sentire al sicuro, se non agivo non potevo sbagliare e così rimanevo a leggere sognando un giorno di scrivere un articolo senza mai trovare il coraggio di farlo.
Dopo averne parlato con parenti e amici decisi di provarci. Ricordo che la prima volta che scrissi cercai d’informarmi il più possibile e prima di inviare il pezzo lo rilessi decine di volte. Nonostante tutto ciò, il pezzo era pieno di errori che vennero corretti dalla redazione e il voto fu mediocre. Nonostante tutto ciò ero felicissimo. Il passo più importante era andato.
Articolo dopo articolo cominciai a prendere dimestichezza e consapevolezza. Mi rendevo conto che non c’era (e non c’è) niente che ami di più al mondo di occuparmi di storie. Adoro il processo creativo che c’è dietro ogni articolo. Amo alla follia l’ispirazione che arriva sempre in modo casuale e improvvisa, la ricerca delle fonti, l’attualizzazione, le decisioni sulle cose da inserire e quelle da tagliare, la reinterpretazione a modo mio e soprattutto la scrittura che mi permette di inserire un po’ di me stesso in ogni racconto.

Nel frattempo, la facoltà dove non ero entrato per mezzo punto mi aveva richiamato, poiché non essendo rientrato di solo 0,5 puntino, le rinunce era facile entrare. Decisi di rifiutare.
Ciò che facevo non solo mi piaceva, ma con l’impegno e un pizzico di costanza mi riusciva sempre meglio. A poco a poco ho deciso di inseguire la carriera da giornalista sportivo. Una professione che prima di un’affermazione necessita la persecuzione di un cammino tortuoso con tanti bassi e pochi alti. Un lavoro che non garantisce alcuna stabilità economica, soprattutto se sei giovane, soprattutto in un momento come questo dove l’editoria è costretta a confrontarsi con i nuovi media.

In questi 3 anni però ho capito che le emozioni più belle, quelle più intense, quelle per cui vale la pena vivere, necessitano di sacrifici. Ho capito che bisogna innamorarsi del percorso e non della meta. Che non c’è tempo per pensare al passato o al futuro ma bisogna assaporare ogni istante del presente perché è l’unica cosa che ci appartiene davvero. Spesso ci facciamo condizionare dal passato, non ci perdoniamo errori o ripensiamo a situazioni che non torneranno mai più. Altrettanto spesso ci lasciamo soffocare da un’ansia scaturita da un futuro incerto, il quale può essere (parzialmente) modellato solo attraverso la cura del presente.

Le emozioni regalate da Vivo x Lei sono indelebili. I primi bei voti, i premi, i complimenti, le critiche, i concorsi etc… è stato tutto meraviglioso. Forse non ho dedicato al blog il tempo che meritava. Le prime collaborazioni con altre pagine, un Erasmus, le prime esperienze in una redazione e adesso la laurea sono tutte cose che mi hanno allontanato dal blog, ma che mi rendo conto siano state scaturite proprio da lui. Oggi sono all’estero a seguire un master in comunicazione sportiva, qualcosa che solamente tre anni fa non avrei neanche osato immaginare.

Non credete a quelli che dicono che esistono le piccole cose. Non c’è niente di piccolo. A volte un articolo di fantacalcio può trasformarsi in un cambio di mentalità che ti aiuta a inseguire i propri sogni.
La mia tesi di laurea si intitola “Storia sociale e culturale dei mondiali di calcio”.
Ho deciso di dedicare la mia tesi ai mondiali nel momento in cui scrissi un articolo sul mondiale del ’78 proprio su Vivo x Lei. Non ho mai amato studiare così tanto come per questa tesi. Adoravo leggere libri, studiare articoli, vedere documentari e poi rielaborare il tutto proprio come facevo per il blog.
Chiudo ringraziando Vivo x lei e calciomercato.com e tutte le persone che curano il progetto.
Mi avete dato l’opportunità di inseguire la felicità.
Non so se sia la strada giusta quella che sto percorrendo, sicuramente è la mia ed è quella che mi rende felice.
GRAZIE!