Per capire il momento attuale del Milan è necessario tornare a questa estate, quando il dramma dell'allontanamento di Maldini si è perpetrato.
Come già scritto, l'anima sportiva del Milan, quella che ha permesso la vittoria dello scudetto e la cavalcata in Champions, è stata azzerata con un golpe, architettato da Pioli e approvato dalla nuova proprietà per un presunto nuovo stile di gestione collegiale. Questo è a mio avviso l'inizio della fine.

Pioli, diventato il referente sportivo unico, organizza ed avalla il calciomercato, gestisce in piena autonomia il gruppo squadra ed i rapporti con la proprietà, gestisce la preparazione e gli allenamenti tattici, insomma diventa l'uomo più importante per la parte sportiva del Milan. Questa promozione cambia la persona, che perde totalmente di umiltà, perde bilanciamento decisionale non avendo un autorevole contro altare per sfidare il suo pensiero, diventa un uomo solo al comando.

Il resto è storia recente. Una serie infinita di infortuni, uno stillicidio di punti persi per "invenzioni" tattiche, lo scarso utilizzo della rosa a disposizione (giocano solo i pretoriani e i giovani sebbene più promettenti non trovano il giusto spazio), e recentemente la matematica certezza di perdere circa 160 milioni di euro di mancati introiti tra Champions e mondiale per club.
La scommessa di Cardinale sulla capacità di Pioli adesso presenta il conto, molto salato. La nostra proprietà così attenta al bilancio, dovrà necessariamente fare cassa per presentare i conti in miglioramento rispetto a quelli dell'anno scorso come prevede la dura legge dei fondi di investimento.

Quindi cassa e rifondazione. Si partirà da una nuova guida tecnica più brava nella gestione dei giovani proposti dall'algoritmo, si cambieranno i metodi di preparazione per evitare infortuni, e i top player lasceranno il gruppo a fronte di proposte interessanti. Si dovranno vendere giocatori per arrivare a colmare i 160 milioni di euro previsti nel budget e purtroppo vanificati dal signor Pioli.

Questo il punto di collegamento con la defenestrazione di Maldini. Vi ricordate le reazioni a caldo sui vari social di Leao, Magnan, Theo e Giroud? Questo il gruppo che verrà venduto per fare cassa. La chiusura del cerchio di quella decisione funesta, azzeriamo la nostra storia per non pagare la misera buonuscita a Pioli e ci fidiamo di moneyball e di manager della finanza. 

Cosa rimarrà del Milan, o meglio cosa sarà il Milan del futuro?
Una società con i conti in ordine, uno stadio di proprietà, un gruppo squadra giovane forse di potenziale, ma con pochi nuovi trofei in bacheca. Quelli sono potenzialmente inclusi nel prezzo di vendita per il prossimo proprietario.

Ai posteri l'ardua sentenza, diceva un illustre scrittore milanese. Per noi tifosi, innamorati del Milan, la realtà è gia tristemente arrivata. Quest'estate però. Il resto è fumo negli occhi, buono per il marketing.