Saranno i ricordi, sarà la nostalgia, saranno i rimpianti, ma le squadre italiane negli anni 80' – 90' e negli anni duemila, sono state protagoniste partecipando in 36 anni (dal 1983 al 2018) a 19 finali di champions di cui ben 8 vinte (5 dal Milan, 2 dalla Juventus e 1 dall'Inter). Per dovere di statistica ricorderei che nelle precedenti 27 edizioni negli anni 60' e 70', l'Italia conquistò altre 9 finali di cui 4 vinte (2 dal Milan e 2 dall'Inter). Il bottino dell'Italia conta dunque in totale una partecipazione a 28 finali di champions.

Sempre in riferimento agli ultimi 36 anni, il calcio Italiano fu protagonista sfortunato di 6 finali perse dopo aver dominato a lunghi tratti l'incontro. Si può indubbiamente affermare che il nostro calcio è stato in questo lasso di tempo protagonista indiscusso, infatti aver vinto 12 edizioni e aver partecipato in totale a 28 finali ci pone (come classifica per nazioni) al 2° posto, preceduti solo dalla Spagna che vanta 1 sola finale in più rispetto all'Italia.

Eppure tante polemiche sono state accese a favore o a sfavore delle nostre compagini. Si è detto che il nostro calcio non è competitivo nello scenario europeo, ma noi italiani comunque possiamo essere fieri di vantare una rappresentanza di 6 squadre diverse in finale e cioè:

Milan, Juventus, Inter, Roma, Sampdoria e Fiorentina.

Tra le più forti nazioni Europee che hanno partecipato alle finali di Champions citerò le più titolate, in ogni caso quelle che sono state rappresentate da almeno 2 squadre del loro campionato e cioè:

La SPAGNA ha portato in finale solamente 4 squadre diverse e cioè: Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid e Valencia.

La GERMANIA è stata rappresentata nella sua storia da 6 compagini diverse in finale e cioè: Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Amburgo, Bayer Leverkusen, Borussia Monchengladbach e Eintracht di Francoforte.

La FRANCIA vanta la presenza di 4 squadre nelle sue partecipazioni in finale di champions e cioè: Olympique Marsiglia, Stade de Reims, Saint Etienne e Monaco.

L' OLANDA ha partecipato alle finali di champions con 3 squadre diverse e cioè: Ajax, Feyenoord e Psv Eindhoven, ma vanta un singolare record, quello di essere l'unica nazione europea ad aver vinto la Champions con tutte le sue tre squadre partecipanti al torneo.

Il PORTOGALLO. Anche i Lusitani hanno vinto la champions con tutte le partecipanti al torneo, ma essi sono stati rappresentati solamente da 2 squadre (Benfica e Porto).

L'INGHILTERRA. E' la nazione che pur non avendo la più alta partecipazione di presenze in finale nella manifestazione europea più importante, è quella che invece vanta più squadre che vi hanno partecipato. Sono infatti 7 le squadre partecipanti alla finale e cioè: Liverpool, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Nottingham Forrest, Leeds United e Tottenham, quest'ultima raggiungendo la finale per la prima volta solo quest'anno.

Il prestigio del calcio italiano in Europa è stato sempre ben onorato con prestazioni notevoli disputate dalle nostre squadre in ogni finale. A tale proposito vorrei sottolineare le tre squadre che hanno disputato per l'unica volta la finale di Champions rappresentando onorevolmente l'Italia: Fiorentina, Roma e Sampdoria.

Fiorentina. I gigliati parteciparono alla 2a edizione della Coppa dei Campioni, quella del 1956/57 quando incontrarono in finale quella “macchina da goal” che era il Real Madrid di allora. La Fiorentina schierò, in finale al Bernabeu, la formazione che, con autorità indiscussa, aveva vinto lo scudetto nella stagione precedente. I viola scesero in campo guidati da Fulvio Bernardini con: Sarti, Magnini, Cervato, Scaramucci, Orzan, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri.
Gli spagnoli in quel periodo erano una compagine praticamente imbattibile. Infatti essi vinsero le prime 5 edizioni e in quella seconda edizione, la Fiorentina uscì a testa alta dal terreno di gioco, tenendo testa ai blancos fino quasi alla fine della gara. I madrileni piegarono la resistenza dei gigliati nei minuti finali dell'incontro. Essi segnarono su calcio di rigore per un fallo commesso fuori area da Magnini, ma su evidente fuorigioco degli spagnoli, come confermano i filmati.
La partita si concluse con la vittoria del Real per 2 – 0 solo in virtù della tenacia messa in campo dai fuoriclasse Di Stefano, Puskas e Gento. L'anno successivo anche il Milan di Cesare Maldini, Liedholm e Schiaffino dovette arrendersi allo strapotere degli spagnoli, ma solo perdendo ai supplementari per 3 – 2 dopo che i rossoneri andarono in vantaggio per 1-0, poi per 2-1 e infine colpendo anche una traversa a portiere battuto con l'argentino Grillo.

Roma. Quando quell'anno (1984) la finale si disputò all'Olimpico di Roma, da più parti si consolidò la convinzione che la vittoria in finale potesse essere appannaggio dei giallorossi. L'allenatore Liedholm presentò la migliore formazione possibile di quel momento storico schierando: Tancredi, Nappi, Nela, Righetti, Bonetti, Cerezo, Falcao, Di Bartolomei, Conti, Pruzzo, Graziani.
Roma-Liverpool si concluse con il risultato di 1 – 1 e dopo i supplementari si dovette ricorrere ai calci di rigore. La fortuna non fu dalla parte dei giallorossi, infatti il Liverpool sbagliò il primo rigore e realizzò i restanti altri 4 rigori. La Roma invece fallì 2 di rigori proprio con i suoi campioni del mondo della nazionale di Bearzot: Conti e Graziani, i quali sbagliando consegnarono la Coppa agli inglesi con immenso rammarico di tutti i giocatori giallorossi e del popolo romanista.

Sampdoria. I blucerchiati di quell'anno 91/92 si presentarono con delle ottime chances, freschi di scudetto conquistato con pieno merito nella stagione precedente. Essi si fecero onore in tutte le partite del torneo Europeo fino ad arrivare in finale contro il Barcellona, quando il compianto allenatore di allora, Vujadin Boskov, schierò la Sampdoria con la seguente forte formazione: Pagliuca, Mannini, Vierchowod, Lanna, Katanec, Lombardo, Pari, Cerezo, Bonetti, Mancini, Vialli. La formazione catalana ebbe molta fortuna a superare i blucerchiati. Vinse l'incontro per 1 – 0 nei tempi supplementari, conquistando la prima champions della sua storia, schierando giocatori di grande levatura tecnica come Guardiola, Koeman, Laudrup e Stoichkov. Ma la Sampdoria non avrebbe demeritato sicuramente, qualora avesse vinto quella finale.
Comunque il giorno in cui si parlò tutto italiano in champions fu quel 28 maggio del 2003, quando all'Old Trafford di Manchester si disputò la finale fra le 2 più forti squadre italiane di quel momento: Milan e Juventus le quali in quella finale si laurearono le più forti d'Europa.

Pensare che il Milan ebbe accesso ai gironi di Champions arrivando dal 3° turno preliminare dopo aver superato, sia pure con molta fatica, la squadra Ceca dello Slovan Liberec, vincendo 1 – 0 a S. Siro nell'incontro di andata e perdendo al ritorno per 2 – 1, ma i rossoneri superarono il turno per effetto del goal segnato in trasferta, accedendo quindi al girone di qualificazione.

Anche Roma, Inter e Juventus completarono la presenza dell'agguerrita pattuglia dei clubs italiani presenti nei gironi di qualificazione in quell'edizione di Champions.

Nel girone C la Roma impegnata contro Real Madrid, Aek Atene e Genk concluse al primo posto a pari punti (9) con il Real Madrid, ma per effetto della differenza reti con i rivali spagnoli, fu classificata seconda del girone, finendo poi ultima nel girone della seconda fase e quindi venne eliminata senza poter accedere al tabellone degli incontri a gara eliminatoria.

Nel girone D l'Inter si qualificò al primo posto in un gruppo di squadre che comprese anche Ajax, Olympique Lione e Rosenborg, qualificandosi alla 2a fase successiva in cui i nerazzurri ben figurarono. L'urna assegnò all'Inter un girone più difficile contro Barcellona, Newcastle e Bayer Leverkusen. La squadra nerazzurra fu promossa al tabellone degli incontri ad eliminazione disputando, come seconda qualificata, la gara dei quarti contro l'agguerrita compagine del Valencia. La squadra del presidente Moratti vinse l'incontro di andata a San Siro, ma perdendo 2 – 1 a Valencia la gara di ritorno, superò il turno per effetto del goal segnato in trasferta. I neroazzurri occuparono nel tabellone della fase finale, la casella in cui andò a finire anche l'altra semifilanista e cioè il Milan. Fu una semifinale molto combattuta con due derby (andata e ritorno) senza precedenti giocati a San Siro e il cui esito è descritto più avanti nel paragrafo riservato al cammino del Milan.


Il cammino di Milan e Juventus per arrivare in finale
Milan: i rossoneri dopo aver superato il turno preliminare furono inseriti nel girone G assieme a Lens, Bayern di Monaco e Deportivo la Coruna, vincendo il girone agevolmente.
Successivamente nel raggruppamento della 2a fase, il sorteggio riservò ai rossoneri il compito di affrontare un girone in cui furono inserite anche Real Madrid, Borussia Dortmund e Lokomotiv Mosca. Il Milan, vincendo anche questo raggruppamento, ebbe accesso al tabellone della fase finale, occupando la casella del quarto di finale che li impegnò ad affrontare l'Ajax pareggiando ad Amsterdam per zero a zero nella gara di andata e vincendo l'incontro di ritorno a S. Siro per 3 – 2 .
Il Milan pertanto occupò la casella di posizionamento in semifinale affrontando l'Inter di Hector Cuper. La gara di andata (considerando in casa i rossoneri) fu giocata con timore da entrambe le compagini e terminò con uno scialbo 0–0 in cui le due squadre badarono più a non ricevere goal piuttosto che a segnarne. Fu quasi uno 0-0 annunciato, ma nella gara di ritorno una settimana dopo, entrambe le formazioni compresero che per disputare la finale, bisognava rischiare realizzando un goal in più degli avversari.
I nerazzurri schierarono: Toldo, Javier Zanetti, Cordoba, Cannavaro, Materazzi, Belozoglu, Cristiano Zanetti, Di Biagio, Sergio Conceicao, Crespo e Recoba.
Nel secondo tempo: Dalmat, Kallon e Martins sostituirono Di Biagio, Crespo e Recoba.
I rossoneri furono schierati da Ancelotti con Abbiati, Kaladze, Costacurta, Nesta, Maldini, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Inzaghi, Shevchenko. Nel secondo tempo: Ambrosini, Serginho e Brocchi sostituirono Rui Costa, Pirlo e Inzaghi.

La semifinale di ritorno dunque fu molto più combattuta ed entrambe le formazioni cercarono di realizzare il goal della vittoria. Andò in goal il Milan per primo con Shevchenko ben imbeccato da Seedorf. L'Inter giunse al pareggio solo all'83' con Martins rendendo però vano questo exploit, poiché al 90' la partita terminò ancora con il punteggio di parità, ma qualificando in finale il Milan per effetto del goal segnato in trasferta. Restò comunque all'Italia calcistica la soddisfazione per aver visto il calcio nostrano primeggiare, portando 3 squadre su quattro in semifinale di champions: Inter, Milan e Juventus.

Juventus: ai bianconeri capitò un girone abbordabile essendo in compagnia di squadre non certo irresistibili come potevano essere allora Newcastle, Dinamo di Kiev e Feyenoord. La compagine allenata da Lippi infatti vinse il girone agevolmente e si assicurò il passaggio al turno successivo, andando a disputare le gare del raggruppamento della seconda fase in compagnia di squadre forti come il Manchester United, il Basilea e il Deportivo La Coruna.
Il girone lo vinse il Manchester con 13 punti mentre la Juve, il Basilea e il Deportivo si ritrovarono tutte a 7 punti. Per effetto della differenza reti migliore, fu la Juventus ad aggiudicarsi il 2° posto e quindi andò ad occupare la casella del tabellone finale vicino a quella del Barcellona.

I bianconeri dunque disputarono i quarti contro i Catalani pareggiando la partita di andata per 1 – 1, ma vincendo la gara di ritorno per 2 – 1 dopo i combattutissimi tempi supplementari. I bianconeri pertanto accedettero alla semifinale posizionandosi nella parte bassa del tabellone, che li oppose al Real Madrid. Fu una semifinale molto accesa e dall'esito incerto. All'andata si imposero i blancos vincendo l'incontro per 2 – 1, ma nella gara di ritorno al Delle Alpi, disputando una partita molto generosa, i bianconeri piegarono il Real con il risultato di 3 – 1 e si qualificarono per la finale di Manchester. Fu il trionfo del calcio italiano che impose la sua superiorità in Europa, consegnando alla storia una finale fratricida, ma appassionando i tifosi nostrani dal nord al sud della penisola.

 

LA FINALE
Old Trafford 28 maggio 2003 ore 20,45. L'arbitro tedesco Markus Merk ebbe l'onore e l'onere di fischiare l'inizio dell'incontro di finale tra le 2 più forti squadre italiane e continentali di quell'anno.
La Juventus allenata da Marcello Lippi si presentò in campo con il modulo tattico del 4-4-2 tanto caro al tecnico toscano, il quale schierò in campo la seguente formazione: Buffon in porta – Thuram, Ferrara, Tudor, Montero linea difensiva – Camoranesi, Tacchinardi, Davids, Zambrotta linea del centrocampo – Del Piero e Trezeguet i due attaccanti. Nella Juventus durante lo svolgimento della gara, Conte, Birindelli e Zalayeta sostituirono i loro compagni Tudor, Camoranesi e Davids.

Il Milan allenato da Carletto Ancelotti oppose uno schieramento meno prudente schierando il modulo tattico del 4-3-1-2 (con il trequartista dietro le 2 punte). La formazione scese in campo con: Dida in porta – Costacurta, Nesta, Maldini, Kaladze linea difensiva – Gattuso, Pirlo, Seedorf linea di centrocampo – Rui Costa trequartista – Shevchenko e Inzaghi le due punte. Nel Milan, durante il corso della partita furono avvicendate le sostituzioni di Costacurta, Pirlo e Rui Costa con l'ingresso in campo di Roque Junior, Ambrosini e Serginho.
Quella partita evidenziò tutta l'abilità dei 2 allenatori, i quali diedero una lezione di tattica in campo giocando una gara che pur conclusa con il risultato di zero a zero, riuscì a tenere alta la tensione degli spettatori, ma nel contempo evidenziando un'emozionante alternanza di azioni pericolose. I giocatori in campo diedero fondo a tutte le loro energie fino all'ultimo secondo della gara, in cui i portieri furono seriamente impegnati più volte.
Alla fine dei tempi regolamentari si ricorse ai tempi supplementari, ma il risultato non cambiò e onde stabilire a quale squadra consegnare la Coppa, si dovette procedere ai calci di rigore con una sequenza talmente emozionante che oggi è giusto rinverdirne il ricordo quì di seguito.

1° Rigore calciato dalla Juventus con Trezeguet – parato da Dida
1° Rigore calciato dal Milan con Serginho – goal * (Juventus – Milan 0– 1)
2° Rigore calciato dalla Juventus con Birindelli – goal *
2° Rigore calciato dal Milan con Seedorf – parato da Buffon (Juventus – Milan 1 – 1)
3° Rigore calciato dalla Juventus con Zalayeta – parato da Dida
3° Rigore calciato dal Milan con Kaladze – parato da Buffon (Juventus – Milan 1– 1)
4° Rigore calciato dalla Juventus con Montero – parato da Dida
4° Rigore calciato dal Milan con Nesta – goal * (Juventus – Milan 1– 2)
5° Rigore calciato dalla Juventus con Del Piero – goal * (Juventus – Milan 2– 2)
5° Rigore calciato dal Milan con Shevchenko – Goal * (Juventus – Milan 2– 3)

Fu l'apoteosi a conclusione di una battaglia epica affrontata dalle 2 squadre. Da una parte il Milan con l'irrefrenabile gioia di Shevchenko e Dida lanciati a terra abbracciandosi, poi raggiunti dai compagni titolari e dalle riserve in panchina, i quali si tuffarono su di loro per esternare la loro incontenibile gioia.
Dall'altra parte fu evidente lo sconforto e la delusione negli occhi dei giocatori Juventini, sentimenti accompagnati da qualche lacrima sgorgata disperatamente nel viso di più di un giocatore. 
Ma ai bianconeri venne tributato ugualmente il meritato onore per aver dato vita a una contesa di cui tutto il calcio italiano ne andò fiero e orgoglioso per anni.

Fu un periodo tra i migliori del nostro calcio, quando ci sentimmo tutti orgogliosi di vivere una epopea indimenticabile.
Quando allora in Champions si parlava italiano!...

 

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