La Real Sociedad è la sorpresa della Liga. Dopo 13 giornate la squadra di San Sebastiàn si ritrova in vetta alla classifica con 28 punti; inseguono Real Madrid e Siviglia a 27 (entrambe con una partita da recuperare).
L’allenatore Imanol Alguacil, guida della squadra da 3 anni, è riuscito a trasmettere le proprie idee alla squadra e si vede. I baschi sanno sempre cosa fare con il pallone tra i piedi e sanno chiudersi in fase di non possesso.
Alguacil basa la sua filosofia calcistica sulla flessibilità, che è la principale arma della Real.
I biancoblù giocano con un teorico 4-4-2 di base che cambia in continuazione e può diventare un 4-2-3-1, un 4-3-3 o addirittura un 3-5-2, in base agli sviluppi della gara.

I baschi sono una squadra in grado di costruire occasioni con un fraseggio prolungato in grado di aprire spazi, ma anche di imbastire letali contropiedi che sfruttano al massimo la tecnica e la velocità dei propri giocatori offensivi, ma la vera chiave dei successi dei baschi è l’organizzazione in fase di non possesso: Alguacil ha impostato un pressing orientato, super organizzato e martellante che mette in difficoltà qualsiasi squadra che voglia costruire dal basso. Gli avversari sono costretti a spazzare il pallone in profondità che spesso viene raccolto dai centrali della Real. La difesa è sicuramente il reparto che ha avuto i miglioramenti più significativi rispetto alla scorsa stagione, Le Normand e Elustondo si stanno rivelando una coppia di centrali solida e affidabile nonostante la giovane età. Il francese non ha saltato neanche un minuto dall’inizio della stagione e si è addirittura aggiudicato il premio di miglior giocatore della Liga nel mese di ottobre.

A centrocampo il tecnico è stato bravo ad esaltare la tecnica e l’imprevedibilità di Mikel Merino arretrando la sua posizione di qualche metro. Merino nasce come trequartista, il suo talento è evidente tanto da suscitare l’interesse del Borussia Dortmund che decide di portarlo in Germania. Lo spagnolo non brilla e cerca fortuna al New Castle dove neanche qui riesce a trovare la continuità necessaria per affermarsi.
Nella Real, Alguacil è stato bravo a disegnarli una dimensione tattica dove può brillare. Merino è il classico numero 8 che oltre alla qualità abbina anche la quantità, recupera palloni, disturba le azioni avversarie e quando recupera palla ha la visione e l’intelligenza per poter verticalizzare verso i propri attaccanti, sa inserirsi in area e sa calciare da fuori.
Il suo compagno di reparto è Zubimendi, un prodotto della primavera classe 1999. Il basco è il regista che imposta l’azione e dà equilibrio alla squadra. Spesso Zubimendi si abbassa sulla linea dei due centrali e si posiziona in mezzo, in modo da aprire i terzini e sfruttare l’ampiezza del campo. Spesso i due mediani giocano in verticale e questo disorienta il pressing avversario.
L’attacco è duttile, prolifico e imprevedibile. Tutti possono ricoprire qualsiasi ruolo davanti e spesso si scambiano la posizione per non lasciare punti di riferimento alle difese rivali.
Il Mago David Silva orchestra ogni trama offensiva e spazia sul tutto il fronte d’attacco. Januzaj sulla fascia sembra aver trovato la condizione per poter affermarsi, Oyarzabal aveva realizzato 6 goal nelle prime 8 partite poi purtroppo è stato costretto a fermarsi a causa di una lesione muscolare.
Ma le chance della Real Sociedad di candidarsi al titolo (o più realisticamente di entrare in Champions) passano per i piedi di Isaak. Lo svedese è uno dei talenti più cristallini d’Europa. Fisicità, velocità e tecnica sono dalla sua parte. Il numero 19 è il prototipo di attaccante moderno che abbina la tecnica ad uno strapotere fisico. Isaak è in grado si segnare in qualunque modo, spesso riesce a trovare angoli di tiro impossibili che mettono in difficoltà portieri e difensori, che non solo non sono in grado di contrastarlo, ma neanche di leggere preventivamente le sue intenzioni.
L’età è dalla sua parte (22 anni) e può migliorare. Il suo unico difetto è quello di scomparire dalla partita per lunghi tratti, una timidezza che lo porta a quasi a nascondersi, se riuscisse a trovare continuità nelle sue giocate la città di San Sebastiàn potrebbe pensare si sognare in grande.