La mia riflessione di oggi è relativa al futuro del calcio come industria e lascio volentieri ad altri disamine sportive e sociali che non mi competono per estrazione e formazione. Con questa nota vorrei solo osservare il grande cambiamento che il calcio professionistico sta vivendo, peraltro non diverso da quello che è successo in altri settori industriali in epoche diverse, non a causa della pandemia ma del suo sviluppo esponenziale degli ultimi trentanni. Il calcio professionistico oggi è un'industria che a livello europeo e solo considerando i primi 32 club professionistici vale circa 29 miliardi di euro come certificato dalla società di consulenza e revisione Deloitte e i primi cinque campionati hanno prodotto proventi per circa 17 miliardi di euro rendendo tutti gli altri semplici appendici.

Si capisce in questo contesto l'ineguatezza del paradigma del sistema calcio in Italia, ovvero società storicamente di proprietà di magnati, gestite in modo approssimativo e con scarsa professionalità manageriale, che accumulano perdite per raggiungere solo obiettivi sportivi e di reputazione del presidente padrone. Tutto questo è giustamente finito. Abbiamo infatti capito che le squadre di calcio sono oggi aziende dello showbusiness e come tali devono essere gestite. La ragione d'essere di qualsiasi squadra professionistica è la generazione di un ritorno per l'azionista al pari di una qualsiasi attività di impresa perchè altrimenti la sussistenza stessa della società è messa in discussione prima ancora del suo futuro sportivo.

Alla fine questa è anche la spiegazione dell'involuzione del nostro calcio giocato, della progressiva marginalizzazione delle nostre squadre dai campionati europei dove il confronto avviene non tanto sul campo di gioco ma sulla cultura manageriale di gestione che consente la formazione di una squadra competitiva. L'ingresso quindi di fondi di investimento nel sistema calcio italiano, dalla Lega serie A fino ad alcune squadre professionistiche, è a mio avviso benvenuto, perchè imporrà un cambio di passo sostanziale nella gestione delle squadre. Si farà piazza pulita di una serie di presunti professionisti, competenti del nulla, che hanno progressivamente indebolito le società italiane perchè incompetenti nella gestione aziendale.

Le nostre squadre si professionalizzeranno. Saranno in grado di generare utili ed investire nel core business ovvero lo show magnifico di una partita di calcio, investendo in infrastrutture sportive per assicurare la miglior esperienza fruibile dal vivo e su piattaforme digitali diverse per allargare il bacino di clienti entusiasti. Saranno aziende in utile in grado di garantire la propria sostenibilità e il divertimento alle generazioni future. Perchè alla fine le squadre restano, alcuni calciatori diventano leggende ma i presidenti e i manager no.

Siamo in un periodo di transizione, oltre il quale la catarsi del nostro calcio sarà compiuta e tornemo ad essere magnifica farfalla nei cieli europei. Ad Maiora.