Le vie del mercato, si sa, sono infinite e mentre il finale della sessione estiva si sta avvicinando ecco che arriva una voce che avrebbe del clamoroso e che potrebbe riscrivere la storia recente dei trasferimenti più inaspettati: l’arrivo di Ronaldo al Napoli. Una trattativa del genere fino a qualche tempo fa sarebbe stata bollata come bufala, ora invece più passano le ore e più il trasferimento potrebbe diventare realtà con Ronaldo pronto a tornare in Serie A e il Napoli pronto a chiudere un affare che a livello mediatico avrebbe del clamoroso.
Insomma, Ronaldo al Napoli non è un’eresia, ma quanto c’è di vero sulla trattativa e in caso vada in porto, a chi conviene fare l’affare? Domande lecite alle quali prima di rispondere bisogna provare a fare una fotografia della situazione corrente partendo però dalla passata stagione.

Un anno fa di questi tempi si parlava del ritorno di Ronaldo al Manchester United, un ritorno descritto dalla stampa e dallo stesso portoghese come affare di cuore oltre che di campo con Ronaldo che avrebbe fatto carte false per tornare nella sua casa e riportare il Manchester ai fasti di un tempo. In realtà Ronaldo si era offerto a mezzo mondo (addirittura al City) pur di lasciare la Juventus dopo tre stagioni in chiaroscuro (soprattutto in Europa), in più il ritorno di Allegri (tecnico non proprio in cima alle preferenze dell’asso portoghese) non aveva fatto altro che aumentare le distanze tra giocatore e club. Ronaldo voleva quindi andare via, ma nessun club era disposto ad accollarsi un simile ingaggio per un calciatore in fase calante di carriera e reduce da campagne europee di pessimo livello (malissimo nella fase ad eliminazione diretta). Fu bravo Mendes a trovare i giusti incastri per il ritorno allo United, spiazzando però la Juventus che ormai vicina al gong di fine mercato pensava di poter fare affidamento per un’ulteriore stagione sull’attaccante portoghese sostituito poi in tutta fretta da Kean (non un grande affare). Passa un anno e la situazione è la medesima: Ronaldo non vuole più stare alle United, anche perché per il suo status di campione affermato è pesante non giocare la Champions, in più anche una possibile lotta in Premier appare distante (City, Liverpool, Chelsea e Tottenham di un altro livello) e l’arrivo di Ten Hag che sin dall’inizio avrebbe dichiarato la sua incompatibilità con il portoghese non ha fatto altro che aumentare le possibilità di addio anticipato.
Un addio che se si dovesse concretizzare dimostrerebbe come Ronaldo non sia poi così attaccato ai red devils: proprio nei momenti di difficoltà bisogna dimostrare attaccamento alla maglia (vedi Totti alla Roma o Buffon e Del Piero con la Juve in b) non tagliare la corda tra l’altro proponendosi a destra e a manca pur di sentire la musica della Champions.

Proprio la Champions sembra essere il vero e unico cruccio di Ronaldo (oltre la sfida a distanza con Messi che in quel di Parigi lotterà per il titolo) tanto da aver iniziato una vera e propria via crucis dall’inizio del mercato pur di trovare un club che gli permetta di giocare la competizione. Ben seguito dal solito Mendes Ronaldo ha iniziato la sua estate pensando ad un clamoroso approdo a Parigi per prendere il posto del partente Mbappe. Poi col francese tornato sui propri passi ecco che si pensa ad un altro ritorno clamoroso a Madrid per poi virare su Barcellona ma l’arrivo di Lewandowski chiude la porta sul nascere. Facile accostarlo poi al Bayern, ma i tedeschi non solo puntano su Manè, ma bollano Ronaldo come troppo costoso (e tra le righe troppo vecchio), così il buon Mendes ci prova con l’Atletico che prima apre ad una possibile trattativa poi torna sui propri passi tra insurrezione dei tifosi e incompatibilità con Simeone (che a sua volta sceglie di rilanciare Morata piuttosto che puntare sul cinque volte pallone d’oro).
Arriva poi il turno di Inter e Milan (che avrebbero entrambe rifiutato sul nascere la trattativa) e del Chelsea (che preferisce però il profilo di Aubameyang) fino ad arrivare alla triade finale composta da Borussia Dortmund, Sporting Lisbona e appunto Napoli. Il Borussia accetterebbe l’affare, ma deve fare i conti con uno stipendio al momento improponibile, cosa questa che frena anche un’eventuale ritorno a Lisbona dove tutto ebbe inizio. Ecco allora che Napoli diventa più di una suggestione anche perché Mendes starebbe lavorando alla costruzione di un puzzle complicato, ma possibile pur di portare il suo assistito sotto il Vesuvio.
Visti i buoni rapporti con De Laurentiis e sapendo che in quel di Manchester servirebbe poi un sostituto di CR7, ecco che nell’affare potrebbe rientrare Osimhen. O meglio, cento milioni di euro più Ronaldo per arrivare al nigeriano con lo United pronto a collaborare sullo stipendio del portoghese visto che non rientra nei nuovi parametri imposti dal numero uno dei partenopei. Un affare con la A maiuscola, che ricorda con le debite proporzioni lo scambio Ibrahimovic-Eto’o che andò in scena qualche anno fa, anche sé in quel caso fu l’Inter a fare il vero affare piuttosto che gli spagnoli che furono costretti solo un anno dopo a cedere lo svedese mal digerito dallo spogliatoio.

A chi conviene fare l’affare? Dal punto di vista economico De Laurentiis dovrebbe accettare anche perché ad Osimhen verrebbe offerto uno stipendio impossibile da raggiungere per le casse napoletane e questo potrebbe compromettere un eventuale rinnovo con il rischio di perderlo a zero oppure di cederlo ad una cifra inferiore a quella proposta ora dagli inglesi. In più, con cento milioni in cassa il Napoli potrebbe riprogrammare il futuro (magari acquistando l’anno prossimo alcune pedine più qualitative di quelle comunque importanti ora in rosa) e rientrare dai costi gestionali troppo alti delle ultime stagioni. Con la cessione del nigeriano bisognerebbe poi tornare sul mercato e a poche ore dalla fine sarebbe difficile trovare un sostituto all’altezza, ecco perché l’arrivo di Ronaldo a queste condizioni sarebbe perfetto e permetterebbe alla società di cercare bene sul mercato una nuova punta per la prossima stagione, magari affondando per Broja del Chelsea che tanto piace a Giuntoli (non è poi impensabile che il Napoli non acquisti lo stesso l’albanese ora per farlo crescere insieme a Simeone alle spalle del portoghese).
Se dal punto di vista economico è un affare, potrebbe esserlo meno dal punto di vista del campo: oltre al fattore età bisogna considerare il peso che avrebbe Ronaldo in uno spogliatoio “operaio” come quello del Napoli, con giocatori da sempre dediti al lavoro e senza troppi grilli per la testa. In più bisogna considerare l’anarchia tattica di Ronaldo e il possibile rapporto con Spalletti, uno abbastanza fumantino che certo non digerirebbe bene le idee dell’attaccante sempre dedito all’io piuttosto che al noi. Allo stesso tempo bisogna considerare i gol che il portoghese ha nelle gambe (ben 24 l’anno scorso nonostante i tanti problemi allo United) e le tante difficoltà fisiche patite da Osimhen.

Poche ore (al massimo giorni) e la parola fine sarà scritta su questa vicenda e considerando le parole di Spalletti al termine del match con la Fiorentina (nessuna chiusura su Ronaldo e ammissione che con cento milioni chiunque venderebbe) Ronaldo al Napoli non appare poi così tanto fantamercato.