Le vicende dell'Ajax in Champions League culminate con la grande vittoria sui campioni del Real Madrid e successivamente sulla Juventus, mi hanno fatto ricordare i campioni olandesi che si sono avvicendati nel nostro campionato e in particolare nel Milan. Tanti fuoriclasse, grandi attaccanti, centrocampisti e difensori. Tra i tanti, il mio pensiero è dedicato a Marco Van Basten, quel forte centravanti che contribuì a rendere grande il primo Milan dell'era Berlusconi. Il mio pensiero va a Marco perché ricordarlo è sempre una gioia, ma è anche, al tempo stesso, un rimpianto per aver vissuto una breve carriera.
Quindi è anche doveroso definirlo come un grande giocatore sfortunato.
Oggi Van Basten, dopo aver allenato la nazionale Olandese, l'Ajax e AZ Alkmaar, ricopre un ruolo importante presso la Fifa. Fra pochi mesi compirà 55 anni. Auguri in anticipo!

Marco Van Basten giocatore

Proprio 37 anni fa, Van Basten esordiva nell'Ajax. Era il 3 aprile del 1982. Non ancora diciottenne Marco scendeva in campo per sostituire quel fenomeno di Johan Cruijff, l'eroe dei suoi sogni da bambino e si sa, quando si ammira un giocatore sin da piccoli, si è sempre portati a emularlo cercando di far rivivere in campo le sue prestigiose esibizioni. Marco riuscì bene a emulare le sue gesta, iniziando giusto da quella partita e mostrando le stesse movenze in campo del suo idolo, lo stesso stile di gioco, lo stesso fiuto del goal e la nobile eleganza dei movimenti in campo, tanto da farsi affibbiare l'epiteto di “Cigno di Utrecht” luogo dove egli è nato nell'ottobre del 1964.

Dopo aver vinto 3 scudetti nel sodalizio olandese e vincendo 4 classifiche dei cannonieri, “il cigno” approdò al Milan nel 1987 iniziando pertanto una carriera esaltante, ricca di successi e vincendo parecchi trofei importanti.
Van Basten dimostrò il suo grande valore segnando subito e poi continuando a farlo anche nelle partite successive. Egli vinse tutto quello che c'era da vincere, realizzando goal memorabili sia nel Milan che nella nazionale Olandese. Tutti ricorderanno ad esempio la finale del campionato Europeo nel 1988 tra Olanda e Russia, terminata col risultato di 2 – 0 a favore degli “oranges”.

Van Basten segnò un goal memorabile, un gran tiro forte e preciso, scagliato al volo dal limite dell'area e in posizione angolata, che si insaccò all'incrocio dei pali. Tutti gli spettatori dello Stadio di Monaco di Baviera si alzarono in piedi, applaudendolo all'unisono per parecchi secondi.

In quel campionato europeo, Marco vinse anche la classifica dei cannonieri con 5 goal e fu decretato il miglior giocatore del torneo, cosa che gli procurò la conquista del trofeo “ World soccer 1988” e anche l'ambito trofeo del “Pallone d'oro 1988” a fine anno. Il primo dei tre prestigiosi trofei del “pallone d'oro” conquistati in carriera.

Ma Van Basten segnò altri goal mirabolanti, soprattutto con la maglia numero 9 rossonera. Forte di testa, abile con entrambi i piedi e dotato di una tecnica sopraffina, Marco possedendo un fisico longilineo, riusciva a districarsi nelle aree di rigore avversarie, sfoderando finezze acrobatiche di grande rilievo. Non possiamo non ricordare infatti il goal in rovesciata durante l'incontro di Champions League contro il Goteborg a San Siro. Un goal di un'eleganza artistica da leggenda.

Solitamente le rovesciate nel calcio, obbligano i giocatori che le effettuano a trovare posizioni forzate e posture sgraziate, inoltre l'atterraggio sul terreno di gioco avviene sempre in maniera non del tutto elegante e a volte anche fisicamente scomposta. Per Marco no, per lui la rovesciata è sempre stata un movimento naturale effettuato con stile e classe, ma con un'eleganza e una coordinazione di movimento che solo un ballerino di danza classica è in grado di esibire. L'atterraggio sul terreno di gioco ricordava il volo planato di un airone. L'incontro terminò peraltro con il risultato di 4 – 0 a favore del Milan, con 4 goal, appunto, di Van Basten. Fu quello uno dei momenti più memorabili della carriera dell'Olandese, le cui prestazioni in campo incidevano sempre in modo determinante sull'esito finale della gara.

Quando Van Basten esordì nel nostro campionato diventò subito una colonna portante dello schieramento milanista. Coadiuvato in attacco dall'altro campione olandese Ruud Gullit, Marco trovò in lui la spalla ideale per costruire e finalizzare le azioni da goal dell'attacco rossonero, il cui motore a centrocampo era ben diretto dal terzo olandese in rossonero: Frank Rijkaard.

Van Basten riuscì subito a completarsi in questo celebre trio olandese a suon di goal e di assist per i suoi compagni, conquistando scudetti, champions, coppe nazionali, europee e Intercontinentali.

Quel ragazzo Olandese era come se danzasse in campo, segnando di testa e con entrambi i piedi con una naturalezza unica. Persino i rigori da lui trasformati sempre in goal assumevano il tono di una danza, caratterizzati da quel tipico saltellino iniziale come fosse un rito propiziatorio. Ogni goal da lui realizzato era sempre accompagnato da quel radioso e timido sorriso che riusciva a trasformare il suo volto da adulto in un viso da fanciullo.

Purtroppo però, come il prode Achille eroe mitico dell'Iliade Omerica aveva il suo punto debole nel tallone, così il nostro eroe Van Basten aveva il suo punto debole nella caviglia.
Egli, come Achille, era il più forte di tutti, ma gli innumerevoli infortuni subiti alla caviglia lo condizionarono molto e per troppe volte, tanto da obbligarlo a subire 4 interventi chirurgici in diversi momenti della carriera. Tutto ciò contribuì a condizionare il suo rendimento, ma soprattutto, impietosamente, gli furono decurtate le presenze in campo. L'ultimo infortunio subito sempre alla caviglia destra, fu il più grave e il più delicato di tutti, lo costrinse a disertare i campi di gioco per più di un anno e mezzo. Un periodo di assenza talmente grave, al punto di incidere in modo determinante sul prosieguo dell'attività agonistica, abbreviandogli definitivamente la carriera.

Marco poi successivamente, assorbito quel lungo infortunio, tentò di rientrare in squadra, provando a ricominciare ancora tramite la sua proverbiale tenacia, ma la scarsa stratificazione cartilaginea della sua caviglia non gli permise di sopportare ulteriori sofferenze. Fu un tentativo che non lasciò spazio a dubbi. Fu la fine di un lungo calvario, infatti fu impossibile continuare ad insistere in quelle condizioni.

La sua caviglia non gli favorì più il ritorno in campo per giocare, evidenziando il dramma di un grande giocatore e suggellando la fine di una carriera tanto brillante quanto sfortunata. La carriera dell'olandese iniziò in maglia rossonera giocando la prima partita nel 1987 e terminò con l'ultima gara giocata nel 1993, ma ironia del destino fu quella della singolare coincidenza che, spesso, il fato beffardamente ci riserva secondo le più imperscrutabili e strane leggi terrene: il portiere avversario che incontrò Marco nella sua prima partita di esordio nel 1987 contro il Bari fu Alessandro Mannini, il quale fu lo stesso portiere avversario, in occasione della sua ultima partita giocata nel 1993 contro il Viareggio in amichevole.

Il palmares di Marco Van Basten è ricco di trofei, vale la pena ricordarli elencandoli:

3 Scudetti vinti con l'Ajax di Amsterdam 1981/82 – 1982/83 – 1984/1985

3 Coppe d' Olanda vinte con l'Ajax 1982/83 – 1985/86 – 1986/87

1 Coppa delle coppe europea vinta con l'Ajax 1986/87

1 Campionato d'Europa vinto con la nazionale Olandese 1988

4 Scudetti vinti con il Milan 1987/88 – 1991/92 – 1992/93 – 1993/94

4 Supercoppe italiane vinte con il Milan 1988 - 1992 - 1993 - 1994

3 Champions league vinte con il Milan 1988/89 – 1989/90 – 1993/94

2 Supercoppe Uefa vinte con il Milan 1989 - 1990

2 Coppe Intercontinentali vinte con il Milan 1989 - 1990

2 World soccer calciatore dell'anno 1988 - 1992

3 Palloni d'oro 1988 - 1989 - 1992

1 Fifa World Player 1992

Van Basten è stato capocannoniere nel campionato olandese (4 volte), nel Milan (2volte), nel campionato Europeo (1 volta) e in champions (1volta).
Infine Marco, dopo aver lottato a lungo con il problema della cartilagine, fu costretto, obtorto collo, a porre fine alle sue sofferenze e alla sua breve carriera di giocatore, annunciando in conferenza stampa con una breve e tagliente dichiarazione di porre fine alla sua attività agonistica: “ Ho deciso di smettere di combattere”. Marco Van Basten lasciò tutti attoniti e senza il coraggio di replicare dando appuntamento a San Siro il giorno dopo per l'addio ai tifosi, prima dell'inizio della gara per il Trofeo Berlusconi.

Per quella occasione io decisi di anticipare il mio ritorno a Milano dalle ferie estive. Non potei perdere il saluto ai tifosi annunciato da Marco, era l'anno '95 e se non ricordo male un paio di giorni dopo ferragosto. San Siro era gremito in ogni ordine di posto per salutare personalmente Marco Van Basten, uno dei grandi eroi del Milan.
Maradona commentando l'addio prematuro al calcio di Van Basten affermò:”Se Dio non ha permesso più a Van Basten di giocare è perchè non ha più voluto che ci fossero goal belli”.
Ricordo quella fresca serata come fosse oggi. Egli fece il suo ingresso percorrendo il perimetro del campo di gioco in borghese, indossava un paio di jeans e mocassini, la giacchetta leggera di renna sopra una camicia rosa. A passo poco spedito e salutando a braccia alzate guardò spesso in tribuna e transitando verso la mia direzione fece una breve sosta. Tifosi milanisti e Juventini uniti, applaudirono incessantemente l'eroe Olandese. Il suo viso teso stentava a sorridere per l'emozione di quegli applausi di commiato, sicuramente celava un rigagnolo di pianto, lo stesso che io non potei più tenere a freno. Piangere fu più forte di me, più forte della mia timidezza.

Grazie Marco, grazie per le emozioni che ci hai regalato. Sicuramente il ricordo dei tuoi capolavori rimarrà custodito per sempre nei nostri cuori e nella nostra mente.
Non dimenticheremo mai il tuo raffinato modo di giocare, caro elegante “cigno di Utrecht!”

 

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