Gaetano Scirea è stato e sempre sarà un modello da seguire per tutti noi, non solo perché era un campione che ha vinto tutto con la maglia della Juventus, ma anche perché in possesso di qualità umane fuori dal comune. Scirea nasce il 25 maggio del 1953 a Cernusco sul Naviglio, nell'hinterland milanese e tira i primi calci al pallone nel gruppo sportivo la "Serenissima" di Cinisello Balsamo, dove gioca come punta nella locale squadra di calcio a sette.

Uno dei dirigenti della "Serenissima" riesce a portarlo nel 1967 nelle giovanili dell'Atalanta, dove inizialmente viene schierato da ala destra, ruolo nel quale grazie al suo tocco di palla e all'eleganza nella corsa riesce a segnare molte reti, ma a causa della sua spiccata visione di gioco tendeva spesso a accentrarsi e perciò con lo scorrere del tempo venne schierato anche da centrocampista.

il giovane Scirea si dimostrò un giocatore polivalente, e per questo motivo Ilario Castagner (allenatore delle giovanili nerazzurre dell'epoca), scelse di impiegarlo come stopper al fianco del futuro presidente orobico Antonio Percassi, ma egli non interpretò il ruolo assegnatogni nel modo tradizionale e anzi divenne il vero e proprio "deus ex machina" della manovra nerazzurra grazie ai suoi frequenti inserimenti a centrocampo, nel corso dei quali si spingeva spesso e volentieri alle porte dell'area avversaria. 

L'esordio in serie  A non tardò ad arrivare e avvenne il 24 settembre 1972, in occasione di un Cagliari-Atalanta terminato sullo 0 a 0, match nel quale giocò come libero sostituendo l'infortunato Savoia e mostrando una sicurezza straordinaria, poiché giocava in un ruolo che solo da poco aveva iniziato a ricoprire. 

Grazie ai buoni rapporti esistenti fra i bergamaschi e la Juventus, Scirea nell'estate del 1974 ai bianconeri per 700 milioni di lire più i cartellini di Mastropasqua, Marchetti e la comproprietà di Giuliano Musiello. La società torinese cercava un sostituto del libero Sandro Salvadore prossimo al ritiro, e Scirea entrò subito nei meccanismi di una difesa che poteva contare su Cucureddu, Gentile, Spinosi e Morini. 

Il ventunenne si ambientò molto in fretta, tant'è vero che giocò 28 partite delle 30 del campionato 1974-75 divenendo titolare titolare in pianta stabile e vincendo il suo primo scudetto. Ma i successi non si fermarono qui: infatti, il difensore fu uno dei protagonisti della doppietta campionato Coppa UEFA della stagione 1976-77, con lo scudetto lottato punto su punto con i rivali cittadini del Torino e vinto a 51 punti (record per l'epoca), e la Coppa UEFA strappata agli spagnoli dell'Athletic Bilbao al termine di una doppia finale molto combattuta.

Nel 1981-82 il difensore contribuì pesantemente alla vittoria del ventesimo scudetto dei bianconeri, mentre la Coppa Italia vinta nella stagione successiva diede loro il diritto di partecipare alla Coppa delle Coppe, competizione vinta dalla "Vecchia Signora", che in finale si impose sul Porto per 2 a 1. 

Nel 1985 arrivò la vittoria della Coppa dei Campioni nella tragica finale dell'Heysel contto il Liverpool, già battuto nel gennaio precedente. A fine anno i bianconeri triofarono anche in Coppa Intercontinentale, battendo a Tokyo i sudamericani dell'Argentinos Juniors. 

In nazionale Scirea fu uno degli eroi di Spagna 1982, vinto in finale ai danni della Germania Ovest per 3 a 1 e da capitano condusse la squadra nel Mondiale di Messico 1986, che a 33 anni segnò il suo ritiro dalla nazionale, coincidente con l'eliminazione degli azzurri agli ottavi di finale ad opera della Francia.

Purtroppo Scirea morì il 3 settembre 1989, a seguito di un incidente nei pressi di Babsk nel viaggio di ritorno per Varsavia, dove avrebbe dovuto prendere l'aereo per Torino dopo aver visionato il Gornik Zarbze, futuro avversario dei bianconeri in Coppa UEFA.

Scirea fu un modello che è rimasto scolpito nella storia come esempio di sportività: infatti per onorare la sua memoria e la sua carriera priva di espulsioni, gli fu dedicato il Premio Nazionale Carriera Esemplare "Gaetano Scirea".