La Roma pareggia 0-0 a casa di un Hellas Verona ridimensionato. Rimane l’amaro in bocca per un pareggio che ha quasi il gusto della sconfitta. Roma che si presenta con una rosa dal valore tecnico nettamente superiore rispetto a quello dell’avversario, nonostante ciò può avere delle deboli attenuanti viste le turbolente vicende di mercato che stanno coinvolgendo la squadra in questi ultimi giorni.
La squadra non gioca male, specialmente nel primo tempo dove crea molto ma spreca altrettanto. Il fraseggio funziona bene, in particolare nella trequarti. L’assenza di un centravanti puro pronto a fare da boa per le sponde e soprattutto pronto a trasformare le occasioni in rete, pesa terribilmente sull’efficacia della fase offensiva. Un 9 è mancato terribilmente alla squadra, forse troppo. Che sia Dzeko, Milik o chiunque altro, la Roma ha un disperato bisogno di un punto di riferimento offensivo.

Nel secondo tempo gli 11 giallorossi risentono di un calo fisico che influenza l’inerzia del match. Gli scaligeri grazie ad un’ottima condizione atletica ci credono e si rendono pericolosissimi in più di un’occasione colpendo addirittura due legni.
La Roma cerca di riprendere in mano la partita spingendo sulle fasce, cercando di creare una manovra avvolgente che possa colpire l’arroccata difesa veronese. La migliore occasione arriva proprio dai piedi di Spinazzola che con uno splendido gesto balistico si coordina da fuori area e scaraventa la palla sulla traversa. Dopo l’occasione dell’esterno sinistro romanista la squadra prova ad imbastire qualche azione con uno sterile possesso palla senza mai rendersi realmente pericolosa.
Nonostante la delusione la Roma non ha giocato malissimo e c’è stato qualche spunto interessante sui quali bisogna lavorare per ripartire. Ovviamente c’è stato anche qualche segnale d’allarme che è importante non sottovalutare.
Andiamo ad analizzare 3 punti da cui ripartire e 3 punti da non ignorare in modo da correggerli il prima possibile.

Da dove ripartire:
La creatività di Spinazzola

Il numero 37 giallorosso è stato senza dubbio il migliore in campo. Ha retto bene in fase di copertura ed è stato incontenibile in quella propositiva. Una vera e propria spina nel fianco che ha procurato più di qualche grattacapo ai difensori gialloblù. Ciò che colpisce di più del nostro Leonardo è la facilità con cui riesce a saltare l’uomo, una freddezza disarmante che stava per rivelarsi un’arma letale. Oltre al dribbling fulmineo il 27enne si è dimostrato abile durante il fraseggio, trovando spesso linee di passaggio interessanti in grado di far sviluppare la trama di gioco in attacco.

La voglia di Pedro
Il dato più sorprendente della trasferta in Veneto è il dato sui kiolmetri percorsi dai calciatori. Il giocatore della Roma che ha corso più di tutti è Pedro. Lo spagnolo a 33 anni ha corso per ben 11.256 km,più di qualsiasi altro giallorosso. L’attaccante ex-Chelsea spesso è venuto a centrocampo per prendere la palla è smistarla. Il profilo d’esperienza e personalità ideale per la Roma. Nonostante abbia peccato di cinismo sottoporta la sua prova è molto apprezzabile. Bisogna ricordare che a causa di un infortunio alla spalla accaduto durante la finale di FA cup il calciatore è stato fermo parecchio tempo e si è allenato pochissimo con i compagni. Tutti segnali che lasciano ben sperare. Pedro potrebbe essere un punto di ripartenza fondamentale per la Roma, una figura così esperta oltre a rilanciare se stesso potrebbe essere la fonte d’ispirazione per la crescita di molti giovani presenti in rosa.

La dedizione di Karsdorp
Il terzino olandese ha dimostrato la ferma volontà di rimanere in giallorosso. Dopo esser stato vicino all’Atalanta e al Genoa pare abbia ritrovato la fiducia in se stesso e da parte del tecnico. Il giocatore è sempre stato dotato di grandi qualità atletiche che gli permettevano uno strapotere fisico in fase offensiva. Nella trasferta di sabato queste capacità si sono viste soprattutto in fase difensiva. L’olandese è risultato prezioso con i recuperi, diagonali eseguite impeccabilmente che dimostrano una condizione di maturità sul piano tattico. Una rondine non fa primavera ma sono segnali che lasciano ben sperare.

Da Correggere:
I fuori ruolo

Cristante e Mhkitaryan hanno giocato fuori ruolo e si è visto. Cristante è stato acquistato come miglior incursore del campionato dopo aver segnato 12 goal a Begamo e sabato è stato costretto a giocare centrale difensivo. Una prestazione di cuore, apprezzabile per la disponibilità, ma non sul lato tecnico. Si è ritrovato più volte in evidente difficoltà. Non è stato un metronomo di qualità in fase d’impostazione e non ha nelle sue corde le capacità di lettura e di marcatura di un centrale. La colpa non può essere esclusivamente sua.
Mhkitaryan nonostante un primo tempo creativo, non è mai riuscito a lasciare il segno. Un calo fisico e qualche imprecisione di troppo non l’hanno fatto brillare. Non è mai riuscito a trovare la posizione ed è stato parecchio confusionario nella gestione della palla, soprattutto nel secondo tempo. Anche lui come Cristante, giustificabile, vista la situazione d’emergenza.

La timidezza di Diawara
Il Centrocampista Guineano è risultato timido con la palla tra i piedi proponendo poco o nulla. Sono mancate le geometrie in mezzo al campo. Il “professore” è risultato impacciato anche in fase d’interdizione. Non ci sono stati i soliti recuperi ed è sembrata mancare quella “cattiveria” agonistica necessaria per vincere i contrasti. Inoltre non è stato impeccabile nel posizionamento in mezzo al campo, spesso le trame di gioco veronesi passavano alle sue spalle, linee di passaggio che potevano essere coperte con un posizionamento differente.

La gestione dei cambi di Fonseca
Nonostante i 5 cambi a disposizione il tecnico portoghese ha deciso di utilizzarne soltanto 3. Il primo è arrivato al 72°ed è stato costretto visto l’infortunio di Karrsdorp. Il primo vero cambio tattico è arrivato soltanto al 79° dove ha deciso di inserire Kluivert per Pellegrini. Pellegrini che sembrava in una buona condizione atletica o quantomeno migliore rispetto a quella di Mhkitaryan. L’ultimo cambio è stato completato all’89°. Villar per Diawara quando ormai era troppo tardi. Che il calciatore ex-napoli non fosse in giornata era evidente. La creatività e la fantasia di Villar se inseriti con qualche minuto d’anticipo forse avrebbero fatto comodo. Nonostante ciò non c’è da scagliarsi contro Fonseca che si è ritrovato a dover gestire una gara senza centravanti e senza perno centrale della difesa. Le alternative in panchina non erano poche.
La sensazione è che ci sia ancora molto lavoro da fare, sia sul lato tecnico che sul mercato però non bisogna essere disfattisti. La rosa è interessante e il progetto anche. Testa bassa e pedalare.