La Roma ha perso. La Roma ha perso 4-0 giocando una delle peggiori partite da quando Fonseca è in panchina. Anzi, la Roma non ha giocato.
Sarebbe bello commentare una prestazione, anche negativa, ma purtroppo non c’è stata.
Perdere a Napoli ci può stare. Nessuno avrebbe preteso di uscire con i tre punti, ma una prestazione degna di questo nome sì.
Se la Roma avesse perso combattendo e mettendo in campo le proprie idee nessuno sarebbe deluso. Ma così sì.

In questo modo non ci si può aggrappare a nessuna attenuante.

La Roma non si può scusare neanche considerando le assenze. Neanche considerando gli infortuni di mancini e Veretout a partita in corso. Neanche pensando alle pessime condizioni fisiche di Dzeko e Pellegrini che non hanno recuperato al 100% dal Covid.
Non regge neanche l’alibi della scomparsa di Maradona che sicuramente ha influito sull’andamento della gara rinvigorendo i giocatori del Napoli di quella “cazzimma” che è mancata in più di qualche occasione durante la stagione.
Tutto questo sarebbe stato accettato e concesso solo di fronte ad una prestazione decente.
La rosa del Napoli è obiettivamente superiore a quella romanista ma nulla può giustificare un atteggiamento del genere. Si può lavorare e discutere di tattica, di tecnica ma il comportamento in campo non è argomento di discussione. Una cosa del genere non si insegna.
Attenzione, con questo non si può esimere Fonseca da colpe, anzi.

Fonseca è il primo responsabile di tutto questo
Fonseca avrebbe dovuto pensarci due volte prima di mandare in campo giocatori col fiato corto come Dzeko e Pellegrini. Ovviamente il contributo tecnico nello scenario tattico del mister di questi giocatori è fondamentale per la squadra, ma se non sono pronti sul piano fisico, schierarli e ritrovarsi a giocare in nove è completamente inutile.
Villar e Mayoral sicuramente non sono sullo stesso piano dei titolari (per ora), ma sicuramente sul piano fisico avrebbero dato un contributo in più.
Villar è stato l’unico che ha provato a mettere un po’ di ordine nella manovra giallorossa.
La squadra ha fatto una pessima gara. Nel momento in cui vengono a mancare le certezze la squadra si è ritrovata in confusione totale. La Roma non è che non sia riuscita a gestire la nave in tempesta, non ha nemmeno provato a cercare il timone.
Il tridente d’attacco, così ricco di tecnica e esperienza, si è nascosto intimidito da chissà cosa. Il centrocampo è sempre stato in inferiorità numerica e non è mai riuscito né a fare da filtro né a innescare i propri attaccanti. La difesa, seppur rimaneggiata, non ha mai dimostrato un minimo di compattezza e solidità. Lo stesso Mirante, che ci avevo sempre garantito quella sicurezza che tanto ci era mancata si è fatto trovare goffamente impreparato.

Non fa male la sconfitta in sé, che non comporta grossi scossoni in classifica. Fa male la prestazione.
Noi Romanisti non siamo mai stati schiavi del risultato e mai lo saremo, della prestazione si però.
I Romanisti sono quei tifosi che dopo la semifinale contro il Liverpool nonostante siano feriti e amareggiati per la mancata qualificazione in finale, cantano con gli occhi lucidi orgogliosi della prestazione della Roma.
Vincere non è mai stato importante, non siamo abituati. Sentirsi rappresentati è tutto quello che si chiede e ieri non è stato così. Siamo apparsi deboli, timidi, disuniti, in una parola: fragili.
L’unica cosa “buona” di questa sonora sconfitta è quella di riportare sulla terra la testa di troppi sognatori imprudenti. Questa sconfitta equilibra il giudizio sulla Roma. Non siamo da retrocessione ma tantomeno da scudetto.
Questa sconfitta potrebbe essere un campanello d’allarme per la nuova proprietà per capire in che modo investire per colmare le lacune di questa squadra.

Analizziamo insieme cosa potrebbe migliorare la rosa della Roma.
PORTA: a Gennaio o a Giugno la Roma deve intervenire in questo ruolo e deve prendere un portiere pronto per fare il titolare. Attenzione, non è a causa di questa partita che si deve sfiduciare Mirante che ha sempre fatto bene, semplicemente si deve tenere in considerazione il fattore età. Mirante ha 37 anni, per quanto possa essere vero che l’età dei portieri va analizzata diversamente rispetto ai giocatori di movimento, 37 anni sono comunque tanti. Bisogna puntare su un portiere con il quale si possa iniziare a pianificare un progetto a lungo termine. Purtroppo è evidente che questo profilo non può coincidere con la figura di Pau Lopez. Lo spagnolo è sfiduciato dal pubblico e soprattutto da se stesso. L’ex-Betis non sembra in grado di riconquistare il posto da titolare e la stima di Fonseca.
I TERZINI: Nonostante gli apprezzabili miglioramenti di Karsdorp e Peres è evidente che quello sia l’anello debole della difesa della Roma. Mario Rui è stato il padrone assoluto della fascia sia sul piano tattico che sul piano fisico. Da quel lato manca la corsa e l’intensità di Spinazzola. Non pretendo anche la creatività offensiva del numero 37, ma una buona copertura in fase difensiva è necessaria per poter fare il salto di qualità.
CENTROCAMPO: Villar sta crescendo bene e sembra essere l’unica alternativa valida ai titolari. Diawara non è neanche lontanamente quello visto lo scorso anno e una sola alternativa per due posti è davvero poco. Serve qualcuno in grado di mettere in crisi in Fonseca durante la scelta della formazione, qualcuno che possa portare quantità e qualità quando serve cambiare passo. Sarebbe perfetto qualcuno che conosca già il campionato italiano magari giocatori come Locatelli, Castrovilli o ancora meglio De Paul..?
ATTACCO: De Paul sarebbe un acquisto perfetto, la sua versatilità gli permetterebbe di essere un giocatore chiave sia in mediana che sulla trequarti. Per la prima volta Pedro e Mkhitaryan hanno dimostrato sintomi di annebbiamento, si sono rivelati meno lucidi del previsto e la Roma ha pagato questo calo di rendimento in modo eccessivo. Una seconda linea in grado di giocarsi il posto e fornire un’alternativa potrebbe garantire freschezza e continuità alla prolificità dell’attacco giallorosso.

La sconfitta fa male, non possiamo nasconderci dietro un dito ma non abbiamo il tempo di piangerci addosso. Bisogna ritrovare la lucidità e la concentrazione al più presto possibile. Giovedì ci giochiamo il primo posto del girone di Europa League e Domenica ospitiamo un Sassuolo ferito in cerca di riscatto.
Riflettiamo, ma non ci abbattiamo.